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ERP in cloud: percorsi e strategie per sprigionare l’innovazione

Annoverata tra gli abilitatori della trasformazione digitale, la nuvola è un’onda inarrestabile che investe anche i sistemi critici e in particolare le piattaforme gestionali. Ma come si stanno muovendo le aziende italiane e quali sono le best-practice di migrazione? Se ne è parlato all’evento organizzato da Digital360 con SAP e Anda

Pubblicato il 28 Giu 2023

ERP in cloud

Il cloud computing è considerato a buon diritto tra le principali tecnologie in grado di accelerare il processo di innovazione aziendale. L’emergenza pandemica ha confermato inoltre la capacità del modello nel garantire la continuità operativa, migliorando la resilienza delle organizzazioni. Oggi il paradigma as-a-service ha raggiunto la piena maturità e, come un’onda inarrestabile, investe anche le soluzioni mission-critical, in particolare i sistemi ERP (Enterprise Resource Planning).

Ma come cogliere l’opportunità della nuvola massimizzando i ritorni di business? Quali sono i vantaggi effettivi della migrazione e i punti focali da valutare?

L’evento “Primavera dell’Innovazione”, organizzato nel padovano dal gruppo Digital360 in collaborazione con SAP e il Gold Partner Anda, ha offerto una chiave di lettura sul tema del gestionale in cloud.

Moderata da Arianna Leonardi, giornalista di ZeroUno, la tavola rotonda è stata un’interessante occasione di confronto, arricchita dall’intervento degli esperti: Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation, School of Management, Politecnico di Milano; Umberto Lombardi, Sales Manager Mid-Market, SAP Italia; Giovanni Marta, Sales Director, Anda.

Hanno partecipato al dibattito i C-level di importanti realtà del tessuto imprenditoriale italiano, appartenenti alla zona del Triveneto e operanti in diversi settori industriali.

Modern ERP: come avviare e gestire il cambiamento

Come si evince dalle ultime statistiche pubblicate dal Politecnico meneghino e riferite al mercato italiano del cloud, le imprese sono sempre più convinte del supporto strategico e del vantaggio competitivo offerti dall’as-a-service. Gli investimenti crescono a doppia cifra anno-su-anno e le roadmap di modernizzazione applicativa interessano sempre più spesso le applicazioni core.

Se la nuvola sembra essere la nuova terra promessa, il processo di migrazione non è banale, ma richiede una serie di valutazioni approfondite, soprattutto quando si vanno a toccare i sistemi critici come le piattaforme gestionali.

Un primo aspetto da considerare e che ha catturato l’interesse dei partecipanti alla tavola rotonda, riguarda i percorsi di formazione e change management necessari perché le iniziative di modernizzazione dello ERP abbiano successo.

Innanzitutto, bisogna sottolineare che la precondizione fondamentale per qualsiasi progetto, è il commitment della dirigenza aziendale.

“Quando si intraprendono progetti di trasformazione importanti, come la modernizzazione dello ERP – interviene Umberto Lombardi di SAP – è fondamentale la governance aziendale. Deve esserci un indirizzo chiaro perché le persone siano disposte a seguire, bisogna trasmettere la volontà di cambiamento. Quando manca un messaggio forte, il progetto diventa dispersivo e probabilmente qualsiasi percorso formativo e di change management risulterà ancora più impegnativo”.

Se i dipendenti invece si convincono dei vantaggi portati dalle nuove soluzioni, il gioco è fatto. Tuttavia, per incentivare l’adozione, occorre che gli strumenti siano effettivamente intuitivi e semplici da usare.

“Le tecnologie moderne – aggiunge Lombardi – possono davvero semplificare il lavoro delle persone, portando in azienda un’innovazione di facile utilizzo. Venti anni fa, l’usabilità non era considerata un requisito importante: contava soltanto che l’ERP potesse gestire correttamente i dati. Oggi, invece, il gestionale deve essere user-friendly e adeguarsi al modo di lavorare delle persone”.

Come precisa il Sales Manager di SAP, nel percorso per incrementare l’adozione di una nuova tecnologia, i partner giocano un ruolo decisivo supportando l’azienda cliente nel change management e nella scelta metodologica ottimale.

Velocità di implementazione e aggiornamento

Altra tematica è quella della velocità di evoluzione tecnologica permessa dalle applicazioni as-a-service e in particolare dal gestionale in cloud, con ricadute positive sul business.

Soprattutto nei settori più dinamici e innovativi, dove i cambiamenti avvengono molto rapidamente e la velocità è un fattore competitivo cruciale, la possibilità di sviluppare e implementare progetti ERP ai ritmi consentiti dal cloud è una leva vincente.

Inoltre, come evidenziato da alcuni presenti, la frequenza di aggiornamento tipica delle soluzioni as-a-service rappresenta un plus ai fini dell’efficacia tecnologica e strategica dell’applicazione. Gli aggiornamenti continui infatti permettono di arricchire il pacchetto delle funzionalità, rafforzare le caratteristiche di sicurezza e soprattutto mantenere il corretto allineamento dell’applicativo con le necessità del business. Avere un sistema sempre allo stato dell’arte, insomma, è una chiave di successo.

Tuttavia, per beneficiare appieno dell’innovazione rapida e continua che caratterizza le soluzioni cloud, bisogna essere disposti ad abbracciare il principio della standardizzazione. La strada delle personalizzazioni, che da sempre ha caratterizzato i sistemi on-premise, oggi non è più praticabile, perché andrebbe a rallentare il time-to-market dell’applicativo, la curva di apprendimento degli utenti e le tempistiche di adoption. Rimanere vicini allo standard permette invece di accelerare i tempi di implementazione, recepire agevolmente gli aggiornamenti e sfruttare appieno le best practice di settore.

Per approfondire, guarda il video.

L’innovazione dei clienti e l’apertura al cloud

Rimanendo sul tema dell’innovazione, una sottolineatura importante riguarda la volontà di SAP di mettere a frutto l’esperienza maturata lavorando a fianco delle aziende.

Come spiega Lombardi, l’evoluzione tecnologica delle piattaforma, infatti, è il risultato delle richieste e della collaborazione con i clienti. La soluzione, insomma, si arricchisce di funzionalità anche in base alla conoscenza accumulata sui diversi progetti verticali.

Come multinazionale tra i leader di settore, infatti, SAP può vantare una base clienti ampia ed eterogenea, con una vista globale sulle tendenze di mercato e sulle necessità delle aziende. Come anticipato, tale condizione rappresenta un volano per l’innovazione di prodotto, ma è anche preziosa per guardare i trend da una prospettiva privilegiata.

Così, durante la tavola rotonda, Lombardi offre una fotografia sui progetti di migrazione del gestionale, con un confronto sulla maturità di adozione dei diversi Paesi.

“Le iniziative di modernizzazione dello ERP – dichiara – sono molto più diffuse negli Stati Uniti e nel Nord Europa, dove le aziende considerano la standardizzazione applicativa come un’opportunità. L’Italia e il Sud Europa invece soffrono un ritardo dovuto essenzialmente a un fattore culturale: nei Paesi mediterranei, la mentalità è più creativa e le aziende preferiscono che sia il sistema ad adattarsi al contesto. Fino al 2020 adottare una soluzione standard era addirittura impensabile e pertanto il public cloud è stato preso in scarsa considerazione: l’80% dei clienti SAP preferiva l’on-premise. La situazione si è ribaltata a favore del cloud in concomitanza della pandemia, che ha funzionato da acceleratore. Oggi, oltre il 90% della domanda propende verso la nuvola; solo nelle piccolissime aziende permane un po’ di diffidenza, sull’onda del falso mito che il server locale permette di avere maggiori garanzie di sicurezza e controllo sui dati”.

Per convincere i decisori aziendali più scettici, come emerge dalle testimonianze dei partecipanti, il fattore economico può essere una buona leva di persuasione. Il cloud conviene rispetto all’alternativa on-premise, soprattutto se si considerano i costi per gestire e manutenere le infrastrutture locali, con la necessità di assumere e formare personale interno specializzato. Durante la tavola rotonda, emerge il pensiero comune che se non si ottengono i risparmi promessi dal cloud, molto probabilmente alla base ci sono stati errori di valutazione strategica, impostazione dei processi o configurazione tecnologica.

Infine, nel percorso di apertura verso il cloud, ritorna con forza il ruolo chiave del partner: infatti è estremamente importante essere affiancati da un consulente che, conoscendo le best-practice SAP, permette di definire i flussi corretti per la gestione dei dati e dei processi.

“Una modalità per accelerare la trasformazione – suggerisce Giovanni Marta – è mixare le tecnologie: quindi procedere a una migrazione in cloud selettiva, portando sulla nuvola soltanto i workload che si prestano maggiormente al modello as-a-service e permettono di ottenere i massimi ritorni”.

Il cloud come abilitatore di applicazioni innovative

Durante la tavola rotonda, è stato trattato anche il tema dello ERP in cloud come fattore decisivo per l’evoluzione tecnologica e strategica dell’azienda.

La nuvola, infatti, può essere considerata un abilitatore di applicazioni innovative, come le soluzioni analitiche e di business intelligence che permettono alle aziende di concretizzare il paradigma della data-driven enterprise.

Come spiega Lombardi, nel 2011 SAP ha rilasciato HANA, il database relazionale in-memory che ha permesso un’ulteriore evoluzione della piattaforma gestionale. All’interno del sistema ERP sono già presenti delle viste analitiche alimentate grazie al motore HANA: non bisogna preoccuparsi quindi di integrare ulteriori soluzioni di BI, perché SAP offre già all’interno dashboard e funzioni di reportistica operativa.

“L’utente – dichiara Lombardi – ha la possibilità di scegliere i cruscotti e i report che preferisce tra una serie di template predefiniti, ottimizzati per settore. Da qui, può adattare ulteriormente i modelli attraverso opportune parametrizzazioni senza la necessità di scrivere codice”.

Se invece si necessita di una soluzione di business intelligence per integrare i dati provenienti anche da soluzioni non-SAP, sarà possibile fare leva sulle tecnologie di data warehouse centralizzate e sulle soluzioni SAC, ovvero SAP Analytics in Cloud, che permettono di analizzare informazioni eterogenee e multi-source, con la disponibilità di un’ampia serie di modelli preconfigurati, ottimizzati per industry.

“Sostanzialmente – asserisce Lombardi – attraverso le librerie predefinite, si va a capitalizzare l’esperienza sviluppata con le grandi corporation, che hanno gli strumenti e la forza per fare innovazione, a differenza delle aziende più piccole che sono molto concentrate sul core-business e hanno meno risorse per affrontare progetti di evoluzione tecnologica. SAP quindi permette di portare l’innovazione delle large enterprise a beneficio del mid-market”.

Come emerge dalle dichiarazioni rilasciate, la nuvola sta rivoluzionando il modo di fare business intelligence.

Lo conferma anche Giovanni Marta: “La fruibilità nell’utilizzo degli analytics in cloud è al pari di effettuare una ricerca su Google o di usare una tabella pivot su Excel. I risultati analitici possono essere richiamati addirittura con una semplice richiesta all’assistente vocale. L’interazione con lo ERP è estremamente dinamica e permette di guadagnare accesso a dati sempre aggiornati, da qualsiasi dispositivo e persino dagli smart watch, incontrando i desiderata di usabilità anche delle giovani generazioni. Inoltre, le funzionalità analitiche sono operative immediatamente, da quando il sistema SAP ERP è pronto a partire”.

Il ruolo dell’esperto SAP in azienda

Un ultimo punto di attenzione emerso durante la tavola rotonda ha riguardato la figura del “Sappista” ovvero il cosiddetto esperto SAP all’interno dell’azienda.

La semplicità di fruizione delle nuove piattaforme ERP in cloud ha certamente ridotto la necessità di questa figura, che tuttavia è ancora fondamentale in contesti organizzativi di grandi dimensioni e soprattutto ad elevata complessità, dove gli ambienti IT sono configurati in modalità ibrida e sono magari frutto di numerose stratificazioni.

Secondo le testimonianze riportate in tavola rotonda, oggi l’esperto SAP ha un ruolo di “analista” ovvero traduce le necessità dell’utente finale (che tende sempre a richiedere soluzioni custom) perché possano essere allineate con il linguaggio, la struttura e le funzionalità del sistema ERP.

L’onda del cloud e il futuro dello ERP

Concludendo, il cloud è un trend tecnologico destinato a una crescente popolarità, che si appresta a investire gradualmente qualsiasi processo e applicativo aziendale, portando preziosi elementi di innovazione. Anche per le soluzioni mission-critical e le piattaforme gestionali è arrivato il momento della modernizzazione.

È proprio migrando il sistema ERP, ovvero il cuore nevralgico dell’IT all’interno delle organizzazioni, che si otterranno i maggiori benefici per il business. Certamente, il percorso dal legacy al modern non è banale e richiede esperienza pregressa, conoscenza delle best-practice, competenze tecnologiche, strategie di change management.

Tra i nodi critici, con la modernizzazione cambiano le dinamiche di fruizione, occorre rivedere i flussi operativi perché si adattino alle logiche standard del software, bisogna affrontare le sfide del cambiamento. Tra i punti a favore, con l’as-a-service si guadagna in efficacia tecnologica, si ottengono soluzioni IT sempre aggiornate e allineate al business, si aprono ulteriori opportunità di innovazione.

L’ago della bilancia pende verso la modernizzazione, ma per affrontare con serenità la rivoluzione del cloud è meglio non essere da soli e affidarsi agli specialisti.

Per approfondire l’intervento di Stefano Mainetti dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano puoi cliccare qui.

Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con SAP e Anda

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