Da onere imposto a leva strategica per la compliance normativa e la continuità operativa: nel 2026 la sicurezza smetterà di essere un vincolo per diventare infrastruttura invisibile e benzina che mette il turbo al business.
Le evidenze del “Rapporto annuale sullo stato del settore della sicurezza fisica per il 2026” di Genetec confermano che sempre più aziende hanno ben compreso come non possa esistere un business solido che non sia anche intrinsecamente sicuro. Lo studio, che ha coinvolto oltre 7.300 professionisti a livello internazionale tra utenti finali, partner di canale, system integrator e consulenti, tratteggia un mercato in cui la sicurezza fisica, con la progressiva convergenza IT-OT e l’impiego diffuso dell’intelligenza artificiale, non è più considerata un mero centro di costo ma una leva strategica per l’efficienza e la resilienza.
Il mercato italiano scontava fino a poco tempo fa un ritardo strutturale di due o tre anni rispetto ad altri Paesi europei, con team ancora concentrati in prevalenza sulla selezione dei fornitori e la scelta delle tecnologie. «Oggi, invece – osserva Rafael Martín Enriquez, Responsabile Sud Europa di Genetec –, i CISO sono sempre più coinvolti nelle operation, dialogano con il le linee di business e contribuiscono in modo diretto al successo aziendale».
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Soluzioni unificate, nuova frontiera della sicurezza fisica
Secondo le evidenze del report, oltre il 70% degli intervistati utilizza sistemi di sicurezza unificati o integrati e il 60% afferma che la motivazione principale per sostituire tecnologie obsolete è l’integrazione di nuove funzionalità.
«C’è, però, una differenza sostanziale tra integrazione e unificazione – sottolinea Dario Schiraldi, Channel Account Executive di Genetec Italy –. Nel corso degli anni, i sottosistemi di sicurezza sono sempre stati divisi, ognuno chiuso nel proprio mondo fino a quando non si sono affacciate sul mercato le prime soluzioni integrate. Piattaforme che, però, erano simili a Frankenstein, con tanti elementi messi insieme che davano l’idea di funzionare, salvo poi piantarsi quando il sistema veniva messo sotto pressione da un evento critico».
Con Genetec Security Center, invece, «lavoriamo con un core unificato, un monolite dove tutte le funzioni sono sviluppate internamente, senza plugin di terze parti. Tutto è coerente, stabile, fatto per garantire l’interoperabilità, la qualificazione e l’esportabilità delle informazioni».

Le applicazioni chiave dell’AI nella sicurezza fisica
Per la prima volta nella sesta edizione dell’indagine annuale di Genetec, l’intelligenza artificiale si è classificata tra le massime priorità, affiancando controllo accessi e videosorveglianza. L’interesse per l’adozione dell’AI è più che raddoppiato rispetto all’anno scorso.
«L’AI è qui per restare – si dice convinto Enriquez –, ma è fondamentale capire che si tratta di uno strumento che permette di aiutare le persone a fare le cose meglio. Non sostituirà mai l’essere umano, ma cambierà il modo in cui le persone lavorano». Schiraldi concorda, identificando anche le tre applicazioni chiave dell’AI nella sicurezza fisica per l’anno che verrà.
Il primo riguarda la qualificazione delle informazioni, la riduzione del rumore di fondo e dei falsi positivi. «Un esempio banale? Ho una porta perimetrale che invia un allarme porta forzata. Se la telecamera che inquadra l’area non rileva il transito di una figura umana, quello non è un allarme per la sicurezza, ma una semplice segnalazione per la manutenzione. Grazie all’AI, ho qualificato l’evento. Non l’ho dimenticato o nascosto, ma l’ho interpretato correttamente», spiega Schiraldi.
Il secondo riguarda l’autenticazione multifattore, area in cui «l’AI migliora l’affidabilità dei sistemi di verifica dell’identità combinando l’analisi di più fattori di riconoscimento».
Il terzo fa riferimento all’analisi predittiva, «che permette di individuare più facilmente le situazioni critiche. Se si sta innalzando il livello del fiume vicino al mio data center, devo fare qualcosa per prevenire un’eventuale esondazione e, grazie all’AI, sono in grado di intervenire per tempo», aggiunge Schiraldi.
Cloud ibrido al cuore della flessibilità operativa
Il cloud sta assumendo un ruolo sempre più cruciale nelle strategie di sicurezza, ma con un approccio più pragmatico e meno “entusiastico” rispetto al passato. Gli intervistati prevedono che l’adozione continuerà a crescere nel corso del prossimo anno, sostenuta dalla flessibilità di scegliere quali workload mantenere on-premise e quali spostare nella nuvola.
La strategia di Genetec riflette esattamente queste necessità: «Il cloud è solo un modo di consumare la tecnologia e noi dobbiamo essere in grado di lasciare al cliente la massima possibilità di lavorare on-premise, in cloud o in modalità ibrida garantendo anche una forte interoperabilità tra gli ambienti», aggiunge Enriquez.
Un ecosistema dei sensori connessi
Il numero di dispositivi connessi continuerà a crescere rapidamente nel 2026, con le imprese che integreranno sensori IoT e device smart all’interno di ambienti unificati. «Gli utenti finali si aspettano che il mercato fornisca loro piattaforme aperte e scalabili, in grado di connettere in modo sicuro dispositivi eterogenei fornendo valore sia a livello di armonizzazione dei processi sia di protezione dei dati e degli asset aziendali. Raggruppare tutte le informazioni rilevanti in un unico ambiente unificato fornisce agli addetti alla sicurezza una visione più chiara di ciò che sta accadendo, aiutandoli a prevenire e rispondere agli eventi avversi in modo più efficace», evidenzia il manager.
Convergenza IT-OT-Security: dati condivisi, decisioni più rapide
«L’ibridazione della sicurezza fisica con l’Information Technology e l’Operation Technology è una tendenza chiave che sta trasformando mercato – è convinto Schiraldi –. La condivisione dei dati in tempo reale permette a CIO e CISO di prendere decisioni più rapidamente, ma non solo. La nostra piattaforma unificata Genetec Security Center acquisisce dati, li elabora, li rende disponibili sia internamente al nostro ecosistema di applicazioni sia a tutte le altre piattaforme aziendali interessate, per migliorare la gestione del personale e il Facility Management o abilitare la manutenzione predittiva».
Un accesso non autorizzato a un’area riservata, per esempio, genera non solo un allarme per la sicurezza, ma anche una segnalazione al responsabile HR, che potrà avviare i controlli del caso o, addirittura, un’indagine disciplinare. Lungo lo shopfloor, invece, se un sensore rileva una temperatura elevata su una macchina, scatterà immediatamente un allarme per il responsabile della sicurezza ma anche per il responsabile di stabilimento. Insieme potranno collaborare per mettere in sicurezza gli operatori, ma anche per evitare interruzioni della produzione.
Il futuro del controllo degli accessi
Il controllo degli accessi rimane una priorità assoluta nelle strategie di sicurezza fisica, conferma lo studio Genetec. «Ma evolve – osserva Schiraldi –, da semplice strumento di apertura porte a soluzione che permette di fornire insight sui processi operativi contribuendo a migliorare i risultati di business. Il corretto funzionamento degli ascensori, i dati sull’assorbimento dell’energia o la sua produzione attraverso i pannelli fotovoltaici, gli accessi alle aree controllate… Sono tutte informazioni che permettono di innalzare i livelli di sicurezza ma anche di gestire correttamente i processi di diversi reparti garantendo risparmi consistenti, per esempio sui consumi di aria condizionata e riscaldamento».
Nella progressiva evoluzione verso soluzioni di controllo accessi multifunzionali più complete, e complesse, è prevedibile – e il report lo conferma – che l’adozione dell’Access-Control-as-a-Service (ACaaS) aumenterà. Le risposte fornite dal campione di intervistati mostrano che le aziende opteranno sempre più spesso per implementazioni ibride – con funzionalità gestite in parte on-premise e in parte in cloud. L’unificazione tra ACaaS e Video-Surveillance-as-a-Service (VSaaS) consentirà di migliorare ulteriormente la visibilità sui processi operativi, assicurando maggior protezione ma anche maggior efficienza.













