Intelligenza artificiale

Cisco e la rivoluzione dell’Internet of Agents: reti, AI e sicurezza per un futuro autonomo



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L’IoA è il nuovo paradigma digitale dove gli agenti intelligenti operano in autonomia, trasformando processi, infrastrutture e ruoli umani. Tre le direttrici d’azione: agenti AI, reti performanti e sicurezza integrata. L’importanza delle partnership

Pubblicato il 30 giu 2025

Vincenzo Zaglio

Direttore ZeroUno



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Benvenuta Internet of Agents (IoA). Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italia, ne è certo: “l’AI sarà molto più dirompente del cloud o della mobility. L’intelligenza artificiale è nata decenni fa, ma mancavano le capacità elaborativa. Ora ci sono e sta cambiando tutto”.

Il concetto di Internet of Agents (IoA) rappresenta un’evoluzione fondamentale delle infrastrutture digitali, dove l’intelligenza artificiale non è più relegata a un ruolo passivo, ma diventa una forza attiva in grado di agire in autonomia e interagire con l’ambiente circostante.

“La vera rivoluzione sta nel fatto che non ci sarà più una netta separazione tra il lavoro umano e quello degli agenti virtuali. Questi agenti intelligenti, che operano in modo autonomo e cooperano tra loro, saranno in grado di risolvere compiti complessi, collaborando con gli esseri umani per ottimizzare i processi aziendali. Non solo, questi agenti potranno essere anche robot o umanoidi”, spiega Manghi.

E questo avrà un enorme impatto sulle competenze. “La parte esecutive del lavoro sarà fatta dagli agenti, siano essi digitali o robotici. All’essere umano spetterà più il compito di indirizzo e di supervisione”.

E Cisco ha intenzione di cavalcare e guidare quest’onda dell’IoA lungo tre direttrici:

  1. Sviluppo di agenti artificiali autonomi. Cisco sta lavorando alla creazione di sistemi di intelligenza artificiale agentica che agiscano come “agenti virtuali” autonomi in grado di analizzare, elaborare e risolvere problemi in modo indipendente. Un esempio di questo sviluppo è Sherlock, un agente virtuale creato da Cisco per la risoluzione di problematiche tecniche, che analizza simultaneamente una serie di dati e risolve questioni complesse basandosi su esperienze passate.
  2. Creazione di infrastrutture in grado di supportare l’AI. Si ritorna un po’ al core della società, che vede nelle infrastrutture (dalla progettazione, alla realizzazione, all’assistenza con i partner), lo snodo cardine per permettere a questi agenti di operare in modo fluido.
  3. Sicurezza integrata nelle infrastrutture. La sicurezza è uno dei temi centrali, considerando che gli agenti virtuali possono essere essi stessi soggetti a vulnerabilità o possono essere vettori in grado di sfruttare gli exploit delle applicazioni. Cisco abbraccia il concetto di “sicurezza distribuita dentro la rete”: le soluzioni di security vanno integrate direttamente nell’infrastruttura, nei dispositivi e nelle applicazioni, prevenendo così potenziali minacce in tempo reale.

Trasversale rispetto a questi punti c’è il concetto “etico” di utilizzo responsabile dell’AI. “Abbiamo pubblicato un manifesto dove si spiega come progettiamo e usiamo l’AI secondo principi di trasparenza e responsabilità. Al di là delle valutazioni tecnologiche e di business, non bisogna sottovalutare i rischi di un uso sbagliato dell’AI”, spiega Manghi.

Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italia

L’importanza delle reti per l’Internet of Agents

Affinché l’Internet of Agents (IoA) diventi una realtà operativa, è fondamentale disporre di reti che non solo possiedano capacità di trasmissione dati elevate, ma che siano anche in grado di operare con latenze estremamente basse, inferiori ai 50 millisecondi.

“Le reti tradizionali non sono più sufficienti per supportare l’intelligenza artificiale generativa e le comunicazioni tra agenti intelligenti – spiega Enrico Mercadante, Vice President Networking, EMEA di Cisco . Le sfide sono enormi: la gestione di milioni di agenti autonomi, ciascuno con compiti specifici, richiede una rete che sia non solo scalabile, ma che possa adattarsi dinamicamente alle necessità del traffico e delle applicazioni AI. Dobbiamo costruire architetture multi-cloud, multi-modello, multi-agente che permettano agli agenti e a noi di operare dentro e fuori datacenter e infrastrutture realizzate da aziende diverse: servono reti ultraveloci, a bassissima latenza e molto efficienti dal punto di vista energetico”.

Cosa significa concretamente? Cisco ha risposto a queste esigenze con l’introduzione dell’AI-Ready Secure Network, un’architettura che si basa su tre principi fondamentali, come descritto da Mercadante:

  1. Semplificazione delle operazioni. Cisco ha sviluppato AgenticOps, un sistema che permette alle reti di operare in modo autonomo con l’assistenza degli agenti AI, riducendo il bisogno di interventi manuali e migliorando l’efficienza operativa. AgenticOps è una piattaforma che consente l’esecuzione di operazioni di rete in modo automatizzato e collaborativo, supportando decisioni intelligenti in tempo reale. Gli agenti, che lavorano in autonomia, interagiscono tra loro per diagnosticare e risolvere i problemi, semplificando e velocizzando le operazioni di rete. Inoltre, l’integrazione dell’AI nelle operazioni di rete riduce il carico di lavoro umano, liberando risorse per compiti a maggior valore aggiunto,
  2. Dispositivi scalabili e performanti. “Cisco si trova in una posizione di vantaggio, perché gestiamo tutto lo stack: dal silicio, al software, ai dispositivi”, spiega Mercadante. In particolare, per il primo punto, Cisco ha sviluppato Silicon One, un’architettura di silicio avanzata progettata per alimentare router, switch e altri dispositivi di rete ad alte prestazioni. I vantaggi? Architettura unificata (funzionalità di switching e routing), scalabilità (velocità da 3,2 Tbps fino a oltre 25 Tbps) e programmabilità per adattare il comportamento della rete a specifiche esigenze.Questo approccio assicura che le reti possano adattarsi facilmente alla crescente domanda di dispositivi intelligenti e capacità di calcolo avanzato, fondamentali per la realizzazione dell’IoA”.
  3. Sicurezza distribuita. “La sicurezza deve essere fusa nella rete – spiega Mercadante -. Deve diventare parte dell’identità dell’oggetto, sia esso una app, un agent o un dispositivo. Networking e sicurezza andranno a fondersi e tutto si baserà sulla definizione di policy che riguardano l’oggetto. Non c’è più il concetto di portare tutto il traffico nel firewall, ma il firewall è in ogni porta. Parliamo di una sicurezza nata per l’AI, che usa l’AI stessa per ottenere visibilità, osservabilità e capacità di prevenzione e reazione”. Sarà importante il ruolo del modello SASE (Secure Access Service Edge) che rappresenta un ulteriore passo verso una gestione sicura delle reti aziendali, offrendo un’architettura che unisce funzionalità di rete e di sicurezza in un’unica piattaforma cloud-native. Altro tema di interessa sarà la Post Quantum Security. “Molti clienti già oggi ci chiedono la protezione da attacchi con computer quantistici” – commenta Mercadante -. Non si sa quando i computer quantistici saranno disponibili in quantità, ma certamente saranno in grado di compromettere gli algoritmi di cifratura tradizionali. E qui la regola d’ora è “harvest now, encrypt later”.
Enrico Mercadante, Vice President Networking, EMEA di Cisco

L’ecosistema e le partnership

Per lo sviluppo dell’IoA, è importante costruire un ecosistema che consenta l’interoperabilità tra diverse soluzioni e piattaforme.

In questo senso vanno lette le collaborazioni storiche di Cisco con società come Netapp, Red Hat, Nvidia, o – più recentemente – con le europee Mistral e Domyn (ex iGenius).

La partnership con Domyn, in particolare, guarda soprattutto al mercato italiano e unisce le forze di chi sta costruendo le reti per l’AI a quelle di un’azienda italiana che sviluppa soluzioni AI per settori e dominii strategici per il paese e regolamentati, come i servizi finanziari, la sanità, la difesa, le infrastrutture critiche. “Questa partnership – sottolinea Uljan Sharka, CEO di Domyn – ha come obiettivo la democratizzazione dell’intelligenza artificiale, permettendo alle imprese di gestire in modo sovrano e sicuro i propri dati”. Concretamente Donym fornirà modelli aperti pre-training di LLM che potranno essere implementati su infrastruttura Cisco, senza dover condividere i dati all’esterno. “Anziché obbligare imprese e governi a portare i dati fuori dalla loro rete, noi portiamo l’AI presso le organizzazioni, a fianco dei dati”, commenta Sharka.

“Domyn è una bella storia di un’azienda italiana che ora è una multinazionale”, aggiunge Agostino Santoni, Senior Vice President Cisco Sud Europa. “Ci stiamo muovendo in Italia con accordi di collaborazione come quello con Domyn, abbiamo annunciato la creazione di un AI Hub in Francia, ma guardiamo anche agli scenari globali con la partnership tecnologica in progetti come Stargate UAE”.

Agostino Santoni, Senior Vice President Cisco Sud Europa

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