La capacità dei grandi volumi di dati di “attrarre” applicazioni, servizi ed altri dati viene spesso definita “data gravity”: nel mondo IT questa forza sta facendosi sempre più intensa a livello dell’infrastruttura edge, ponendo particolari sfide di gestione dello storage, che spiegano anche l’ultima mossa strategica di DataCore Software, ossia l’acquisizione a maggio di StarWind Software.
Con quartier generale a Beverly, Massachusetts, StarWind è un pioniere nella virtualizzazione dello storage e nella tecnologia alla base della cosiddetta infrastruttura iperconvergente, o HCI (Hyperconverged Infrastructure), un’architettura che combina risorse di calcolo, storage, networking in un unico sistema gestito via software. Soprattutto, StarWind è attiva nel mercato delle soluzioni HCI dedicate agli ambienti edge, agli uffici remoti e alle filiali aziendali (Remote Office-Branch Office – ROBO) e fornisce a tali categorie di utenti prodotti e applicazioni progettati per le specifiche esigenze delle piccole e medie imprese (PMI).
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Migliorare la gestione dello storage negli ambienti edge
Le iniziative e i processi del business digitale, scriveva tempo fa la società di ricerche e consulenza Gartner, spesso generano dati che si possono gestire in modo più efficace quando la potenza elaborativa è vicina alla fonte che li produce. La tecnologia e le soluzioni di edge computing rispondono a questa esigenza di capacità computazionale localizzata, e puntano a soddisfare una necessità crescente, in linea con la previsione di Gartner, secondo cui, entro il 2025, il 75% dei dati generati dalle imprese verranno elaborati al di fuori del tradizionale data center centralizzato, o del cloud.
Già nel maggio 2024 DataCore, indirizzando questo trend, aveva introdotto nella propria gamma la piattaforma containerizzata di object storage Single Node Swarm, per consentire una gestione semplificata dei dati mission-critical nell’edge e negli ambienti IT di piccole dimensioni, come gli uffici ROBO.
L’acquisizione di StarWind rappresenta dunque un ulteriore rafforzamento dell’offerta di DataCore nel comparto delle soluzioni HCI semplificate e software-defined, pensate per adattarsi a casi d’uso e applicazioni che hanno alcuni requisiti tecnici e di business differenti da quelli del classico data center principale: requisiti che sono dettati da ambienti IT edge altamente distribuiti e decentralizzati, come possono essere le infrastrutture della sanità o del mondo retail, dove le risorse tecnologiche, economiche, e il personale in loco risultano spesso limitati. Anche qui però è necessario massimizzare l’affidabilità dell’applicazione e ridurre la latenza, implementando sistemi in grado di elaborare rapidamente i dati a livello locale.
Acquisizione di StarWind, un altro tassello della visione DataCore.Next
L’acquisizione di StarWind, sottolinea Dave Zabrowski, amministratore delegato di DataCore, rappresenta il culmine di una ricca serie di acquisizioni, di cui il CEO ripercorre la storia, ricordando che tutto ciò rientra in quella che DataCore chiama DataCore.Next, la visione tecnologica della società. DataCore.Next ha in sostanza l’obiettivo di costruire un’offerta completa e best-in-class di prodotti e soluzioni, in grado di fornire ai clienti la massima libertà e flessibilità di scelta lungo l’intero percorso di gestione dei dati, che necessariamente deve abbracciare tutto lo stack tecnologico, includendo infrastruttura core, edge e cloud.

DataCore, attraverso le recenti acquisizioni e poi con l’acquisizione di StarWind, sta comunque sviluppando un’offerta di storage specifica per l’edge. “L’edge è molto importante, viste le enormi quantità di dati che vengono generate a questo livello dell’infrastruttura. Tuttavia è molto costoso prendere quei dati e spostarli nel cloud, o in un data center centralizzato” spiega Zabrowski. “Inoltre, spesso, i dati in sé non sono così importanti, ma lo sono i metadati. Quindi in DataCore adottiamo la filosofia di elaborare con grande efficienza i dati nell’edge, estraendo i metadati e poi trasferendoli in un data center centrale o nel cloud” chiarisce il CEO.
La tecnologia HCI di StarWind è focalizzata sugli ambienti edge e ROBO delle piccole e medie imprese, e per semplificare l’installazione utilizza la StarWind HCI Appliance, che elimina i comuni ostacoli di complessità, costi, manutenzione, associati all’implementazione di una soluzione tradizionale. “L’ambiente edge è particolarmente impegnativo, perché spesso ha risorse IT limitate, quindi occorre adottare una soluzione molto leggera, come l’appliance di StarWind, che viene consegnata all’utente già completamente configurata. È sufficiente connetterla all’alimentazione e alla rete, e tutto il resto viene eseguito automaticamente e in remoto, incluso il monitoraggio dello stato di salute del sistema e la gestione proattiva degli aggiornamenti e delle patch di sicurezza. Inoltre, il prodotto di StarWind è “agnostico” dal punto di vista della tipologia di hypervisor utilizzabili, dunque è in grado di supportare VMware vSphere. Ma sappiamo anche che con l’acquisizione di VMware da parte di Broadcom, ci sono stati diversi clienti molto insoddisfatti per le decisioni prese dalla società. Di conseguenza stiamo vedendo molti utenti migrare verso hypervisor come Hyper-V, o anche KVM”.
Tra l’altro, la conferma della capacità di StarWind di fornire ai clienti prodotti e servizi molto soddisfacenti è arrivata anche con la designazione “customers choice”, che la società è l’unico vendor ad aver ricevuto, nel rapporto 2023 Gartner Peer Insights “Voice of the Customer” dedicato alla tecnologia HCI.
“Data gravity”, problema crescente nell’edge
La forza di attrazione che lega i dati alle applicazioni che li utilizzano, rende cruciale mantenere i dati vicini alle applicazioni, in modo da ottimizzare le prestazioni e ridurre i costi. “L’infrastruttura edge in particolare costituisce una sfida tecnica, perché qui la data gravity sta diventando un grosso problema” racconta Zabrowski. “Abbiamo clienti che implementano svariati petabyte di capacità all’edge perché queste applicazioni generano un carico di lavoro enorme. Faccio un esempio: collaboriamo con un’azienda sanitaria che si occupa di chirurgia robotica ed elabora i video in tempo reale, effettuando analisi per la chirurgia oncologica, e riprendendo filmati 3D a una risoluzione di 16K, da elaborare molto rapidamente, perché il paziente è già sul tavolo operatorio, e il tempo di intervento è estremamente importante. L’applicazione deve essere un’applicazione edge, perché non può dipendere interamente dalla connettività esistente nell’ospedale, ma deve elaborare ad elevata velocità le enormi quantità di dati che vengono generate. Oggi vediamo molte di queste applicazioni, in cui la data gravity sta diventando un vero problema, ed anche i costi di elaborazione di tali dati nel cloud sono molto elevati. Invece, elaborandoli nell’edge e poi estraendo solo i metadati, che in genere sono un centesimo, o addirittura un millesimo, delle dimensioni dei dati completi, diventa possibile trasferirli nel cloud in modo molto economico e rapido”.