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Networking, la chiave per l’efficienza dei moderni data center

Il report “Untold secrets of the efficient data center” di Futuriom rivela come l’uso crescente del cloud stia rendendo le capacità e le funzioni sempre più intelligenti del networking un elemento chiave per garantire l’efficienza complessiva del data center. Il contributo di SDN, SmartNIC e tecnologie convergenti Infiniband-Ethernet di Mellanox nelle applicazioni più avanzate di Web 2.0 e HPC

Pubblicato il 25 Feb 2019

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LONDRA – L’aggiunta di potenza CPU e di nuovi server ha smesso da qualche tempo di essere la soluzione naturale per l’incremento delle prestazioni nei data center. Se nel passato si poteva contare sulla legge di Moore per ottenere incrementi di potenza, oggi conta l’ottimizzazione delle reti per recuperare efficienza, supportare il lavoro di processori GPU dedicati o implementare logiche di edge computing. Lo rivela il report Untold secrets of the efficient data center realizzato da Futuriom con la sponsorizzazione di Mellanox Technologies intervistando 218 professionisti IT di medie e grandi imprese mondiali (il campione comprende società situate in Cina, USA e UK), offrendo un quadro di come è percepita l’importanza della rete nell’implementazione di nuove applicazioni in ambienti data center che sono sempre più costituiti da un mix di risorse di cloud publico, privato e ibrido. “La sfida è quella di creare infrastrutture data center che possano scalare nelle prestazioni per supportare le applicazioni più esigenti, come big data analytics e AI – spiega Scott Raynovich, founder & chief analyst di Futuriom -. La si affronta sfruttando le tecniche di virtualizzazione che sono state sviluppate internamente dai grandi cloud provider e che oggi sono disponibili anche per le applicazioni d’impresa. Solo in questo modo si può evitare che l’impiego di risorse distribuite trasformi il networking del data center in un collo di bottiglia”.

Scott Raynovich, founder & chief analyst di Futuriom

L’importanza di ottimizzare la rete

Futuriom ha sondato l’interesse verso l’ottimizzazione del networking come strumento per ottenere più prestazioni dal data center. I risultati dell’indagine hanno rivelato una buona consapevolezza degli intervistati sull’importanza che l’ottimizzazione della rete ha per ottenere miglioramenti significativi nelle prestazioni del data center. La maggioranza dei rispondenti (64%) ritiene che l’ottimizzazione del networking possa migliorare le prestazioni delle applicazioni. Ritiene inoltre che possa rafforzare la sicurezza (59%), aumentare la flessibilità (57%), l’affidabilità nell’uso delle applicazioni (57%). Per l’84% del campione, l’infrastruttura di rete è importante per implementare con successo le nuove soluzioni di ML e AI. Secondo Raynovich, l’obiettivo della maggioranza degli intervistati è disporre nel proprio data center delle stesse capacità di utilizzo efficiente e virtualizzato di server e storage che caratterizzano le infrastrutture dei grandi provider di servizi cloud. Con molti punti di distacco si collocano le esigenze più puntuali di riuscire a impiegare in modo più estensivo e flessibile le reti 25/50/100Gb Ethernet (19%), automatizzare le fasi di deploy, gestione e monitoraggio della rete (17%), semplificare fasi di resource provisioning, reporting e billing (15%).

SmartNIC e tecnologie per l’efficienza del networking

L’Indagine Futuriom ha indagato l’interesse per le tecnologie di networking anche in merito agli aspetti evolutivi del data center: da quella degli adattatori (NIC) alle sofisticate capacità di gestione software defined networking (SDN). Secondo Raynovich, nell’attuale era del cloud, le capacità di processor offloading e SmartNIC sono critiche per migliorare significativamente le prestazioni del data center. L’offloading è una tecnica, non nuova ma caratterizzata da continui sviluppi per sgravare le CPU dei server dai processi connessi con la comunicazione rete portando l’intelligenza a bordo degli adattatori. SmartNIC rappresenta un’evoluzione dell’offloading nella direzione del supporto alle nuove reti intelligenti che sono gestite con le logiche dell’SDN e con network functions virtualization (NFV). Secondo lo Studio, a fronte di un 10% di intervistati che oggi non le conosce, per il 56% dei rispondenti le SmartNIC sono la base per migliorare l’efficienza delle virtual machine e dei containers, aiutano a virtualizzare e condividere le capacità di flash storage (55%) e consentono di abilitare le capacità SDN (54%). Le SmartNIC sono inoltre in grado di accelerare le infrastrutture iperconvergenti (50%) e contribuiscono a isolare e difendere la rete del data center dagli attacchi alla sicurezza (47%).

Applicazioni “sul campo” per la tecnologia Mellanox

Sponsor della Ricerca e fornitore dei componenti fisici e software per reti intelligenti (di classe data center) negli standard Ethernet e InfiniBand, Mellanox Technology è oggi presente nelle infrastrutture dei grandi cloud provider e fornitori di servizi cloud. “A cominciare da Microsoft Azure che usa la nostra tecnologia RoCE per ottenere più alti throughput e bassa latenza”, spiega Kevin Deierling, VP of marketing della società. RoCE è un porting della tecnica di offloading RDMA (remote direct memory access) di Infiniband sulle reti Ethernet convergenti di cui Mellanox è stata pioniere. “Tra i nostri clienti ci sono i tre più grandi provider cinesi, Baidu, Alibaba e Tencent. In USA c’è Facebook e in Giappone Line. Si aggiungono alle molte aziende internazionali che supportano applicazioni Web 2.0, HPE, servizi di cloud in ambiti telco e finanziario per milioni di utenti”, precisa il manager.

foto di kevin deierling
Kevin Deierling, VP of marketing di Futuriom

In occasione dell’evento londinese in cui è stata presentata la ricerca Futuriom, Mellanox ha portato le esperienze di alcuni clienti come Verne Global, società che eroga servizi IT, nota alle cronache per aver creato un enorme campus data center in Islanda che sfrutta energie rinnovabili e basse temperature per i ridurre costi e l’impatto ambientale delle installazioni. Verne impiega tecnologia Infiniband di Mellanox per erogare servizi di HPC (high performance computing) in logica on demand e la potenza real time che serve per alimentare i servizi offerti da terze parti come VoiceBase (fornisce API per il riconoscimento vocale) e DeepL (traduzioni multilingua).

Francesco Giannoccaro, head of HPC and infrastructure Public Health England

Francesco Giannoccaro, head of HPC and infrastructure Public Health England ha testimoniato l’impiego della tecnologia Mellanox nella creazione della rete d’interconnessione degli istituti inglesi che fanno ricerca nel campo delle malattie e della genomica e a cui fanno riferimento qualcosa come 40 mila collaboratori e centinaia di aziende associate. “Era necessario mettere a fattor comune le risorse HPC dei singoli istituti – spiega Giannoccaro -. Per questo dal 2015 è stato avviato il progetto che ha standardizzato le tecnologie di connessione (con l’adozione di switch Ethernet e infiniband, ndr) e il software con l’adozione dell’open source (adottati Linux e OpenStack-Ansible, ndr). La rete HPC ha eliminato le ridondanze e i sovraccarichi nell’esecuzione dei complessi modelli d’analisi e predittivi che sono usati nella ricerca sulla trasmissione delle malattie infettive e nello studio della genomica dei batteri”.

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