Mondi Duino è una multinazionale di riferimento nel settore della carta e del packaging. Nell’ambito di un’ambiziosa strategia di espansione, il Gruppo ha acquisito nel 2023 la cartiera di Duino con l’obiettivo di trasformarla in un impianto all’avanguardia per la produzione di cartone riciclato, e ciò ha portato al rinnovamento completo della sua infrastruttura IT. Per affrontare questa sfida, Mondi Duino ha scelto WeAreProject, affidandole la realizzazione completa della nuova infrastruttura a supporto dei processi mission critical.
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L’esigenza: rifare l’infrastruttura IT per supportare i nuovi processi industriali
All’interno del vasto progetto di trasformazione della cartiera di Duino, per il quale il Gruppo Mondi ha stanziato un investimento di 250 milioni di euro, si è resa necessaria una completa revisione dell’infrastruttura informatica. “Ci siamo accorti ben presto – spiega Mauro Poletti, IT Country Manager Italy del Gruppo Mondi – che l’infrastruttura IT a supporto dei processi produttivi andava completamente rifatta, perché quella esistente non avrebbe mai potuto soddisfare i requisiti di prestazioni e affidabilità richiesti”. Non dimentichiamo, infatti, che la nuova infrastruttura avrebbe dovuto supportare sia gli ambienti OT che IT, andando a toccare direttamente il core business dell’azienda.
Per (ovvii) motivi di business continuity, e tenendo conto dell’altissimo costo del downtime, il progetto si è concentrato sugli ambienti OT. “L’infrastruttura – prosegue Poletti – avrebbe dovuto garantire la massima affidabilità al processo industriale, considerando che attualmente abbiamo già 70 macchine virtuali dedicate esclusivamente al mondo OT e che sono fondamentali per monitorare e far funzionare gli impianti produttivi”.
Alta affidabilità come parola chiave del progetto
Fin dagli albori del progetto è emersa la necessità di un’architettura ad alta affidabilità: il costo dei downtime era semplicemente troppo elevato per poter correre rischi.
Per rispondere a questa esigenza, il Gruppo Mondi ha realizzato in collaborazione con WeAreProject, due data center all’interno del sito produttivo, collocati in edifici distinti e a circa 700 metri l’uno dall’altro. I due data center, inoltre, sono stati interconnessi attraverso un anello di fibra ottica dedicato, studiato per garantire una comunicazione ultraveloce e supportare la replica sincrona dei dati tra le due sale.
La sfida è stata quella di trovare un partner come WeAreProject, Platinum Solution Provider HPE, capace di tradurre sfidanti requisiti di resilienza, prestazioni, sicurezza e altissima affidabilità in una soluzione tecnologica all’avanguardia e in grado di soddisfare le esigenze dell’industria nell’era 4.0 (e oltre).
WeAreProject e HPE alla ricerca di una soluzione tailor-made
WeAreProject è stata incaricata di sviluppare da zero la nuova infrastruttura informatica della cartiera di Duino. L’obiettivo era costruire i data center e il network da zero, creando una soluzione che rispondesse fin da subito alle esigenze di resilienza, che fosse implementabile in tempi accettabili e che garantisse anche un’architettura future-proof, in grado cioè di adattarsi a eventuali evoluzioni operative dell’impianto.
A livello tecnologico, WeAreProject ha sviluppato la soluzione utilizzando tecnologie HPE per tutti i componenti infrastrutturali: per lo storage, che in un progetto incentrato sull’alta affidabilità ha un ruolo primario, ma anche per i server e le componenti di rete.
Per soddisfare i requisiti di alta affidabilità, è stata progettata e implementata una soluzione di MetroCluster basata sulla piattaforma HPE Alletra B10000, scelta non solo per le sue elevate prestazioni, ma anche per la flessibilità. “Una delle sfide principali del progetto – spiega Nicolas Rota, Presales Engineer di WeAreProject – era che l’infrastruttura dovesse essere completamente isolata dalla rete internet, a causa delle necessità di protezione della parte OT. In collaborazione con HPE, abbiamo selezionato questa piattaforma proprio per la sua versatilità, poiché supporta sì una gestione moderna in cloud, ma anche l’installazione in ambienti isolati come i dark site“.
Per quanto concerne la replica sincrona dei dati, e in particolare la tecnologia di trasferimento sottostante, il cliente ha optato per Fibre Channel rispetto a iSCSI e alla replica network, principalmente per una maggiore esperienza pregressa. Anche in questo caso, la piattaforma HPE ha offerto una soluzione flessibile, permettendo di sfruttare entrambe le opzioni e garantendo così l’adattabilità alle esigenze specifiche di questo progetto.
La restante infrastruttura, basata su server HPE e tecnologia di virtualizzazione, è stata progettata per garantire un mix ottimale di performance, sicurezza e scalabilità. La progettazione del network, in particolare, è stata particolarmente complessa per via dell’imponente estensione dell’impianto, per l’esigenza di supportare un elevato flusso dati tra i macchinari e, allo stesso tempo, per garantire un accesso sicuro ai server da parte degli operatori. Anche in questo caso, la scelta è ricaduta su apparati HPE Aruba sia nei data center che nelle aree periferiche dell’impianto (access point e switch periferici). Questi apparati sono stati selezionati per l’elevato rapporto qualità-prezzo e per la capacità di gestire in modo efficiente la rete, monitorandone costantemente le performance e permettendo interventi tempestivi in caso di criticità.
Il prossimo passo è il disaster recovery
A livello di delivery, la nuova infrastruttura è stata implementata in tempi rapidi, con installazione, configurazione e test completati in una manciata di mesi. Oggi l’infrastruttura è operativa e supporta con successo tanto i processi produttivi quanto gli ambienti IT. Per garantire un’adeguata sicurezza, inoltre, IT e OT vengono mantenuti rigorosamente separati con l’uso di fibre ottiche e di reti dedicate.
WeAreProject ha avuto un ruolo centrale anche nella progettazione e nell’implementazione del sistema di backup, sviluppando una soluzione su misura basata su procedure automatiche testate periodicamente. L’unica componente della business continuity ancora in fase di definizione è il disaster recovery, che sarà affrontato nel prossimo futuro. Le opzioni allo studio comprendono la replica asincrona o near-sync verso siti remoti o Private cloud per garantire il massimo livello di resilienza e scalabilità.