Come ottimizzare i costi per aggiornare Windows 7 a Windows 10

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Come ottimizzare i costi per aggiornare Windows 7 a Windows 10

Gartner ha calcolato le spese di upgrade al nuovo sistema operativo in termini di tempo e costi per singola macchina. Ecco le valutazioni da fare e una serie di consigli per risparmiare

Pubblicato il 12 Lug 2019

di Arianna Leonardi

La migrazione a Windows 10 è un progetto critico per la maggioranza delle organizzazioni. Con la fine del supporto a Windows 7 previsto per il 14 gennaio 2020, il passaggio all’ultimo sistema operativo Microsoft diventa obbligatorio al fine di mantenere in azienda un parco macchine omogeneo, aggiornato e protetto. Secondo le stime di Gartner aggiornate al 2018, i costi per migrare a Windows 10 sono tipicamente di 256 – 445 dollari per dispositivo, ma potrebbero esserci ulteriori variazioni al ribasso o al rialzo in base alla complessità dell’ambiente IT aziendale, agli strumenti e ai processi di gestione dei personal computer, ai metodi di migrazione adottati.

Gartner: fattori di costo per aggiornare a Windows 10

L’oscillazione di prezzo nel range stimato dall’analista dipende da una serie di fattori.

Innanzitutto, il numero di applicazioni utilizzate in azienda per cui andrà testata la compatibilità con Windows 10 prima di effettuare la migrazione; in certi casi occorrerà il coinvolgimento del fornitore per effettuare un aggiornamento.

Il secondo punto di attenzione riguarda la tipologia di device per cui si intende effettuare il passaggio al nuovo sistema operativo. Si tratta di computer recenti o obsoleti? L’azienda deve decidere se migrare soltanto i pc con Windows 7 per via del fine supporto imminente oppure cogliere l’occasione per aggiornare direttamente tutte le macchine, inclusi i dispositivi con Windows 8. Nel calcolare i costi della migrazione è indispensabile capire se per alcuni pc si rendono necessari aggiornamenti hardware o cambiamenti del Bios per supportare Windows 10.

La terza considerazione concerne il metodo di migrazione adottato: si opterà per la nuova procedura place-in (che permette di eseguire l’upgrade senza la necessità di eliminare le applicazioni e i dati presenti sul computer) oppure per il classico approccio wipe-and-load (che obbliga a cancellare programmi e files esistenti, installandoli e configurandoli nuovamente una volta implementato Windows 10 sul dispositivo)? Se la metodologia place-in garantisce risparmi in termini di tempo, lavoro e costi durante la passaggio a Windows 10 (secondo Gartner, la spesa si riduce di circa 80 dollari per macchina), non sempre è preferibile: non cancellare le precedenti applicazioni, significa trascinarsi eventuali malfunzionamenti, inefficienze e addirittura malware, con perdita di performance per la macchina e produttività per l’utente. Un fattore che influisce sulle tempistiche e sull’impegno necessari all’upgrade è l’utilizzo di soluzioni per la sincronizzazione e la condivisione dei files, che accelerano il trasferimento dei dati richiedendo il minimo intervento tecnico.

Infine, ha un’incidenza sui costi dell’upgrade a Windows 10 anche il grado di automazione introdotto in azienda per la gestione del parco macchine. Gartner distingue cinque livelli: unmanaged, somewhat managed (vengono utilizzati strumenti di gestione, ma non sono definiti processi e policy), moderately managed (strumenti, processi e policy di gestione ben consolidati, ma gli utenti possono installare le applicazioni e apportare modifiche di configurazione autonomamente), locked and well managed (come il precedente, ma gli utenti non hanno possibilità di intervento), e locked and automated (il deployment dei Pc è completamente automatizzato).

Il tempo necessario per un aggiornamento in-place è mediamente di 0,7 – 2,25 ore per macchina (a cui si somma il tempo speso per un’eventuale pulizia delle applicazioni inutilizzate e con errori a monte del processo di upgrade).

Il tempo necessario per una migrazione wipe-and-load varia in base alla tipologia di gestione del parco macchine: in un ambiente unmanaged, il tempo speso è di 5,1 ore, mentre se vige la piena automazione il tecnico può impiegare anche solo mezz’ora a dispositivo.

Come ottimizzare i costi di migrazione a Windows 10

Dalle indicazioni suggerite da Gartner, si possono estrarre alcuni consigli utili per ridurre i costi e i tempi dell’aggiornamento a Windows 10.

Innanzitutto, partire da una fase di assessment per stimare preventivamente i costi della migrazione, definendo a monte le macchine da aggiornare e le procedure di upgrade più efficienti ed efficaci per la propria realtà aziendale.

Ai fini di ridurre i costi del passaggio a Windows 10, risulta altresì fondamentale capire su quali macchine è possibile – ed effettivamente conveniente – attuare una upgrade di tipo place-in.

Infine, bisognerebbe fare tesoro dell’esperienza di migrazione a Windows 10, per sviluppare e affinare i processi di distribuzione riguardo ai futuri aggiornamenti.

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Arianna Leonardi

Collaboratrice e redattrice per numerose pubblicazioni tecniche, specializzate in Informatica, Automazione ed Elettronica, Arianna Leonardi ha maturato una significativa esperienza anche nel campo della fotografia, dell’industria video e dei media online. In ambito giornalistico, segue principalmente le tematiche legate alla digitalizzazione delle imprese, con un focus su cloud transformation, big data analytics e intelligenza artificiale. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dal 2008 e all’Associazione Nazionale dei Fotografi Professionisti, lavora con ZeroUno dal 2013.

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