eGovernment: obiettivi ambiziosi

I Paesi membri dell’Unione Europea, quelli candidati e la Commissione Europea stessa si impegnano a perseguire obiettivi di innovazione e trasformazione dei processi di e-Government decisamente ambiziosi. dovranno rendere più trasparenti ed efficaci i rapporti tra cittadini, imprese e istituzioni sulla base del principio di mobilità all’interno del mercato unico. Per raggiungere tali obiettivi, l’Ict giocherà un ruolo decisivo, anche dal punto di vista sociale e di sostenibilità ambientale. La prospettiva di Dell. Nella foto Paul Bell, capo della divisione Dell Global Public Sector

Pubblicato il 12 Feb 2010

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Malmo (Svezia) – Nei prossimi anni l’eGovernment dovrà giocare un ruolo decisivo per rendere più trasparenti ed efficaci i rapporti tra cittadini, imprese e istituzioni. Non solo: potrà dare un contributo non indifferente per favorire la ripresa economica e la sostenibilità ambientale. Queste consapevolezze sono emerse chiaramente nel corso della quinta conferenza dei ministri responsabili dell’eGovernment che si è tenuta a novembre a Malmö, in Svezia. Un evento promosso dalla presidenza svedese dell’Unione Europea al termine del quale è stata stilata una Dichiarazione molto articolata che punta a impegnare i Paesi membri, quelli candidati e la Commissione Europea a perseguire obiettivi di innovazione e trasformazione dei processi di eGovernment decisamente ambiziosi.
Al primo posto figurano la creazione di servizi “user-centric” sulla base di principi di apertura, flessibilità e collaborazione transnazionale. Servizi di questo tipo dovrebbero contribuire a creare una realtà in cui, per esempio, in modo più facile di quanto accada oggi un cittadino può andare a studiare in un Paese diverso dal suo, creare un’attività professionale in un altro ancora e trascorrere gli anni della pensione in un altro ancora.
Un’enfasi particolare, insomma, è stata posta sul concetto di “Mobilità nel mercato unico”. Un principio che, per essere messo in pratica, necessita della predisposizione di servizi efficienti ed economicamente convenienti di natura “transfrontaliera”. Accanto a soluzioni sviluppate a vantaggio di istituzioni, cittadini e aziende dei singoli Paesi, quindi, nell’Expo della conferenza di Malmö erano presenti anche progetti transnazionali come, per esempio, servizi per facilitare l’apertura di attività commerciali da un Paese in un altro. Tra gli altri esempi possibili di soluzioni citate anche nella Dichiarazione, si segnalano la firma digitale valida in tutti i Paesi, le carte d’identità elettroniche riconosciute da tutte le amministrazioni, servizi autorizzativi e di pagamento fondati su standard comuni. Tra le finalità di queste innovazioni vi è anche quello di “rendere il mercato unico europeo più competitivo nello scenario economico mondiale”.
Un altro obiettivo comune su cui si è molto discusso è l’uso dell’Ict per raggiungere finalità di sostenibilità ambientale. “L’Ict – ha detto Uffe Toudal Pedersen, segretario permanente e Ministro della Scienza, della Tecnologia e dell’Innovazione della Danimarca – può contribuire al conseguimento di questi obiettivi in due modi: il primo è attraverso la riduzione delle emissioni dell’Ict stessa; il secondo è tramite il suo utilizzo a supporto di politiche “green” che prevedano, per esempio, cambiamenti nel modo di lavorare e di condurre i business”.
Sia nella Dichiarazione dei ministri sia nei convegni che si sono susseguiti a Malmö è emersa la volontà di rafforzare la collaborazione tra amministrazioni, società civile e “terze parti”. Un posto decisivo tra queste viene riconosciuta ai produttori di tecnologie Ict, alcuni dei quali presenti all’evento svedese. Tra questi Dell, un fornitore da anni impegnato sia a offrire uno spettro completo di prodotti e servizi alle pubbliche amministrazioni, sia a sviluppare politiche e tecnologie “green”.
Il vendor era presente alla quinta conferenza interministeriale sull’eGovernment con Paul Bell, capo della divisione Dell Global Public Sector, che ZeroUno ha avuto modo di intervistare. “Attualmente – ha dichiarato Bell – l’Ict consuma circa il 5% di tutta l’energia elettrica prodotta. Poiché non è pensabile una riduzione nell’utilizzo delle tecnologie, è il momento che sia le aziende sia le pubbliche amministrazioni incomincino a ragionare sull’impatto ambientale dell’Ict”. Secondo Bell l’Ict può dare un significativo contributo a ridurre le emissioni di CO2 in due modi. “Quando abbiamo iniziato a realizzare i primi prodotti It – ha spiegato nel corso dell’intervista – l’energia costava relativamente poco. È solo da due o tre anni che l’aumento dei costi energetici è diventato un’emergenza. Nel frattempo, però, abbiamo sviluppato prodotti molto più efficienti. Le ultime famiglie di server, per esempio, consumano il 30% in meno di quelle della generazione precedente”.
La riduzione dell’impatto ambientale dell’Ict, secondo Bell, non passa comunque solo dalla sostituzione delle vecchie tecnologie con quelle nuove meno energivore. “Negli ultimi anni è maturata la metodologia della virtualizzazione – ha aggiunto – che permette di far compiere a un numero minore di dispositivi molti più carichi di lavoro. Meno dispositivi significa maggiori risparmi di energia e di spazi fisici. Allo stesso tempo con la virtualizzazione aumenta l’efficienza dei servizi: basti pensare quante applicazioni si possono trovare dietro un’unica interfaccia – come può essere quella di Facebook – cui si accede con un unico account”. La virtualizzazione, lo sviluppo dei social network e del cloud computing, la disponibilità di dispositivi sempre più piccoli e potenti, riducono la necessità di spostarsi sul territorio e favoriscono il lavoro a distanza. “Unendo tutti questi vantaggi – ha affermato Bell – l’Ict offre veramente oggi un footprint più green”.
Mentre ragionano e discutono sull’opportunità di sviluppare nuovi servizi e nuove reti – anche transnazionali – per l’eGovernment, secondo Bell, le Pa devono mirare a semplificare le architetture It. Nella dichiarazione dei ministri di Malmö si afferma più volte che i risparmi che si possono ottenere con una gestione più razionale, aperta e flessibile dell’Ict devono essere reimpiegati per favorire l’innovazione. “Il nostro approccio alle architetture e ai servizi It – ha chiarito il top manager di Dell – è ispirato a modularità, flessibilità e adozione di standard aperti. Su questa base abbiamo poi sempre cercato di sviluppare la maggiore innovazione possibile”.
Per quanto concerne, invece, un altro tema caro ai promotori dell’eGovernment, quello della tutela della privacy e della sicurezza, Bell ha così risposto: “In Dell abbiamo sviluppato un approccio completo alla sicurezza, che parte dalla protezione dei dati sui singoli device per arrivare alla security degli ambienti di cloud computing. Tra i nostri clienti ci sono alcune tra le realtà più esigenti in fatto di standard di sicurezza come forze militari e servizi d’intelligence”.
Queste e altre expertise accumulate da Dell lavorando a contatto con realtà del settore pubblico si sono trasformate in best practice che il vendor può mettere a disposizione di nuovi utenti. Particolarmente significative, secondo quanto Bell ha raccontato a ZeroUno, sono le esperienze che il vendor ha accumulato a livello mondiale nel mondo dell’Education. “Abbiamo connesso centinaia di migliaia di classi in diversi Paesi”, ha raccontato. Un altro settore che ha visto il fornitore di tecnologie Ict molto impegnato è quello della Sanità. “In Germania, per esempio – ha spiegato – molti ospedali utilizzano i nostri tablet Pc per permettere ai medici di visualizzare, mentre effettuano le visite in corsia, tutti i dati clinici relativi a loro pazienti, radiografie incluse”.
Alle expertise verticali, Dell aggiunge anche quelle orizzontali. Per citarne solo un paio, si segnalano la migrazione dei servizi dalle architetture legacy alle nuove piattaforme Windows, oppure la creazione di ambienti di cloud computing “privati” su misura delle pubbliche amministrazioni.

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