Come sarà il 2020 della blockchain? I 5 keypoint secondo IBM

Una indagine realizzata dal team IBM Blockchain individua in Governance, Interconnessione, Integrazione con altre tecnologie esponenziali (IoT, Ai, 5G), Validazione contro le frodi e Central Bank Digital Currency CBDC i punti chiave che segneranno lo sviluppo dei progetti nel corso del 2020

Pubblicato il 01 Feb 2020

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Quest’anno più che mai il mercato sente la necessità di capire come e dove la blockchain porta valore nelle imprese e nelle Pubbliche Amministrazioni. Il 2019 è stato un anno fondamentale che ha sancito il passaggio della blockchain sul piano della comunicazione da tecnologia a piattaforma per la creazione e lo sviluppo di nuovi ambienti transazionali e relazionali. Nel 2019 è apparso più chiaro cosa può fare la blockchain e gli ambiti nei quali può portare valore nelle imprese, nelle organizzazioni e nelle Pubbliche Amministrazioni. Di pari passo sono emersi in modo più chiaro anche i temi sui quali la comunità di coloro che credono nelle prospettive della blockchain devono saper lavorare per dare risposte nuove e più convincenti.

Nelle scorse settimane è stato molto utile avere le indicazioni della ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano e dei dibattiti e contributi che ha saputo sviluppare e proporre. (leggi i servizi su Liberare tutto il potenziale della blockchain e su Parlano istituzioni, aziende, provider sullo sviluppo della blockchain).

I cinque punti chiave della blockchain nell’indagine del team IBM Blockchain

Un contributo prezioso per leggere il 2020 della blockchain (e per proiettare lo sguardo anche oltre) ci arriva anche da una ricerca realizzata dal team IBM Blockchain che voluto mettere a fattor comune le competenze e le conoscenze dei propri esperti e di tutti coloro che vivono la blockchain presso le aziende clienti allo scopo di individuare i cinque punti chiave sui quali la blockchain gioca le proprie prospettive per il 2020.

Nuovi modelli di governance ispirati al pragmatismo

Adottare un progetto blockchain significa spesso ridisegnare relazioni, processi, logiche di gestione e di automazione, ovvero significa mettere mano in modo profondo alla governance. Difficile, a volte forse utopistico pensare o immaginare dei modelli di governance “universali“, che sappiano raccogliere l’adesione di tutti i partecipanti. Il report IBM ci dice che il 41% delle imprese e organizzazioni nel momento in cui pensa al fattore chiave per la propria blockchain (sia in fase PoC, Proof of Concept, o MVE, Minimal viable ecosystem) pensa alla necessità di una Governance.

Il 2020, secondo l’indagine di IBM porterà nuove soluzioni in termini di governance a livello di processi decisionali, di sistemi di autorizzazione e di gestione, standardizzata, dei dati. Alzando lo sguardo verso il futuro il report indica che il 68% dei CTO e dei CIO nutrono aspettatuive su modelli di governance che permettano di gestire una scalabilità a livello di interazioni tra diverse reti blockchain. Tra i punti chiave per questi nuovi scenari legati alla governance c’è la capacità di cooperazione, collaborazione e naturalmente partecipazione.

Non c’è blockchain se non c’è interconnessione

L’interconnesione a livello di blockchain sarà sempre più una realtà. Certamente è una delle esigenze che più si sono fatte sentire nel 2019. Dalla nota della ricerca IBM oggi è una buona notizia, ovvero una previsione che viene incontro a esigenze sempre più forti da parte della comunità di chi sulla blokchain ci sta lavorando e teme, a fronte dello di problemi di interconnessione e, aggiungiamo di interoperabilità, di vedere compromessi i propri investimenti.

L’indagine conferma che il valore della blockchain arriva dalla capacità di lavorare sulla collaborazione. Ci sono comunque i rischi legati al fatto che con un crescente numero di partecipanti in un network è difficile aspettarsi scelte univoche a livello di provider o di ambiente di elaborazione e applicazione. L’interconnessione è un percorso lungo, spesso complesso e le logiche che stabiliscono i criteri di interoperabilità possono cambiare significativamente da un’organizzazione all’altra. La ricerca ci dice che l’83% delle imprese è convinta che governance e standard per garantire interconnessione e interoperabilità tra reti blockchain,sono tra i fattori chiave nella scelta di aderire a un network blockchain dedicato a un settore di business.

Una blockchain sempre più integrata con IoT, AI, Edge e altre tecnologie

Il terzo punto dell’indagine IBM attiene alla crescente integrazione della Blockchain con altre tecnologie. In particolare ci sono tecnologie esponenziali come Internet of Things, Edge Computing, 5G, Artificial Intelligence che si troveranno sempre più frequentemente integrate in progetti blockchain allo scopo di generare nuovi servizi per i membri del network. La capacità delle blockchain di esprimere valore in abbinamento con Internet of Things e AI rappresentano un fattore di sviluppo sempre più potente per i mercati che stanno adottando le soluzioni blockchain. Da una parte l’affidabilità e la fiducia che arriva con la blockchain e dall’altra, in modo sempre più integrato, le gestione di fonti di dati sempre più diffuse e pervasive che arrivano grazie alle nuove generazioni di IoT. I temi dell’affidabilità dei dati, della loro protezione, del controllo delle fasi del processo di analisi e decisionale saranno ambiti in cui si esprime il valore aggiunto di questa integrazione.

La validazione blockchain come contrasto alle frodi

La blockchain conferma la capacità di rispondere ai temi del risk management e delle frodi in particolare, come sottolinea l’indagine, con strumenti di validazione in contrasto alle fonti di dati fraudolente. I dati mostrano che nell’88% dei casi le istituzioni considerano la garanzia di standard per la comunicazione dei dati da e verso le reti blockchain come un fattore chiave nella scelta di adesione a un network di riferimento per un settore di business. Nello stesso tempo fiducia e  trasparenza appaiono a loro volta come elementi irrinunciabili. Emerge la necessità di nuovi meccanismi di protezione dei dati e le blockchain, grazie agli strumenti di validazione e cripto-ancoraggi, a beacon e IoT, e alle soluzioni che sono in grado di collegare le risorse digitali al mondo fisico, consentono anche di incorporare dati da fonti esterne nelle reti. Con queste soluzioni si riduce la necessità di un intervento umano, si riduce lo spazio legato alla “soggettività” di scelte autonome e si riduce il rischio di errori.

Per le banche centrali la sfida blockchain si chiama Central Bank Digital Currencies

La ricerca sottolinea che le banche centrali si svilupperanno anche come  centri di vendita e distribuzione di Central Bank Digital Currencies. Ed è proprio il tema delle central bank-backed digital currencies (CBDC) una delle questioni sulle quali più si concentra l’attenzione del mondo finanziario e monetario. E a questo proposito va segnalato coem anche il World Ecomomic Forum abbia recentemente lanciato un consorzio per la Governance delle Digital Currency (leggi QUI)

Le CBDC appunto unitamente a token e crytpovalute sono un tema centrale per lo sviluppo del mercato dei capitali.  La tokenizzazione di asset così come la conversione in token digitali e la possibilità di aprire nuove forme di trasazione, negoziazione o gestione e custodia sono alla base della digital trasformation del capital market.  Da una parte si possono creare nuovi servizi, si apreno le porte alla valorizzazione di mercato di nuovi asset e nello stesso tempo si possono sviluppare nuove forme di efficienza e di controllo. Il 58% delle organizzazioni intervistate nell’ambito della ricerca di IBM è allineata sulla convinzione che con la tokenizzazione possono arrivare nuove fonti di business in termini di asset scambiabili all’interno di nuovi mercati abilitati dalla blockchain.

L’indagine ci ricorda che ci sono aree come Asia, Medio Oriente e Caraibi che hanno avviato sperimentazioni con CBDC in tempo reale. La ricerca aggiunge inoltre che queste digital currency aumenteranno la loro importanza e contribuiranno a cambiare l’industria dei pagamenti digitali. Si prevede una prima fase di espansione con la vendita di CDBC all’ingrosso, e seguirà una seconda fase in cui le CDBC verranno sperimentate anche a livello retail. Ma quel che forse più conta è che la tokenizzazione di asset e titoli (es. obbligazioni centrali per i buoni del tesoro) aumenteranno di interesse.

La ricerca cita un ultimo punto, che vogliamo leggere come una sorta di sesto punto chiave che in qualche modo li attraversa tutti e che a nostro avviso appar a sua volta come estremamente importante: la digital identity basata sulla blockchain. Il dibattito, le idee e i progetti sono quanto mai vivi in questa fase e il raggiungimento di un servizio di identity realmente condiviso che permetta di unificare la gestione delle identità digitali in modalità decentralizzata può rappresentare una leva fondamentale per lo sviluppo di tanti altri fenomeni.

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