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Blockchain nel settore pubblico, qual è l’impatto attuale?

A oggi solo l’8% degli enti del settore pubblico utilizza la blockchain ma un 35% che è in fase di sperimentazione

Pubblicato il 29 Ott 2020

blockchain nel settore pubblico

Le organizzazioni pubbliche sembrano essere consapevoli delle potenzialità della blockchain ma sono ancora pochi coloro che hanno una conoscenza reale di questa tecnologia. È quanto emerge dallo studio di BDO (organizzazione internazionale di consulenza e revisione aziendale) focalizzato sull’impatto che la blockchain sta avendo e avrà su enti e organizzazioni del settore pubblico e, di conseguenza, sui cittadini, in Emea (89%), America(9%) e Asia- Pacifico (2%). In tale contesto, si legge nell’indagine, anche il nostro Paese si prepara alla rivoluzione blockchain: l’Italia è entrata nella European Blockchain Partnership (l’iniziativa che mira a promuovere la collaborazione tra gli stati UE per lo scambio di esperienze, sia a livello tecnico sia sul piano della regolamentazione) e, secondo gli uomini di BDO, se guardiamo ai numeri del mercato, in base ai dati dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano, si vede che i progetti sono in crescita, come anche le risorse stanziate.

Blockchain e settore pubblico: numeri ancora poco soddisfacenti

Entrando nel dettaglio dei numeri: il 30% dei partecipanti ha dichiarato di averne una minima conoscenza pratica mentre il 56% ha dichiarato di avere una conoscenza teorica.

Ancora del tutto insoddisfacenti, però i dati di utilizzo concreto di questa tecnologia: solo l’8% ha effettivamente lanciato delle soluzioni basate su blockchain, a fronte di un 35% che è in fase di sperimentazione e di un 43% ancora in fase di studio dei suoi possibili utilizzi.

La Legge di Bilancio 2019 ha previsto lo stanziamento di fondi per la promozione e lo sviluppo di progetti basati sulla blockchain, sull’intelligenza artificiale e sull’IoT – Internet of things. Quarantacinque milioni in totale per un fondo ad hoc con una dotazione di 15 milioni di euro per ogni anno: 2019, 2020 e 2021, con l’obiettivo di accrescere la competitività e la produttività del sistema economico, in linea con quanto stabilito nel programma Industria 4.0.

Pubblica Amministrazione, Sanità e Servizi Sociali guidano il comparto dei settori maggiormente orientati a rivedere i propri processi e funzioni in relazione alla blockchain.

La percentuale più alta dei partecipanti rappresenta la Pubblica Amministrazione (28%), che include principalmente governi, enti federali e corporation governative; al secondo posto troviamo le Amministrazioni municipali (20%), che includono organizzazioni e comunità locali; il terzo settore maggiormente rappresentato è quello della Sanità e dei Servizi Sociali (15%).

In generale, circa il 57% delle organizzazioni che hanno preso parte alla survey sono fiduciose sul fatto che la blockchain sia la tecnologia più giusta per il settore Pubblico e che possa essere utile per risolvere alcune problematiche legate ai servizi: come per esempio l’implementazione dei pagamenti elettronici, che permetterebbero una riduzione dei costi e faciliterebbero il contrasto alla corruzione all’interno del settore.

Quali sono gli ostacoli principali alla diffusione della blockchain nel settore pubblico? Dove si sperimenta?

L’80% ritiene che via sia una mancanza di regolamentazione della materia; il 75% considera dispendiosa l’implementazione di questa tecnologia e il 66% lamenta una mancanza di volontà politica.

In Italia, le Pubbliche amministrazioni stanno guardando con forte interesse al tema blockchain e stanno iniziando a sperimentare.

Tra le regioni più attive su questo fronte c’è sicuramente Regione Lombardia che, dopo aver sperimentato la tecnologia per il premio “Lombardia è Ricerca”, ha scelto il comune di Cinisello Balsamo per applicare la blockchain al progetto «Nidi gratis». L’obiettivo è semplificare e velocizzare l’accesso al bando, attraverso una piattaforma che verifichi in modo automatico il possesso di tutti i requisiti per l’azzeramento della retta.

A livello comunale, invece, si è già mosso il Comune di Bari che ha sperimentato la blockchain in un progetto per la digitalizzazione del processo di gestione delle polizze fideiussorie.

Anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha già iniziato a utilizzare la blockchain per due progetti: PoSeID-on, una piattaforma innovativa per la gestione e protezione dei dati personali, e per SUNFISH, soluzione di federazione sicura tra cloud differenti per la condivisione protetta di dati.

In ambito Universitario, diversi atenei si stanno attrezzando per certificare le lauree con una notarizzazione su blockchain. L’Università di Milano-Bicocca ha introdotto un sistema blockchain per garantire agli studenti la validità e l’integrità di documenti e certificati ufficiali sul web.

Molte altre pubbliche amministrazioni in Italia si sono attivate, dalle dogane alla motorizzazione, come segnale che hanno compreso la portata innovativa della tecnologia e stanno iniziando a sperimentarla.

Così, anche per la Pubblica Amministrazione italiana, la blockchain non è più solo una prospettiva da studiare e da esaminare “da lontano”, ma è una realtà da discutere.

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