Tre giorni, una città intera in fermento e un concetto chiaro e trasversale in tutti gli speech: agentic AI. A Dreamforce 2025, Salesforce riscrive il significato di impresa digitale proiettando il pubblico globale – 50.000 presenti a San Francisco e un milione collegati in streaming – in una nuova dimensione dell’automazione intelligente.
Con il debutto di Agentforce 360, la piattaforma che unisce persone, dati e agenti AI autonomi in un unico ecosistema dinamico e adattivo per il marketing e le vendite, il CEO della tech company, Marc Benioff, dichiara ufficialmente aperta l’era della agentic enterprise. E questa volta il futuro non è in beta: è già disponibile.

In una sala plenaria gremita da 12.500 persone provenienti da ogni parte del mondo – si è intravisto anche qualche robot – Benioff ha illustrato le strategie della tech company fondata proprio qui, a San Francisco, nel 1999 e che da 23 anni rinnova questo appuntamento globale con clienti, partner, analisti e stampa.
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Dreamforce 2025: a San Francisco va in scena la nuova era dell’IA
Un appuntamento annuale quello con Dreamforce, diventato ormai l’evento di punta della città del Golden Gate. Una città con molti problemi, ma che durante i giorni della manifestazione è letteralmente immersa nell’atmosfera della “ohana” – in lingua hawaiana, la famiglia in senso allargato, non solo quella a cui si è legati da vincoli di sangue – Salesforce. Benioff, che alle isole Hawaii è particolarmente legato, come di consueto ha invitato una famiglia kanaka maoli a benedire con una breve cerimonia propiziatoria l’avvio della kermesse.

“Becoming agentic enterprise”, ovvero diventare un’azienda agentica, non è più un’opzione ma piuttosto un imperativo oltre che il leitmotiv, il tema ricorrente, nell’edizione di quest’anno. A testimonianza del fatto che l’AI agentica è ben più di un hype tecnologico. Piuttosto, una rivoluzione silenziosa destinata a sovvertire non solo le regole del mercato del Software-as-a-Service ma quelle dell’intera gestione di dati, applicazioni, flussi di lavoro in azienda.
“Benvenuti nell’era dell’agentic enterprise” è il saluto che segna l’avvio ufficiale della kermesse e che non lascia spazio a interpretazioni fumose. L’AI agentica è una realtà non più una chimera. L’evoluzione forse più radicale dell’automazione intelligente, che dopo AI generativa, copiloti e assistenti compie una svolta epocale rescindendo anche l’ultimo legame di sudditanza con l’operatore umano, abilitando sistemi governati dagli algoritmi con un’autonomia decisionale e operativa mai vista prima.

Salesforce è “customer zero“: il modello di azienda agentica
Dal palco del keynote, Benioff presenta Agentforce 360. La piattaforma, che integra tutta l’offerta di agenti AI autonomi della casa californiana, è il risultato di un affinamento progressivo della tecnologia avvenuto nel corso dell’ultimo anno, sulla base dei feedback relativi alle oltre 12mila implementazioni realizzate dai clienti e dell’esperienza diretta di Salesforce stessa. «Noi siamo il cliente zero delle nostre soluzioni, con 1,8 milioni di conversazioni gestite dagli Agentforce, il 77% delle quali risolte dall’agente stesso, senza alcuna necessità di intervento umano. I numeri legati ad Agentforce, con oltre 100 milioni di dollari di risparmi annuali stimati nell’area del supporto e Customer Care dall’introduzione degli agenti AI in azienda, dimostrano come l’azienda agentica possa davvero diventare una realtà».
In questo nuovo modello d’impresa «l’AI non sostituisce le persone – assicura Benioff – ma le valorizza, elevando potenziale e capacità umane come mai prima d’ora. Mettendo a fattor comune operatori umani, agenti e applicazioni, fornendo il giusto contesto agli agenti AI e assicurando una governance unificata dei dati, ogni lavoratore e ogni azienda ha finalmente la possibilità di raggiungere risultati finora impossibili da ottenere».
Sul palco anche Michael Dell, fondatore e CEO dell’omonima tech company, che ha spiegato il percorso intrapreso per trasformare Dell in una agentic enterprise, chiarendo come l’azienda abbia lavorato negli ultimi mesi soprattutto sull’automazione intelligente della Supply Chain, utilizzando la tecnologia Agentforce per l’orchestrazione automatica dei processi della catena di fornitura.
Il manager ha anche anticipando l’intenzione di impiegare gli agenti AI, o quelle che lui chiama «macchine pensanti», in modo sempre più diffuso e trasversale in azienda.

Benioff: «Importante superare l’agentic divide»
Benioff sottolinea come l’ostacolo più grande alla diffusione ubiqua degli agenti AI in azienda sia quello che il manager chiama “agentic divide”, il gap che caratterizza le architetture attuali, dove la governance è un miraggio e i dati sono ancora scarsamente integrati e, quindi, impossibili da gestire in tempo reale e soprattutto non affidabili. Un limite che l’azienda californiana si impegna a superare facendo leva sul modello fortemente integrato che caratterizza Agentforce 360.
La piattaforma è accessibile direttamente dalle applicazioni aziendali di Customer 360 e integra l’interfaccia conversazionale Slack, che permette ad agenti e umani di collaborare condividendo conoscenza, dati e azioni in tempo reale, oltre al layer di unificazione Data 360. Quest’ultimo «converte i dati grezzi in informazioni a cui gli agenti AI possono attingere per portare a termine i propri compiti in modo efficace – sottolinea Shibani Ahuja, Senior Vice President Enterprise IT Strategy di Salesforce – e permette di accedere in tempo reale a qualsiasi record, interno ed esterno all’azienda, senza doverlo spostare o duplicare, grazie alle funzionalità Zero Copy».

La soluzione Salesforce fornisce, quindi, agli agenti AI l’accesso in tempo reale a dati aggiornati, attendibili e semanticamente allineati o, detto in altre parole, quel contesto che è fondamentale per far sì che l’agente sia in grado di fornire sempre risposte efficaci, insight di qualità ed eseguire in autonomia interi flussi di lavoro (non più singoli task come in passato), nel rispetto dei processi e della logica aziendale.
Per spingere l’adozione della nuova generazione di agenti intelligenti, Salesforce rinnova non solo l’impianto tecnologico ma anche le modalità attraverso cui le organizzazioni possono introdurli progressivamente nei propri processi, adattandosi a ritmi ed esigenze anche molto diversi. Cambia, quindi, il modello di pricing, che prima prevedeva un addebito fisso di 2 euro per ogni conversazione. Tre le opzioni disponibili attualmente:
- Conversation based: alle aziende che vogliono pagare per il solo utilizzo effettivo è riservata una tariffa di 2 euro per ogni conversazione.
- Flex credits: per le organizzazioni che vogliono mantenersi all’interno dei limiti di un utilizzo prevedibile degli agenti, sono disponibili tariffe ridotte in cambio di impegni anticipati sotto forma di credito flessibile – con tagli minimi da 500 euro per 100.000 crediti spendibili, che si riducono di volta in volta di 20 unità (l’equivalente di 10 centesimi di euro) per ogni azione compiuta dall’agente.
- Standard Success Plan: per le realtà che vogliono usare gli agenti AI senza pensieri è disponibile un modello con tariffazione mensile senza limiti che include tutte le licenze.
Come cambia la vita del team IT
Alla conferenza, l’attenzione si è poi spostata in chiusura della prima giornata sull’evoluzione del ruolo dell’IT e sui cambiamenti che stanno investendo la routine quotidiana degli operatori del supporto tecnico e degli sviluppatori. Un’area, questa, dove l’intelligenza artificiale agentica promette di trasformare radicalmente il modo in cui i team gestiscono l’erogazione dei servizi, la gestione del ticketing e il supporto interno.
Ahuja ha presentato Agentforce IT Service, una piattaforma progettata per creare e implementare agenti autonomi che supportano la gestione ottimizzata dei servizi informatici. L’interfaccia conversazionale sempre attiva, integrata negli strumenti di collaboration come Slack o Microsoft Teams, permette agli utenti dei servizi IT di ricevere soluzioni personalizzate e conformi alle best practice ITIL (Information Technology Infrastructure Library) senza attese, automatizzando e velocizzando l’intero ciclo di gestione degli incidenti.
Gli agenti collaborano con il team IT e i dipendenti per automatizzare e ottimizzare i processi, gestire le richieste, fornire supporto 24×7 e migliorare l’efficienza complessiva del servizio di assistenza.
Anche la vita degli sviluppatori è destinata a cambiare radicalmente con il nuovo strumento di Vibe Coding Agentforce Vibes. Il Vibe Coding è un approccio innovativo allo sviluppo software che impiega l’AI generativa per tradurre il linguaggio naturale in istruzioni di programmazione. La piattaforma include un agente AI autonomo che velocizza tutte le fasi di sviluppo automatizzando la generazione di codice a partire da una semplice descrizione testuale delle funzionalità desiderate. Progettato per collaborare in coppia con il suo sviluppatore “umano” di riferimento, offre suggerimenti mirati basati sulla comprensione del contesto del progetto, genera codice, crea i casi di prova, esegue il debug, testa e distribuisce app e agenti AI Salesforce.











