Osservatorio Bi: benefici superiori alle criticità

Presentati i risultati dell’indagine del Politecnico di Milano sulla business intelligence. Più efficacia nelle decisioni e maggiore rapidità di reazione i vantaggi principali derivanti dai sistemi di Bi. Tra le altre caratteristiche positive emerse, maggiore visibilità sulle informazioni, più facile condivisione della conoscenza, controllo delle attività aziendali e misurazione delle performance complessive. Scarsa qualità dei dati, difficoltà di integrazione e nel cambiamento dei processi, mancanza di commitment dei C-level tra le criticità 

Pubblicato il 29 Gen 2009

lente-bi-100

Interviste dirette a più di 250 imprese con approfondimento di oltre 70 casi la base empirica su cui si è fondata la Ricerca dell’Osservatorio sulla Business Intelligence, ultimo nato tra i già numerosi osservatori della School of Management del Politecnico di Milano e promosso dal professor Carlo Vercellis, il responsabile scientifico.
La ricerca ha avuto una duplice finalità: la prima, fotografare il grado di diffusione dei sistemi di Business Intelligence (Bi) e le tendenze in atto; la seconda, identificare percorsi di eccellenza nell’adozione di tali sistemi per acquisire consapevolezza sulle modalità con cui si possono definire, mediante il loro impiego, differenziali competitivi e vantaggi strategici.
Un’analisi avvalorata dal fatto che, negli ultimi anni, i sistemi di Bi hanno avuto una crescente diffusione e questo trend si prevede possa continuare anche in futuro: le prospettive di mercato indicano infatti una crescita che oscilla intorno all’8% annuo per il quinquennio 2009-2013.
I risultati emersi dall’indagine hanno messo in evidenza numerosi e interessanti elementi: maggiore efficacia decisionale e maggiore rapidità di reazione quali vantaggi principali conseguiti con i sistemi di Bi, accompagnati da una visione unitaria delle informazioni e una facilitata condivisione della conoscenza tra gli attori organizzativi; valore strategico della Bi derivante dalla disponibilità di potenti strumenti di controllo delle attività aziendali e di misurazione delle performance complessive; ruolo sempre più mission critical dei questi sistemi che si traduce in un fattore di vantaggio competitivo, con particolare riferimento agli analytics predittivi e agli strumenti di ottimizzazione.

BI: i vantaggi
Miglioramento dell’efficacia del processo decisionale e migliore capacità e rapidità di reazione risultano essere i principali vantaggi conseguiti con i sistemi di Bi: in misura maggiore per le grandi aziende (rispettivamente il 73% e il 68% degli interpellati) rispetto alle Pmi (65% e 67%). Seguono la riduzione del tempo/costo di analisi dei dati (45% grandi aziende e 53% Pmi) e la maggiore armonizzazione agli obiettivi strategici (51% per le grandi e il 45% per le piccole e medie imprese) (vedi figura 1).

Figura 1: Principali vantaggi conseguiti con i sistemi di Bi
(cliccare sull’immagine per ingrandirla)

Tra i benefici di natura organizzativa la visione unica delle informazioni e la loro maggiore condivisione occupano il vertice della classifica con alcune differenze tra le imprese di grandi dimensioni e le Pmi: per le prime si conta rispettivamente il 62% e il 46% delle risposte, per le seconde il 57% e il 36% (vedi figura 2).

Figura 2: Benefici di natura organizzativa ottenuti grazie alla Bi
(cliccare sull’immagine per ingrandirla)

Percentuali di risposta tendenzialmente simili per quanto concerne il minor carico di lavoro della funzione It e il miglioramento nella comunicazione e nel coordinamento tra gli attori. Le tipologie di vantaggi evidenziati vanno a confermare le principali motivazioni dichiarate dagli intervistati riguardo all’adozione di un sistema di Bi. Adozione influenzata non esclusivamente da parte della funzione It: essa è tra i promotori di iniziative di Bi soltanto nel 54% dei casi per le grandi aziende e nel 29% per le Pmi. Mentre è significativamente elevata la percentuale assegnata alla direzione generale, a conferma del ruolo sempre più strategico che sta acquisendo la Bi, soprattutto in riferimento alle applicazioni di Business Performance Management. Appare non trascurabile l’influenza esercitata dalle funzioni amministrazione, finanza e controllo, il marketing e il commerciale.

Ma quali sono le criticità?
La scarsa qualità dei dati, la difficoltà di integrazione con altri applicativi, la difficoltà nel cambiamento dei processi e la mancanza di commitment dei C-level rappresentano le principali barriere e criticità che ostacolano l’adozione di sistemi di Bi sia per le grandi aziende sia per le Pmi. Risulta particolarmente sentito per le grandi imprese il problema dell’integrazione, data la complessità dei sistemi It e delle connesse infrastrutture. Mentre le Pmi riscontrano in misura maggiore le resistenze culturali al cambiamento.
La procedura di selezione di un sistema di Bi prevalente è quella formale, soprattutto per le imprese di grandi dimensioni, mente per le Pmi la scelta viene effettuata dal promotore della Bi in azienda o verte verso il medesimo vendor fornitore del sistema gestionale.
Tra i criteri di scelta sono emerse differenze tra le grandi aziende e le Pmi: le prime considerano l’integrazione con altri applicativi come criterio principale seguito dalla flessibilità e semplicità d’uso, dalla ricchezza di funzionalità, dalla scalabilità e velocità di elaborazione; le seconde privilegiano la semplicità d’uso, la flessibilità, l’assistenza e il costo.

Figura 3: Le tre tipologie di percorso seguite dalle aziende nelle scelte di investimento verso la Bi
(cliccare sull’immagine per ingrandirla)

Le imprese di grandi dimensioni sono orientate verso suite di Bi (il 40% degli intervistati) e a piattaforme di Bi (28%), invece le Pmi tendono a preferire architetture di tipo Best of Breed per applicazioni verticali (33%). Per quanto riguarda la gestione della governance dei sistemi di Bi, attraverso il confronto tra gli investimenti infrastrutturali (legati tra l’altro ad attività di enterprise application integration, service oriented architecture, software as a service) e gli investimenti relativi a strumenti di Bi (includendo anche tecnologie limitrofe quali Crm e supply chain management) sono emersi, con particolare riferimento a imprese di dimensioni maggiori tre tipologie di percorsi ricorrenti (vedi figura 3): percorso pragmatico (caratterizzante il 54% delle imprese intervistate) vale a dire passi graduali nell’introduzione di un sistema di Bi, strumenti adottati solo quando vi è l’esigenza, adeguamenti infrastrutturali affrontati solo al momento necessario per evitare inefficienze; percorso sistemico (imboccato dal 18% del campione) secondo il quale l’introduzione di strumenti di Bi avviene seguendo il criterio della coerenza infrastrutturale e lo stimolo all’utilizzo da parte degli utenti si compie in un momento successivo; percorso creativo (seguito dal 28% degli interpellati), in cui assumono prevalenza le attività della funzione It volte a incoraggiare e assecondare le esigenze di accesso ai dati e di analisi evolute derivanti da utenti delle varie funzioni, mentre passano in secondo piano eventuali necessità di uniformità architetturale.

Scelte funzionali: il reporting ha un certo peso
Query e reporting ad hoc sono ancora le funzionalità più utilizzate, nonostante la disponibilità di strumenti più sofisticati, quali Olap, cubi, dashboard e analytics. Dashboard e score card prevalgono nell’uso ai vertici aziendali, direzione generale e top management, ma presenti anche nelle funzioni di amministrazione e controllo, nonché nel commerciale e nel marketing. Gli strumenti di ottimizzazione non sono più impiegati solo nella logistica-operations, ma incominciano a interessare il marketing, per esempio per la pianificazione delle campagne e il geo-marketing. L’analisi comparata della diffusione delle funzionalità di Bi rispetto ai settori di attività indica che le funzionalità di accesso ai dati mediante query e reporting sono impiegate nella larga maggioranza delle imprese. Mentre il settore bancario/assicurativo prevale per il ricorso a metodi predittivi e di data mining, ricorso da parte anche di alcuni sotto-comparti nelle telco e nella grande distribuzione organizzata (vedi figura 4).

Figura 4: Quadro delle principali funzionalità di Bi preferite dalle aziende classificate per settore merceologico
(cliccare sull’immagine per ingrandirla)

Il maturity model
È stato presentato, sulla base delle rilevanze emerse dalla ricerca, un maturity model che classifica le imprese rispetto al loro effettivo grado di padronanza e di utilizzo degli strumenti di Bi. Sulla base di due dimensioni considerate (pervasività della Bi ed estensione delle funzionalità con una parziale correzione data dalla percentuale di knowledge worker che utilizzano applicazioni di Bi) sono stati identificati quattro tipologie di imprese.
Aziende con Bi iniziale – Bi basilare: aziende ai primi passi nell’ambito dei sistemi di Bi con possibile evoluzione verso un grado di maturità più elevato e aziende con un’iniziativa di Bi già da tempo avviata e che non intendono evolvere verso stadi successivi; utilizzo esclusivo di funzionalità di query e reporting da parte di una singola funzione e, solo episodicamente, da altre funzioni; numero di utilizzatori esiguo, management intermedio e staff della funzione coinvolta.
Aziende con Bi mirata: imprese che, nonostante il grado di pervasività limitato, impiegano, accanto agli strumenti di accesso ai dati e di sistemi di misurazione delle prestazioni, anche specifiche soluzioni verticali di nicchia basate sugli analytics; il buon livello qualitativo nell’impiego di strumenti di Bi resta rilegato a una sola funzione con evidenti limitazioni nel trarre un beneficio adeguato alle potenzialità per l’azienda nel suo complesso.
Aziende con Bi integrata: aziende con un elevato grado di diffusione di impiego di strumenti per l’accesso rapido ai dati e per la misurazione delle performance (da semplici dashboard a sistemi di scorecard per il top management); aziende information-driven con un’intelligenza distribuita che facilita la comunicazione e la condivisione della conoscenza, fattori abilitanti l’ottimizzazione dei processi di business; adeguata governance dei sistemi di Bi con spesso ruoli e figure dedicati sia nella funzione It sia presso le funzioni utenti.
Aziende con Bi strategica: aziende di eccellenza nell’impiego della Bi valutata come un’opportunità strategica per creare vantaggio competitivo; uso pervasivo di tutte le funzionalità; aziende Bi-driven con applicazioni tecnologicamente avanzate (aggiornamento dati con un bassa latenza per supportare processi decisionali caratteristici della Bi real time, architetture Soa per funzionalità integrate con il sistema gestionale e gli applicativi di produttività individuale, analisi di dati strutturati e non strutturati quali i testi e gli ipertesti, email, pagine web, documenti, messaggi in forum e blog, accessi a siti Web).
Le tendenze in atto richiamano termini quali Bi on demand, Bi real-time e operativa e Bi 2.0.
La Business Intelligence erogata in base a un modello on-demand presenta alcuni vantaggi potenziali che vanno dall’ampliamento del valore dell’infrastruttura delle informazioni aziendali, rendendo disponibile una vasta gamma di strumenti di analisi, all’accesso di applicazioni di Bi in modo trasversale a tutti i knowledge worker. Le Pmi, la cui adozione di sistemi di Bi appare ancora inadeguata, potrebbero essere i potenziali utenti di questa alternativa modalità di erogazione della Bi.
La Bi operazionale si sta progressivamente affermando, così come la Bi real-time o near real-time che richiede applicazioni capaci di elaborare dati con una latenza di aggiornamento dell’ordine di minuti e di offrire modalità di interazione orientate agli eventi.
Il concetto Business Intelligence 2.0, infine, fa riferimento a un insieme di elementi correlati all’evoluzione e alle trasformazioni in atto nell’ambito dei sistemi di Bi, tra i quali Bi as a service, Bi on-demand, event-oriented Bi, integrazione tra dati strutturati e non strutturati (in larga misura provenienti dal web) e analisi di usage mining.
Tuttavia, dalle numerose interviste effettuate si evince che le tecnologie e le metodologie più innovative non bastano: sono i “profeti” dell’informazione a giocare il ruolo più importante, coloro che con convinzione e buona preparazione traducono la conoscenza derivante dalle analisi in azioni e generano, dunque, quel vantaggio competitivo che fa il successo dell’impresa. E il successo della Business Intelligence!

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati