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SAP Connect 2025: AI, dati e automazione la ricetta perfetta per governare l’incertezza



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Le novità della società tedesca puntano su un’AI sempre più infusa nei processi: assistenti Joule “role-aware”, agenti autonomi, orchestrazione intelligente delle catene di fornitura e una esperienza utente sempre più naturale. Per i CIO la sfida è tradurre l’incertezza in risposte di business efficaci 

Pubblicato il 9 ott 2025



SAP Connect

“Quel che succede a Las Vegas resta a Las Vegas”, recita un detto popolare americano. Difficile, però, pensare che le novità di SAP Connect 2025 resteranno confinate tra i casinò e i boulevard scintillanti della Sin City, dove la software house tedesca ha chiamato a raccolta migliaia di clienti, partner, giornalisti da tutto il mondo per fare il punto sulle strategie e le roadmap di prodotto.

Ovviamente, l’intelligenza artificiale è stata la protagonista indiscussa della kermesse – ma non come semplice tema di tendenza o buzzword del momento. A Las Vegas, SAP ha mostrato come l’AI sia ormai il motore che alimenta la nuova SAP Business Suite, il framework integrato e modulare che connette e ottimizza tutte le funzioni aziendali, in cui dati, applicazioni e intelligenza artificiale si fondono. Non più un’aggiunta esterna o un layer accessorio, dunque, ma una componente nativa e strutturale del modo in cui i dati vengono gestiti, le applicazioni dialogano e i processi si trasformano.

È l’AI, infusa in ogni livello della piattaforma, a rendere possibile una produttività fluida, intelligente e ad alto tasso di automazione.

SAP Connect 2025: assistenti digitali e agenti AI autonomi

Il messaggio dal palco è chiaro: l’era dei sistemi “best of breed”, eccellenti negli ambiti di riferimento – CRM, ERM, SCM – ma disconnessi, è ormai al tramonto.

Bisogna ripensare il backend, il “dietro le quinte”, la gestione della logica, del contesto di business dei dati, che è nascosto all’utente ma è fondamentale per far sì che l’utilizzo diffuso degli algoritmi generi il massimo valore.

L’AI, d’altronde, è sempre più infusa nei processi aziendali sotto forma di supporto all’operatività quotidiana dei professionisti attraverso il copilota SAP Joule e gli assistenti AI. Già dalla metà del prossimo anno, però, gli utenti della SAP Business Suite potranno toccare con mano i benefici degli agenti autonomi consapevoli del contesto in cui operano, in grado di portare a termine compiti complessi nell’ambito di specifiche aree funzionali come le HR o il Finance.

Da grandi incertezze derivano grandi opportunità

Dal palco, l’invito per tutti è a guardare oltre l’obiettivo dei quick wins, i traguardi di efficienza che l’automazione intelligente è in grado di regalare nel breve periodo, e che non sono assolutamente da sottovalutare.

La vera sfida su cui i CIO e tutti i C-level sono chiamati a misurarsi oggi non è più (o non è solo) quella di riuscire a “fare di più con meno”. È, piuttosto, riuscire a tradurre l’incertezza che caratterizza il nostro tempo, e che sembra destinata a durare – tanto che molti analisti parlano, a questo proposito, di permacrisi – in risposte di business efficaci.

Per superarla, questa sfida, è importante innanzitutto comprendere che «l’IA non è un semplice accessorio. Deve essere integrata in sistemi modernizzati e orchestrati, con dati contestualizzati», come evidenzia Maura Hameroff, Senior Vice President ERP Product Marketing di SAP. La modernizzazione delle applicazioni di business, ERP in testa, è quindi una necessità e non più un “nice to have”. Ma non è sufficiente. È fondamentale, invece, poter contare su «un modello integrato di gestione dei processi aziendali, che combini applicazioni, dati gestiti in tempo reale e AI in un unico contesto di business – sottolinea Muhammad Allam, membro del consiglio d’amministrazione di SAP a capo del SAP Product Engineering Board –. In questo modo, si ha la garanzia di ottenere il massimo valore per l’azienda».

SAP Connect
Muhammad Allam, consigliere d’amministrazione di SAP

Proprio questa evidenza ha spinto i vertici SAP a ripensare tutto il framework di gestione aziendale SAP Business Suite. Il cuore pulsante della suite è SAP Business Data Cloud, una piattaforma SaaS che uniforma e gestisce tutti i dati che transitano nei sistemi informativi aziendali – SAP e di terze parti – trasformando record grezzi in informazioni di valore.

Correlando i dati, integrandoli, armonizzandoli, è possibile garantire agli algoritmi una base solida da cui partire per “dare senso” a informazioni che fino a poco tempo fa non erano utilizzabili, perché gestite in modo compartimentato da applicazioni che non parlavano la stessa lingua, per generare insight sempre più accurati.

«Tutto il lavoro di contestualizzazione – sottolinea Hameroff – è sicuramente quello più duro, ma anche quello da cui dipende spesso la capacità di fare il salto quantico: passare dalla sperimentazione dell’AI al suo utilizzo su larga scala in azienda, dal concepire l’AI non più come semplice strumento di efficientamento ma come supporto indispensabile per l’evoluzione e l’innovazione del business».

SAP Connect 2025: i 5 modelli di innovazione AI

Allam sul palco ha illustrato chiaramente quelli che secondo la casa tedesca sono i 5 modelli di innovazione guidata dall’AI destinati ad affermarsi nei prossimi anni:

  • Agenti AI e AI infusa in modo esteso nei processi per garantire la copertura più ampia possibile di funzioni e flussi di lavoro.
  • Funzionalità agent-driven integrate nelle applicazioni progettate sia a livello di singola area e reparto aziendale (Customer Service, Supply Chain Management e altre), sia con un’ottica multidominio (ad esempio le attività di Planning & Execution).
  • Applicazioni Ai-native concepite per incorporare e integrare gli agenti di intelligenza artificiale sin dalle origini, tanto che risulta praticamente impossibile capire dove finiscono le funzionalità dell’App e dove iniziano quelle dell’AI.
  • Esperienze app-less frutto dell’evoluzione in atto sul fronte dell’AI conversazionale, mirano a creare interfacce AI semplificate in cui l’utente accede subito ai dati rilevanti senza passare attraverso nessuna applicazione.
  • Esperienze no-app e applicazioni generate in tempo reale dall’AI, che sostituiscono lo sviluppo low-code e no-code.

«Questi archetipi – si dice convinto Alam – soppianteranno a breve le tradizionali modalità attraverso cui le aziende ingaggiano i propri clienti e gli utenti interni». E tutti saranno interessati dall’innovazione basata sulle tecnologie conversazionali. «Il reperimento delle informazioni rilevanti, la navigazione di grandi volumi di dati, la generazione di insight, l’interazione con gli agenti AI… tutto avverrà in modo intuitivo e immediato senza dover passare da un’applicazione all’altra. È quello che chiamiamo Conversational AI-driven Engagement o GenUI». Si tratta di interfacce utente generate e personalizzate dall’intelligenza artificiale progettate per adattarsi in modo dinamico alle specifiche esigenze di lavoro e preferenze individuali, così da rendere l’interazione con i dati, gli assistenti AI e i sistemi aziendali sempre più intuitiva, rapida e soddisfacente.

SAP Connect 2025: tutte le novità

Sul fronte della roadmap di prodotto, l’annuncio che ha acceso l’entusiasmo della platea è stato quello della nuova generazione di assistenti AI “role-aware” integrati in Joule, capaci di comprendere il contesto e il ruolo di chi li utilizza e pensati per collaborare in modo mirato su specifici ambiti competenza.

Ogni assistente ha a disposizione una libreria di agenti AI (Joule Agents) specializzati, progettati per gestire autonomamente e automatizzare flussi di lavoro anche molto articolati in ambiti funzionali specifici. Questi sistemi non si limitano ad aiutare l’utente a raggiungere più facilmente risultati migliori, ma sono anche in grado di collaborare in modo trasversale tra le varie funzioni aziendali per risolvere sfide complesse. Gli assistenti AI di Joule selezionano gli agenti più adatti a svolgere un determinato compito e li configurano, li gestiscono e coordinano fino a quando il task non è completato.

Nell’ambito dell’orchestrazione smart dei processi, Supply Chain Orchestration, disponibile entro il primo semestre del 2026, è «un’applicazione AI nativa – spiega Alam – che usa le reti semantiche (Knowledge Graph – ndr) per analizzare in tempo reale i segnali che provengono dalle catene di approvvigionamento multilivello, capire quali sono i potenziali rischi legati a discontinuità ed eventi avversi, minimizzare l’impatto sul business attraverso la presentazione proattiva delle possibili alternative praticabili».

Tra gli annunci degni di nota, anche un aggiornamento importante di SAP Ariba, che la rende di fatto «la prima soluzione Source-to-Pay AI-nativa sul mercato», assicura Alam, in grado di integrare l’automazione intelligente lungo tutto il ciclo del procurement. SAP Engagement Cloud, attualmente in beta, è invece una piattaforma che utilizza i dati di contesto per personalizzare le interazioni non solo con i clienti ma anche con i fornitori e i partner della catena di approvvigionamento.

Ultimo, ma non meno importante, SAP Business Data Cloud Connect (SAP BDC Connect), una soluzione che collega in modo sicuro SAP BDC con le piattaforme dei partner, consentendo un flusso bidirezionale dei dati. Grazie al meccanismo di zero-copy sharing, le informazioni restano protette nei sistemi SAP ma diventano accessibili, senza dover essere copiate, dalle piattaforme utilizzate dai clienti sotto forma di data product – dati di alta qualità e riutilizzabili per scopi specifici. Databricks e Google Cloud sono i primi partner abilitati per SAP BDC Connect, ma dal palco i vertici dell’azienda promettono che altri nomi si aggiungeranno a breve.

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