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Sarà il 2024 l’anno dei semiconduttori. Parola di Gartner

Nonostante un 2023 dai toni cupi, il settore dei semiconduttori deve continuare a credere nel proprio futuro. Nel 2024 sarà roseo e promettente. Secondo Gartner, bisogna aspettare con fiducia che l’economia si avvii e le scorte si esauriscano

Pubblicato il 29 Mag 2023

semiconduttori

Non deve scoraggiarsi né adottare un mood negativo il mondo dei semiconduttori. Al centro dell’attenzione di molti giganti mondiali, vittima di una supply chain fragile e oggetto di tensioni anche geopolitiche, questo settore nel 2024 potrebbe rivedere la luce. Ad affermarlo è Gartner, con le sue previsioni ad ampio raggio e uno studio sulle cause del prolungamento su tutto il 2023 del calo degli anni precedenti.

Poca domanda, troppa offerta e il fatturato cala

Se si guarda all’anno corrente, non c’è molto di rincuorante. I dati parlano di un calo dei ricavi dell’11,2% e di un fatturato di 532 miliardi di dollari, lontano dai 600 miliardi del 2022. Un anno nero che, secondo gli analisti non deve ingannare il settore. Basta infatti attendere il 2024 per festeggiare i 630 miliardi di dollari di fatturato previsti, che segnano un aumento annuo del 18%.

Questo ingannevole andamento del mercato dei semiconduttori si suppone sia legato a due principali fattori: un rallentamento della domanda e un eccesso dell’offerta.

Il primo va imputato alle cupe prospettive economiche globali e all’aumento dei tassi di interesse che hanno portato a un crollo degli acquisti tech, smartphone in primis. Secondo le stime di Gartner, infatti,

telefoni cellulari, PC e tablet assieme rappresentano circa il 37-40% dell’intero mercato dei semiconduttori. Una fetta importante e, oggi, “satura”.

Per quanto riguarda l’eccesso dell’offerta, si può tranquillamente invocare l’immagine di aziende sedute sulle proprie scorte, in attesa di smaltirle. Potrebbero volerci dai sei ai nove mesi.

Le memorie: un verticale da non dimenticare

Nel divulgare stime e previsioni, gli occhi di Gartner restano puntati soprattutto sulle memorie. Oggi rappresentano la parte più colpita del settore, con un calo del fatturato del 35,5% previsto per quest’anno a 92,3 miliardi di dollari. È sempre una conseguenza dell’eccesso di scorte che dovrebbe però lasciare spazio a una forte ripresa, nel 2024. Una vera e propria impennata, a dire il vero, con un + 70% di fatturato in un anno. Oggi, però, quello delle memorie, resta un tasto momentaneamente dolente.

Per le DRAM, si prevede un calo del 39,4% a 47,6 miliardi di dollari, ma ci si aspetta nel 2024 una carenza di offerta che farà salire i prezzi e aumentare i ricavi fino all’87%.

Per le memorie flash NAND, l’andamento sarà simile: un calo previsto del 32,9% dei ricavi a 38,9 miliardi di dollari nel 2023, seguito da una crescita di circa il 60% nel 2024.

Entrambe le memorie stanno pagando un eccesso di scorte che, nel secondo trimestre, inizieranno a diminuire per effetto dei tagli di produzione. Questa dinamica, secondo Gartner, segnerà tutti i settori tranne quello dell’automotive, in netta controtendenza, con un’espansione del 13,8% a 76,9 miliardi di dollari.

Oltre a fornire i numeri, gli analisti li contestualizzano, sottolineando che un mondo come quello dei semiconduttori, non può che essere fisiologicamente lento a rispondere a un’impennata della domanda. Serve tempo per mettere in funzione nuove fabbriche e per renderle operative h24 affinché ne valga la pena. Non è un caso, infatti, che per il 2023 gli investimenti dei produttori di chip per la costruzione di fabbriche, subiranno un calo del 20%. È un chiaro segno di prudenza dopo mesi di incertezze. È il sintomo di una strategia “difensiva”: per il momento alcuni impianti di produzione rimarranno solo dei gusci, in attesa dell’aumento della domanda previsto nel 2024.

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