A2A e la società francese Qarnot hanno inaugurato a Brescia, presso la centrale Lamarmora, un nuovo data center ad alta efficienza dotato di sistema di raffreddamento a liquido. La particolarità dell’infrastruttura è la capacità di recuperare il calore prodotto dai processi computazionali e immetterlo direttamente nella rete cittadina di teleriscaldamento, contribuendo alla decarbonizzazione urbana.
Si tratta di uno dei primi esempi in Italia di integrazione tra infrastrutture digitali e sistemi energetici urbani, e del primo impianto nazionale ad adottare la tecnologia Qarnot in una rete cittadina.
Il calore recuperato raggiunge i 65 °C, temperatura che ne consente l’utilizzo diretto senza l’impiego di pompe di calore. A regime il progetto sarà in grado di produrre 16 GWh l’anno di calore pulito, sufficienti a soddisfare il fabbisogno termico di circa 1.350 appartamenti, con una riduzione stimata di 3.500 tonnellate di CO₂ annue.
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Data center strategici per il futuro urbano
“La rapida diffusione dei data center e la crescente elettrificazione dei consumi richiedono importanti investimenti nelle reti elettriche per sostenere la maggiore richiesta di energia. Ma apre anche una straordinaria opportunità per le città dotate di reti di teleriscaldamento: recuperare il calore di scarto dai server e trasformarlo in energia termica”, ha spiegato l’Amministratore Delegato di A2A, Renato Mazzoncini. “Il progetto pilota con Qarnot è la riprova che integrare fin da subito il recupero energetico nella progettazione dei data center significa creare infrastrutture strategiche per il futuro”.
Per Qarnot, l’iniziativa rappresenta un passo significativo nell’espansione europea: “Questo primo progetto realizzato in Italia rappresenta una tappa strategica per Qarnot – ha dichiarato Paul Benoit, CEO e co-fondatore della società –. Reso possibile grazie alla collaborazione con A2A, ci permette di rispondere alla crescente domanda del mercato italiano di soluzioni cloud ad alte prestazioni (HPC), efficienti dal punto di vista energetico e in grado di garantire un elevato livello di autonomia tecnologica”.
Il modello Qarnot è pensato per settori ad alta intensità di calcolo, come automotive, aerospazio, energia e marittimo, e prevede il controllo diretto di tutta la catena del valore: dalla progettazione dei data center alla fornitura di servizi HPC.

Un progetto in due fasi
La prima fase dell’iniziativa – già operativa – prevede 30 unità computazionali QBx installate presso Lamarmora, in grado di generare circa 800 MWh termici all’anno.
La seconda fase, denominata “Qarnot 2”, vedrà la realizzazione di una nuova sala server nell’ex deposito carbone della stessa centrale: un’operazione di riconversione industriale che si inserisce nel piano di finanziamento europeo per l’efficienza energetica. Una volta completato, il nuovo impianto fornirà calore e acqua calda a circa 1.350 appartamenti equivalenti.
La rete di teleriscaldamento cittadina conta oggi oltre 684 km di condotte e 22.000 clienti allacciati, con più dell’80% del calore proveniente già da fonti non fossili. Il contributo dei data center rafforza ulteriormente il modello circolare della città e offre un riferimento operativo anche per altri territori.