La Smart Health arriva con IoT, wearable e analytics

L’esperienza di Vidiemme che ha creato una business unit specifica Pharma & Healthcare, guidata da Silvia Peviani e che conta su un punto di osservazione sull’innovazione digitale nella West Coast costituito dai VDM Labs di San Francisco

Pubblicato il 25 Ago 2016

Silvia Peviani, responsabile della business unit Pharma e Health di Vidiemme

Silvia Peviani, responsabile della business unit Pharma e Health di Vidiemme
Silvia Peviani, responsabile della business unit Pharma e Health di Vidiemme

La nostra salute sarà sempre più direttamente legata al digitale e in particolare alle soluzioni che l’esuberante sviluppo dell’Internet of Things sta rendendo possibili. I wearable hanno superato rapidamente la fase di semplice oggetto di curiosità e di “gadget” da “early adopters”. Gli indossabili sono un veicolo che le società più avvedute hanno interpretato come una straordinaria fonte di dati da dare in pasto a nuove soluzioni di analytics e Big Data per trasformare questa mole enorme di dati in preziose di informazioni, nel retail, nel fitness, nel wellness, nell’Industry 4.0 e soprattutto nell’ambito della medicina di precisione o nella Smart Health. Tra le società che da tempo credono e investono ella medicina di precisione e nella Smart Health, anche prima che l’IoT diventasse quello che è oggi c’è Vidiemme che attraverso i VDM Labs di San Francesco guidati da Giulio Caperdoni, CEO di VDM Labs e già COO & Head of innovation di Vidiemme, è tra i protagonisti nell’innovazione digitale legata al mondo della sanità e della salute.

La business unit Pharma & Health Care

In Italia Vidiemme segue questi settori da molto tempo e dal 2015 ha creato una business unit specifica Pharma & Healthcare, guidata da Silvia Peviani, che oltre ad essere una dei soci fondatori di Vidiemme, ha seguito da sempre il mondo della “salute” nelle sue varie declinazioni.


«Quando si parla di innovazione nel mondo Pharma è indispensabile precisare il concetto stesso di innovazione – osserva Peviani  -: le imprese farmaceutiche vivono da sempre di innovazione, che per loro vuol dire ricerca applicata al Pharma, vuol dire nuove molecole e dunque nuovi prodotti. Se si guarda invece all’innovazione nell’accezione del digitale queste aziende hanno avuto per tanto tempo un approccio conservativo che adesso sta cambiando».

Innovazione in due fasi

In particolare per questi due settori si possono distinguere due fasi: un primo momento in cui l’innovazione si è concentrata sui processi per aumentare l’efficienza e sul supporto al business convenzionale e poi un cambio di marcia. «Una volta consolidata la digitalizzazione dei processi interni – prosegue Peviani – è partita una fase in cui queste aziende stanno cambiando il loro paradigma e se prima si focalizzavano sui prodotti adesso si spostano verso una visione che pone il paziente al centro». Dunque, prima di tutto viene il paziente e solo dopo ci sono i prodotti. Ma non basta, il concetto stesso di prodotto evolve verso una logica di servizio che ha come obiettivo il coinvolgimento del paziente in modo più attivo anche nelle fasi di ricerca, con continui inviti a partecipare attraverso portali, servizi online, app e, in prospettiva, nuovi device e wearable.

«A questo passaggio – continua – corrisponde anche un cambiamento nelle abitudini e nelle modalità di erogazione dei servizi: una vera rivoluzione rappresentata come il passaggio dall’”ambulatorio al domicilio”. E comunque anche l’ambulatorio stesso, grazie ai servizi del digitale, estende le sue possibilità di analisi e di comunicazione. Ad esempio, grazie a wearable e realtà virtuale, la necessità di una seconda opinione per la definizione della diagnosi può avvenire in concomitanza con la visita stessa attraverso la condivisione dei dati e il collegamento da remoto con un altro specialista, magari in un altro ospedale».

Leggi i servizi di Mobili4Innovation dedicati all’innovazione Vidiemme per la Smart Health

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