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In Italia è “Mobile” l’1,6% del PIL. «Un circolo virtuoso ormai avviato»

Nel nostro Paese valgono oltre 25 miliardi di euro i mercati legati a dispositivi, App e reti mobili, ma nel 2016 arriveranno a 40 miliardi (2,5% del PIL), trainati soprattutto da Mobile Commerce (7 miliardi di euro) e Mobile Payment (6 miliardi). Sono le conclusioni del nuovo Osservatorio Mobile & App Economy del Politecnico di Milano: «Non c’è nessuna fase del rapporto con i clienti o processo interno aziendale che non sia migliorabile dal Mobile»

Pubblicato il 22 Apr 2014

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«Il circolo virtuoso del Mobile è avviato: in Italia ci sono oltre 37 milioni di smartphone, 7 milioni e mezzo di tablet e 6 milioni di oggetti “intelligenti” connessi in rete, più di 2,5 milioni di Mobile App disponibili nei vari “store”, e le reti ultra-broadband LTE copriranno entro la fine dell’anno il 60% della popolazione». Così Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori ICT del Politecnico di Milano, ha presentato la prima edizione dell’Osservatorio Mobile & App Economy della School of Management dell’ateneo milanese: un nuovo Osservatorio quindi, nato per tracciare un quadro sistemico e quantificare economicamente tutto ciò che in Italia ha a che fare con il Mobile.

E il responso principale dell’Osservatorio è che in Italia la “Mobile Economy” nel 2013 ha raggiunto il valore di 25,4 miliardi di euro, cioè l’1,6% del PIL, ma tra soli tre anni arriverà a oltre 40 miliardi, ovvero il 2,5% del PIL. «È un trend di forte crescita che riguarda il mondo consumer ma anche quello business – sottolinea Rangone -: il 35% delle grandi aziende e il 25% delle PMI hanno introdotto almeno una soluzione software per mobile, mentre 600 startup operanti in ambito Mobile sono state finanziate a livello internazionale nel 2013. Non c’è una fase del ciclo di vita della relazione tra azienda e cliente, e tra Pubblica Amministrazione e cittadini, che non sia supportabile e migliorabile tramite App e dispositivi Mobile, e lo stesso vale per i processi interni chiave di imprese pubbliche e private».

21 miliardi di consumi diretti e 4 miliardi di investimenti

Scomponendo i 25,4 miliardi di euro del 2013, l’83% (21,2 miliardi) proviene dai consumi diretti di consumatori e imprese, che secondo l’Osservatorio comprendono servizi tradizionali di telefonia mobile, vendita di mobile device, connettività dati mobile, mobile content a pagamento, mobile commerce (acquisto prodotti e servizi non digitali) e mobile payment.

Il restante 17% (4,2 miliardi) rappresenta gli investimenti di aziende pubbliche e private: dal potenziamento delle reti mobili in chiave broadband/LTE da parte degli operatori, allo sviluppo di Mobile App per uso interno o rivolte ai clienti, dalle soluzioni di Internet of Things alle attività di Mobile Marketing.

Approfondendo l’ambito consumi, oltre la metà del valore (56%) proviene dai servizi “tradizionali” delle Telco (Voce e Sms), che sono però in forte contrazione (-20% rispetto al 2012). Seguono i ricavi dalla vendita di Device mobili (incidenza poco oltre il 20%, crescita 13%) e la Connettività Dati (incidenza del 13%, crescita 8%), mentre valgono solo pochi punti le vendite di Contenuti, beni e servizi (in crescita però del 30%) e ancor meno i mercati Mobile Commerce e Payment.

Quanto agli investimenti, quelli nello sviluppo di reti mobili a banda larga superano i 2 miliardi, e quelli per lo sviluppo di App e siti Mobile a supporto di processi interni o della relazione con il cliente salgono del 23%: quasi il 90% riguarda soluzioni enterprise, e in particolare App per la forza vendita o i top manager. Inoltre cresce dell’11% l’ambito Internet for Things, trainato dall’area Smart Car, e addirittura del 73% la spesa in Comunicazione e Marketing Mobile, oltre due terzi della quale è legata all’Advertising.

Cosa succederà nei prossimi tre anni

Secondo l’Osservatorio, da qui al 2016 i consumi cresceranno del 61%, e gli investimenti del 39%, portando come anticipato il valore della Mobile Economy italiana a 40 miliardi, corrispondenti al 2,5% del PIL. In ambito consumi, i servizi tradizionali caleranno ancora stabilizzandosi intorno al 30% del totale, mentre il 17% e l’11% verranno rispettivamente dalla vendita di device mobili e dalla connettività dati (in crescita media annua dell’11% e del 10%). Ma l’incremento più forte si registrerà per gli ambiti Mobile Commerce e Payment.

Il Mobile Commerce secondo l’Osservatorio salirà dagli attuali 1,2 miliardi a oltre 7 miliardi nel 2016, e la sua incidenza sull’eCommerce complessivo italiano dal 12% a oltre il 40%. Il Mobile Payment registrerà l’esplosione dei mercati Mobile Proximity Payment (i pagamenti in prossimità tramite Smartphone) – di cui oggi esistono solo poche sperimentazioni, ma che nel 2016 potrebbe valere circa 4 miliardi di euro – e Mobile POS, ovvero le transazioni gestite tramite dispositivi Mobile (Smartphone e Tablet) utilizzati come lettori di carte di credito e bancomat, che tra tre anni potrebbero valere circa 2 miliardi di euro.

Completa l’analisi dei consumi l’ambito dei Contenuti fruiti tramite Mobile, che andranno vicini al raddoppio nei prossimi 3 anni, con un ruolo sempre maggiore giocato da Giochi e Video. «Nel 2013 i consumi di contenuti tramite smartphone sono cresciuti del 35% a circa 850 milioni, e ci aspettiamo che quest’anno arrivino al miliardo di euro», spiega Marta Valsecchi, Responsabile della Ricerca.

In buon incremento risulta la componente “pay” (spesa degli utenti in suonerie, sms, video in streaming, ecc.), ma ancor meglio è andato il Mobile Advertising (investimenti pubblicitari), che ha superato i 200 milioni. Nel primo caso si registra per esempio la crescita del 63% delle App, ma in genere la dinamica è minore delle attese perché rimane molto basso rispetto ad altri Paesi l’uso della carta di credito: «Il cambio di marcia per questo mercato può essere il pagamento tramite credito telefonico», sottolinea Valsecchi. Da segnalare in quest’ottica come “apripista” l’iniziativa di Wind per gli acquisti su Google Play, annunciata qualche mese fa.

Quanto al Mobile Advertising, l’Osservatorio s’aspetta un raddoppio degli investimenti delle aziende tra 2013 e 2016, trainati dalla Pubblicità, ma anche dalla crescita dei servizi di Mobile Couponing, e dallo sviluppo di soluzioni software Mobile a supporto sia dei processi interni che della relazione con il cliente.

Internet of Things e benefici indiretti

Sempre nel campo degli investimenti, infine, i ricercatori evidenziano anche le potenzialità dell’Internet of Things: alcuni ambiti già avviati, in particolare le auto connesse (Smart Car), assicurano a questo mercato la possibilità di crescere dell’80% in tre anni, raggiungendo nel 2016 il valore di 1,6 miliardi di euro, ma altri più innovativi (la diffusione dei “wearable device” e del relativo ecosistema di App, lo sviluppo di soluzioni in ambiente cittadino e sanitario, ecc.), già protagonisti di alcune sperimentazioni internazionali, potrebbero aprire prospettive molto più ampie.

«A tutti questi effetti diretti della Mobile & App Economy sul PIL si potrebbero aggiungere diversi altri benefici indiretti – conclude Marta Valsecchi -: tra questi l’aumento di produttività dei Mobile worker, stimabile nel 2013 nell’ordine di grandezza dei 10 miliardi di euro sulla forza lavoro italiana, l’impatto positivo dell’uso dei canali informativi Mobile sulle vendite “tradizionali”, e l’effetto benefico del Mobile nell’allargare la base di utenti Internet, e quindi nel ridurre il “digital divide” italiano».

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