ICity Rank 2020: Firenze prima tra le Smart City italiane

Il rapporto sulle città intelligenti realizzato da Forum PA in collaborazione con Enel X mette in evidenza il rafforzamento del ruolo delle metropoli e un generale avanzamento della digitalizzazione delle città

Pubblicato il 21 Dic 2020

icity-rank-2020

La pandemia da Covid-19 ha accelerato la trasformazione digitale in senso Smart delle città italiane, anche in maniera non uniforme sul territorio nazionale, con un rafforzamento del ruolo guida dei capoluoghi metropolitani. Questo il principale risultato di ICity Rank 2020, il rapporto sulle Smart City italiane realizzato da FPA, società del gruppo Digital360, presentato nel corso di un recente evento organizzato in collaborazione con EnelX. Svelata la Top Ten delle Smart City italiane, che vede la predominanza delle città del CentroNord: Firenze risulta il capoluogo più digitale d’Italia, sul podio insieme a Bologna (seconda) e Milano (terza), seguite da Roma Capitale, Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari e Venezia. Queste prime dieci città, secondo la ricerca di Forum PA, sono caratterizzate da un livello di digitalizzazione molto avanzato.

Da dove nasce il primato di Firenze

In particolare il primato di Firenze è arrivato grazie un punteggio di 872 punti nell’indice di trasformazione digitale, frutto della leadership raggiunta in ambiti come app municipali, open data, trasparenza, wifi pubblico, oltre che ottimi posizionamenti in quasi tutti gli indicatori. Il secondo posto di Bologna (866 punti) deriva dal posizionamento di vertice per app municipali (a pari merito), piattaforme abilitanti, social media. Milano, terza con 855 punti, si distingue in particolare per piattaforme digitali, open data e trasparenza, ma anche per una buona disponibilità di wi-fi pubblico. Roma in quarta posizione, ha il primato per servizi pubblici online e un ottimo posizionamento anche su piattaforme abilitanti e app municipali. Modena, invece, ottiene ottimi posizionamenti per app municipali e IoT, ma si posiziona bene anche nelle piattaforme abilitanti e wifi pubblico. Dietro le prime 10 top Smart City nazionali ci sono altre 15 città con un livello di digitalizzazione “avanzato”: si tratta di Parma, Reggio Emilia, Palermo, Pavia, Brescia, Genova, Lecce, Cremona, Prato, Bari, Pisa, Verona, Vicenza, Bolzano e Forlì. Nel ranking sono considerati 23 capoluoghi con un livello discreto,  24 di livello “intermedio” e altri 27 con una digitalizzazione solo “avviata”.  Preoccupano, invece, le 8 città con ritardi critici, quasi tutte del Sud: Taranto, Avellino, Caserta, Carbonia, Nuoro, Enna, Chieti e, ultima, Agrigento.

Le eccellenze del Sud

Questa classifica evidenzia il primato delle metropoli: sono infatti città metropolitane sette delle prime dieci classificate e altri tre si collocano tra le prime venti. Le città di maggiori dimensioni sembrano dunque possedere una marcia in più in termini di risorse finanziarie e di competenze gestionali disponibili o reperibili per la trasformazione digitale. Non solo: nel corso dell’emergenza sanitaria le metropoli hanno dimostrato di saperle utilizzare accelerando processi di trasformazione digitale che, in molti casi, erano già in corso.  La grande presenza dei capoluoghi meridionali conferma la persistenza di un ampio il divario fra Nord e Sud del paese relativamente ai processi di trasformazione digitale,  ma ci sono sono diverse eccezioni che confermano come le Smart City non siano strettamente connesse al PIL: Cagliari, con il 9° posto in classifica, è la prima città del Sud, ma ottengono buoni risultati anche Palermo (13°), Lecce (17°) e Bari (20°).

Il superamento delle resistenze culturali

Andrea Rangone, CEO di Digital360
Andrea Rangone, Presidente di Digital360

“Il processo di trasformazione digitale delle città italiane e delle loro amministrazioni non si è arrestato in questo anno terribile, anzi per molti versi ha ricevuto un’accelerazione che ha consentito di superare resistenze organizzative e culturali – ha affermato Gianni Dominici, Direttore generale di FPA -. Spesso sono state proprio le innovazioni digitali a consentire di gestire situazioni critiche limitandone l’impatto e favorendo risposte fondate sulla partecipazione di cittadini e associazioni. Chi si trovava già a uno stadio avanzato, come le città metropolitane e molti comuni del Nord, ha confermato i progressi, ma arrivano segnali confortanti anche da aree meno mature dal punto di vista digitale, con quattro città del Sud che hanno segnato notevoli passi avanti, entrando nelle prime venti classificate”.

“La spinta digitale per effetto dell’emergenza ha investito anche le città – ha dichiarato Andrea Rangone, Presidente di Digital360 –. Se nella digitalizzazione delle attività amministrative e nel rapporto con i cittadini il processo di innovazione appare ben avviato, nell’implementazione e interconnessione delle reti intelligenti siamo ancora ad una fase iniziale. Le risorse disponibili nel Recovery Fund rappresentano una grande opportunità da cogliere per adottare un piano di trasformazione tecnologica delle città”.

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