Intervista

Giulio Salvadori: l’IoT centrale per affrontare la crisi energetica

A colloquio con il direttore dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano. Per consumatori e imprese, come l’IoT può supportare una maggiore consapevolezza nei consumi e favorire il risparmio? La strategia della UE può essere efficace?

Pubblicato il 16 Set 2022

Giulio Salvadori - Osservatori

In una fase come quella che stiamo vivendo, in cui la crisi energetica e il rincaro delle tariffe rappresentano una criticità per le famiglie e per le imprese, l’attenzione inevitabilmente si rivolge a tutte quelle leve che possono supportare percorsi di monitoraggio e contenimento dei consumi e di ottimizzazione dell’esistente. E quando si parla di monitoraggio e misurazione, inevitabilmente si arriva a parlare anche di Internet of Things.
Per questo motivo, abbiamo deciso di confrontarci con Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, per cercare di capire e come l’IoT può giocare un ruolo in questa contingenza che sta portando con sé anche cambiamenti importanti nei comportamenti e nelle abitudini.

IoT e crisi energetica, non solo monitoraggio

“Secondo me – ha esordito Salvadori – ci sono tre livelli in cui l’Internet of Things può aiutare e supportare non solo i consumatori ma anche le aziende. Tre livelli concettualmente identici, se pure declinati su tecnologie e scenari diversi”.
Il primo, quello più elementare al quale è più facile fare riferimento, è quello del monitoraggio, che consente di “sapere prima le cose, non quando vedo la bolletta”.
L’utente domestico può sapere quanto sta consumando, quanti elettrodomestici ha in funzione, mentre nel mondo industriale, nei grandi impianti produttivi, è possibile sapere quanto consumano i diversi macchinari, in quali ore… “Dati a maggior ragione importanti, tanto più le tariffe si differenziano per fasce orarie”.
C’è poi un secondo livello, nel quale entra in gioco l’intelligenza che le aziende produttrici possono inserire negli oggetti o comunque nel cloud da cui gli oggetti traggono linfa. In questo caso, possiamo pensare che i dispositivi guidino il loro stesso comportamento.
“In una casa, il termostato può comprendere in tempo reale quale sia il settaggio ideale per minimizzare gli sprechi; in un ambiente di fabbrica, i macchinari possono suggerire o richiedere interventi, secondo determinate logiche di risparmio energetico”.

Le scelte dell’Europa guardano allo smart metering

Il terzo livello, infine, guarda più alla normativa e fa riferimento alle linee di indirizzo che potrebbero arrivare dall’Unione Europe. “La Commissione Europea sta ragionando sulla possibilità di usare l’Internet of Things, in questo caso lo smart metering dei contatori elettrici per richiedere riduzioni di potenza in determinate fasce orarie”.
La proposta, sulla quale l’Unione dovrebbe legiferare, prevede un taglio obbligatorio dei consumi elettrici nell’ordine del 10% al mese, con una riduzione del 5% nelle ore di punta.

“È una proposta un po’ rischiosa – commenta sul punto Salvadori – perché, anche se applicata alle sole famiglie e abitazioni residenziali, porta in sé qualche componente di rischio, ad esempio se i diversi apparati energivori servono per questioni vitali, come alimentare respiratori o altri dispositivi medicali, e qualche controversia contrattuale, per chi ha acquistato il servizio con una certa potenza e se la vede ridurre”.

Tra riscaldamento e consumi elettrici, i modelli sui cui lavora l’Osservatorio

Al di là di questo aspetto, sul quale dovranno esprimersi sia l’Unione, sia, naturalmente, anche il nostro Ministero per la Transizione Ecologica, l’Osservatorio sta al momento lavorando proprio sulla messa a punto di un modello di stima dei benefici dell’IoT applicato al controllo dei consumi, non limitandosi al solo monitoraggio, ma abbracciando proprio il tema dell’intelligenza applicata agli oggetti.
“Stiamo lavorando sia sulla parte riscaldamento, con uno studio che verrà presentato a giorni, sia sulla parte elettrica e in questo caso i risultati saranno disponibili più avanti”. Per quanto riguarda il riscaldamento, lo studio sta prendendo in esame termostati smart, valvole termostatiche e altri dispositivi, che l’utente può gestire per arrivare ad avere nella propria abitazione una temperatura ottimale con un minimo di spreco.
Per quanto riguarda la componente elettrica, lo studio analizza tutto l’universo della smart home, dalle lampadine agli elettrodomestici, alle prese elettriche…
“Lato riscaldamento, è possibile ipotizzare un risparmio nell’ordine del 20-25%. Nello sviluppo del nostro modello, abbiamo definito due scenari: un nucleo di tre persone e uno di due, con differenti metrature di appartamento. L’evidenza che emerge, è che solo utilizzando in modo adeguato l’IoT e l’intelligenza integrata negli oggetti, si possono raggiungere risparmi compresi tra i 190 e i 320 euro, a seconda del nucleo familiare in esame”.
Termostati e valvole intelligenti, in sintesi estrema, possono dare indicazioni e suggerimenti importanti, ad esempio mantenendo spento il riscaldamento nelle stanze meno utilizzate.

Per quanto riguarda il mondo delle imprese, la chiave di volta, e su queste pagine lo abbiamo più volte sottolineato, viene dalle piattaforme di Industrial IoT.
“Grazie alle piattaforme – sottolinea Salvadori – si connettono e si ricavano dati fondamentali da macchinari, impianti, asset energivori. E da questi dati si possono trarre indicazioni sui consumi attuali o sui consumi previsti, anche in ragione della pianificazione delle produzioni. Indicazioni che possono anche suggerire di spostare produzioni in ragione della convenienza economica, di spegnere impianti, oppure di non spegnerli, in relazione al consumo legato al riavvio”.

Nuove prospettive per la fabbrica 4.0

Non basta avere le macchine connesse, sono le piattaforme in cloud che oggi fanno la differenza.
“È interessante sottolineare come nessun progetto di fabbrica 4.0 finora ha avuto come driver il tema energetico. Certo, il monitoraggio dei consumi era uno degli asset o dei servizi, ma le motivazioni alla base del progetto avevano molto più a che vedere con la manutenzione predittiva o preventiva, o per l’efficientamento dei tempi e dei costi di produzione. per la parte di efficienza della linea di riduzione tempi e costi. Tra ottobre e dicembre torneremo a interpellare gli attori del mondo industriale e mi aspetto che riceveremo molti più riscontri proprio sul tema energetico”.
Sicuramente, nel mondo delle imprese si sta facendo strada la consapevolezza che grazie alla Internet of Things e all’Intelligenza Artificiale si può andare a ridurre i consumi e a risparmia.
“Per quanto riguarda i consumatori, non vorrei che iniziative come quelle promosse dall’Unione abbiano un effetto boomerang, scoraggiando chi non ha ancora adottato dispositivi smart dal farlo, per timore di imposizioni dall’alto. Sicuramente faremo un’analisi su questo aspetto, sperando che non faccia da contraltare a un atteggiamento invece positivo, che punta all’adozione dei dispositivi smart per agire con maggiore consapevolezza anche nell’ambito della propria abitazione”.

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