Performance nel Cloud: timore del CIO

Secondo Research In Action, il 64% dei direttori IT teme che il Cloud Computing possa peggiorare la end user experience sulle applicazioni. Il 79% ha paura dei costi nascosti. Cionondimeno, il Cloud rimane una priorità negli investimenti di breve e lungo periodo

Pubblicato il 10 Lug 2013

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Alcuni pregiudizi sull’adozione del Cloud Computing mostrano d’essere duri a morire. Lo dimostra una ricerca di Research in Action, sponsorizzata dal fornitore di software di application performance management Compuware.

L’indagine, condotta su 468 CIO, ha evidenziato che la gran parte di essi (79%) ha preoccupazioni riguardanti i costi nascosti associati al Cloud. Una larga maggioranza di essi (64%) teme invece che l’utilizzo del Cloud non permetta di ottenere le prestazioni che gli utenti si aspettano.

Dal punto di vista di chi gestisce l’IT aziendale, queste sono le prime tre preoccupazioni:

  1. End user experience scarsa dovuta a colli di bottiglia nelle prestazioni
  2. Impatto di prestazioni scadenti sulla percezione del brand e sulla fedeltà del cliente
  3. Perdita di fatturato a causa delle scarse disponibilità, performance e risoluzione dei problemi dei servizi cloud.

Questo malgrado i CIO abbiano dichiarato che il Cloud computing è una priorità in termini di investimento sia nel breve sia nel lungo periodo, indicando l’integrazione fra Cloud pubblico, ibrido e privato come il principale trend nei prossimi 5 anni.


Il problema delle prestazioni
L’indagine rivela come i CIO riconoscano l’importanza del Cloud Computing, ma mantengano un atteggiamento di cautela per ciò che riguarda le prestazioni a livello utente. Secondo le valutazioni degli analisti, questo produce domanda per soluzioni di monitoraggio proattivo in grado di risolvere i problemi.

Lo studio Research in Action rivela come le aziende stiano puntando sul Cloud per alcune applicazioni business critical. L’81% dei CIO lo sta usando per supportare piattaforme di e-commerce oppure sta pianificando di farlo nei prossimi 12 mesi.

Nonostante la natura business-critical di molte applicazioni in Cloud, le aziende starebbero usando metodi obsoleti per tracciare e gestire le prestazioni. Secondo Research in Action, infatti, il 73% degli intervistati misura le performance in base alla semplice disponibilità o uptime, al posto di metriche più efficaci, centrate sul response time, il page rendering time o lo user interactivity time.

Secondo Thomas Mendel, managing director di Research In Action: “La maggior parte dei sistemi di monitoraggio tradizionali semplicemente non funziona nel Cloud. Monitorare efficacemente e gestire le applicazioni e i servizi cloud-based richiede un approccio diverso, adatto ai moderni ambienti complessi”.

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