Zenit: rinnovare la server room guardando al green

Apex, partner del gruppo Zenit, ha rinnovato la sala Ced del gruppo e grazie a scelte innovative, anche in termini di green It, si è aggiudicata il premio innovazione Ict 2009 assegnato nel corso di Smau Bologna. Vediamo in dettaglio gli step del progetto

Pubblicato il 10 Nov 2009

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Durante lo scorso Smau Business Bologna, sono stati assegnati alcuni premi importanti alle Pmi emiliane che nel corso del 2008-2009 hanno completato o iniziato progetti di innovazione con il supporto dell’It. In dettaglio, il Premio Innovazione Ict è un riconoscimento dedicato alle Pmi locali nell’ambito di 9 categorie che, durante l’evento bolognese, ha visto la partecipazione di alcune centinaia di aziende emiliane, appartenenti a vari settori, distintesi proprio per l’adozione di tecnologie che hanno avuto una rilevanza strategia nel supportare l’azienda verso una migliore competizione sul mercato.
Nella categoria “Architetture It”, il premio è andato a Zenit (www.zenit.com) per la quale Apex (www.apex.it), società modenese partner del gruppo Zenit, ha realizzato un “datacenter sicuro, affidabile, modulare e altamente efficiente”.
ZeroUno ha intervistato Ilario Benetti, project manager e legale rappresentante di Apex che, per illustrare correttamente la portata del progetto, spiega inizialmente com’è organizzato il gruppo Zenit e quali sono le criticità che deve affrontare.
“Zenit è un’azienda nata negli anni ’50 e da oltre 30 anni è attiva nella progettazione e costruzione di elettropompe sommergibili per la movimentazione e il trattamento delle acque”, spiega Benetti. “L’azienda viene fondata da Ugo Zeni per costruire e riparare motori elettrici e pompe idrauliche e il mercato di riferimento iniziale è l’Italia. Dal 1977 in poi l’azienda si espande, prima solo in riferimento alla gamma dei prodotti progettati che s’arricchisce di elettropompe centrifughe, autoadescanti, volumetriche, sommerse, sommergibili e di superficie (il mercato di riferimento è sempre quello italiano), ma nel 1985 l’azienda decide di fare una scelta strategica: focalizzare la produzione sulle pompe sommergibili per acque cariche [particolari elettropompe usate per liberare scarichi e fognature, acque stagnanti e per interventi di depurazione ndr]. Scelta rilevatasi vincente che ha permesso all’azienda di espandersi, dalla fine degli anni ’90 in poi, su nuovi mercati e di ampliare la gamma con prodotti destinati al trattamento delle acque reflue (miscelatori, aeratori, ossigenatori)”.
La premessa è stata doverosa perché sintetizza quella che è stata la principale evoluzione dell’azienda che dal 2006 ha dato il via anche ad un vero e proprio processo di internazionalizzazione. Nel 2006 Zenit apre infatti un Regional Office a Singapore e nel 2007 inaugura la nuova sede produttiva e commerciale in Cina che occupa una superficie totale di 16.500 mq. Dal 2006 al 2008 la società amplia anche la propria sede italiana (a San Cesario, Modena) che passa da 10.000 a 19.000 mq di superficie e inizia i lavori per la costruzione di una “vasca prove” (per testare le pompe, la qualità e le performance dei prodotti) tra le più complete d’Europa.
Nel 2009 diventa operativo il nuovo Regional Office Emea in Lussemburgo (3000 mq di superficie). “Volendo riassumere, quindi, l’impresa ha circa 200 dipendenti in due siti produttivi, posti in provincia di Modena e a Suzhou in Cina, oltre a una filiale commerciale a Singapore e una sales company in Lussemburgo”, precisa Benetti.
Altro punto da sottolineare è il ruolo di Apex: la società di software viene fondata nel 2000 e fa parte del gruppo Zenit (nata come società di outsourcing puro oggi Apex è attiva, con diverse tecnologie, su 80 clienti in Europa e Asia e si occupa principalmente di It Asset Mangement, supporto applicativo Sap, sviluppo di soluzioni software Microsoft).

Server room: il rinnovo parte dalle basi progettuali
Partner di Apc by Schneider Electric (www.apc.com/it), Apex si è rivolta alla società nota al mercato per i propri servizi integrati di alimentazione e condizionamento, per rinnovare la sala Ced di Zenit, in cui sono ospitati i servizi It per i siti produttivi e commerciali distribuiti fra Italia ed Asia.
“È stata la costruzione di una nuova palazzina per gli uffici che ha posto le condizioni per rinnovare la server room – spiega Benetti illustrando lo scenario di partenza -. Questo ci ha messo nelle condizioni di iniziare da un vero e proprio progetto architettonico che è stato studiato appositamente, in un’ottica di efficienza energetica e di scalabilità (i nuovi ambienti sono già dimensionati per la crescita del gruppo)”. Nel “riprogettare” la server room, quindi, Zenit ha tenuto conto di alcuni importanti punti chiave che Benetti riassume così: “Siamo partiti da alcune consapevolezze di fondo che ci hanno poi permesso di fare tutti i ragionamenti necessari per disegnare adeguatamente le fasi del cambiamento: l’infrastruttura della server room avrebbe inciso profondamente sull’affidabilità dei servizi erogati; le condizioni ambientali hanno un impatto diretto sulle performance e sulla stabilità dei sistemi e non vanno quindi mai trascurate; lo stress termico è un elemento che solitamente è escluso dalle garanzie ma che, invece, ha un impatto notevole sui sistemi”. Non solo: Benetti ci tiene a sottolineare come nei ragionamenti iniziali ci fosse spazio anche per l’aspetto organizzativo: “Un’architettura organizzata semplifica le operations e motiva lo staff It”.

Lo scenario di partenza
Il rinnovamento della server room partiva da una situazione iniziale in cui in Zenit c’era un “armadio elettrico” per la rete e un rack 42U per i server, situati in un ambiente non progettato per ospitare hardware di questo tipo, condizionato ad hoc ma non certo ottimizzato. Inoltre, le inefficienze derivavano anche da un monitoraggio ambientale farraginoso ed instabile, nonché da una protezione elettrica non specifica (cioè condivisa tra server room e stazioni di lavoro degli utenti aziendali).
Analizzando quindi la situazione di partenza ed individuando le aree di miglioramento, Benetti sottolinea quelli che sono stati i driver del progetto: “Il macro driver, naturalmente, era quello di ridurre il più possibile le inefficienze – spiega Benetti – e per poterlo fare era necessario agire su: business continuity (aumentando la garanzia e l’affidabilità della business continuity; la conformazione dislocata dell’azienda e le differenze di fuso orario rende essenziale che i sistemi informatici siano in funzione almeno 18 ore lavorative al giorno); operations (minimizzando tutte le fasi di operations, in particolare riducendo le risorse dedicate alla gestione dei sistemi e alla loro manutenzione); ambiente (avevamo necessità di controllare i parametri ambientali in modo più strutturato e automatizzato); performance (dovevamo garantire livelli di performance migliori e assicurarci di poterle verificare e analizzare)”.

La scelta green
Dato che il progetto è partito con un vero e proprio intervento dal punto di vista immobiliare, Apex ha provveduto a seguire i lavori di costruzione assicurandosi che certi parametri fossero seguiti fin dall’inizio (in modo che la sala Ced fosse poi posizionata in un ambiente adatto e costruito ad hoc per ospitare le macchine e con un sistema di condizionamento specifico: doppio chiller, cioè gruppo di refrigeratori d’acqua a compressione per il condizionamento; gruppo elettrogeno ad hoc; porta fonoassorbente; Integrazione con il sistema domotico ed il controllo degli accessi per la sicurezza).
La scelta green legata al miglioramento dell’efficienza energetica e ai sistemi di raffreddamento e controllo della server room, ha spinto Zenit ad adottare la soluzione modulare InfraStruxure di Apc, che consente di selezionare componenti standardizzati per la creazione di soluzioni che integrano alimentazione, raffreddamento, e gestione dell’infrastruttura fisica. “In questo modo – spiega Benetti – abbiamo la possibilità di avere controlli accurati dal punto di vista dell’alimentazione delle macchine, nonché di controllare e monitorare, attraverso appositi sensori, i livelli di temperatura e umidità”.

I vantaggi ottenuti
Il progetto di ristrutturazione del Ced ha conseguito gli obiettivi che Zenit si è prefissata, garantendo la continuità nell’erogazione dei servizi It verso entrambi gli stabilimenti. “Rispetto al passato, i problemi di fermo macchina sono diminuiti del 70%, in particolare grazie al monitoraggio automatico del sistema di climatizzazione”, spiega Benetti.
Il sistema a regime è stato integrato con il software di network monitoring dell’azienda e oggi ci sono due livelli di controllo: un sistema di alto livello per gli allarmi ed il cut-off di emergenza del sistema; ISX manager per le analisi di dettaglio. In più, un gateway Sms consente di notificare in real time gli allarmi più importanti.
“Il monitoraggio su Ip è ovviamente disponibile per tutti i plant del gruppo – aggiunge Benetti -; allarmi e situazioni di potenziale pericolo sono gestibili 18 ore su 24 dagli addetti It delle sedi in Europa ed in Asia (sfruttando i fusi orari e il livello di servizio si possono notificare ai vendor durante la notte per avere le parti disponibili in Italia al mattino)”.
In linea di massima, Benetti conclude riassumendo così i benefici raggiunti: “il sistema così concepito ha aumentato l’affidabilità rispetto alla condizione precedente. I fermi macchina dovuti a cause ambientali sono prevedibili e sostanzialmente ridotti. Il monitoraggio agisce proattivamente e presenta i dati di performance in modo oggettivo. Le condizioni di lavoro in server room sono assolutemente migliorate. L’architettura modulare semplifica ed accelera ogni attività di manutenzione”.
L’utilizzo di un’infrastruttura modulare, infatti, permetterà di supportare le future evoluzioni del parco applicativo e hardware di Zenit, che potrà installare nuovi server in modo semplice e integrato, senza stravolgere l’architettura fisica che sta a monte.

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