Ibm collabora a Viac: Milano-Shangai con veicoli elettrici monitorando il consumo di CO2

Pubblicato il 27 Lug 2010

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Far viaggiare merci da Milano a Shangai utilizzando prototipi di veicoli non inquinanti, alimentati da energia verde, monitorando in tempo reale i livelli di inquinamento da CO2 incontrati lungo il percorso: è questo l’obiettivo dell’iniziativa Viac (VisLab Intercontinental Autonomous Challenge), partita alla fine di luglio da Milano si concluderà a Shanghai il prossimo 10 ottobre, grazie alla quale quattro veicoli elettrici alimentati a energia solare, senza guidatore, compiranno un viaggio di 13.000 chilometri, raggiungendo Shangai a seguito della 13° edizione di Overland. L’iniziativa è stata promossa da VisLab, società nata come spin-off dell’Università di Parma, ed è stata realizzata con finanziamenti del Consiglio europeo della Ricerca e con partership importanti, come quella di Ibm. Viac si inserisce nel progetto Greenhaviour, così chiamato poiché sostiene una comune coscienza nei confronti di comportamenti eco-compatibili, creerà quindi una mappa dei livelli di inquinamento da CO2 lungo il viaggio da ovest a est. E che tutti siano coinvolti è testimoniato dal fatto che chiunque potrà, in un futuro non troppo lontano, trasmettere parametri chiave attraverso il proprio smart phone: l’Ibm Human Centric Solutions Emea proverà a dimostrarlo usando smart phone oggi comunemente in commercio per monitorare alcuni parametri vitali per il pianeta (di cui la CO2 è un esempio). I valori di quest’ultima, rilevati da smart phone installati sui veicoli, saranno trasmessi via web al canale Twitter di Greenhaviour, fornendo a tutti gli interessati l’accesso a un flusso di dati in tempo reale. La soluzione, sviluppata dall’Ibm Human Centric Solution Center Emea in collaborazione con l’Emerging Technology Services dell’IBM Research Lab di Hursley (Gran Bretagna) e con il supportodi SenSaris (sensori bluetooth), si basa su tecnologia IBM: Message Broker, software WebSphere Application Server e Tivoli Storage Manager. La soluzione utilizza la piattaforma mobile Android 2.1.
“La visualizzazione dei dati – dichiara Ed Jellard, consulente dell’Emerging Technology Services team presso il laboratorio Ibm di Hursley che ha lavorato al progetto – ci permetterà di identificare velocemente i livelli di inquinamento esistenti nelle varie aree geografiche. Inoltre, saremo in grado di utilizzare nostri strumenti di analisi per scoprire l’esistenza di trend come la correlazione tra certe malattie e la qualità dell’aria, assumendo consapevolezza nella variazione dei livelli di inquinamento in ambienti differenti”.
Tutto questo dimostra come i cittadini possano fare la propria parte fornendo informazioni chiave delle organizzazioni – città, regioni e governi – per rendere le decisoni più facili e veloci, a vantaggio dell’intera comunità.
“ La strategia – dichiara Nicola Palmarini, manager dell’Ibm Human Centric Solution Centre Emea – è quella di connettere gli oggetti a Internet e applicare quindi intelligenza e servizi. Il nostro lavoro è portare questo concetto tra la gente in modo che milioni di persone siano in grado di comunicare informazioni utilizzando gli strumenti di cui già dispongono, aiutando i decisori pubblici a reagire in modo più intelligente e veloce.
Uno dei punti chiave di ciò che chiamiamo ‘Internet delle cose’ – aggiunge Palmarini – è dare potere computazionale a oggetti come auto, apparecchiature, strade, reti elettriche, abiti o a sistemi naturali, come l’agricoltura e i corsi d’acqua. La nostra speranza è che il progetto Greenhaviour possa provare il valore di una rete estesa di sensori di cui dispongono, per esempio, gli smart phone”.
In molti altri luoghi, Ibm sta lavorando con organizzazioni pubbliche proprio su ‘sistemi smarter’. Le città di Singapore, Venezia, Brisbane e Stoccolma, per esempio, sono impegnate nel tentativo di ridurre sia la congestione del traffico sia i livelli di inquinamento attraverso soluzioni per il ‘trasporto intelligente’: soluzioni che stanno avendo un impatto reale come primo passo per dare vita a vere e proprie ‘città più intelligenti’.
Il progetto si estenderà fino al 20 ottobre 2010. Una volta completata la fase pilota, Ibm utilizzerà i risultati del progetto per dare vita a ulteriori applicazioni.

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