Forum PA 2020: dal post pandemia arriverà una PA più digitalizzata

La ricerca presentata in occasione della prima giornata di Forum PA 2020 mette in evidenza come la grande maggioranza degli italiani e dei dipendenti pubblici si attenda un impatto benefico dalla digitalizzazione della PA

Pubblicato il 02 Nov 2020

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Una PA più digitalizzata è un fattore positivo, che potrà portare benefici per tutti i cittadini, assicurando anche una maggiore efficienza e produttività per i dipendenti pubblici. Questa la principale indicazione che arriva dalla ricerca “La PA oltre il Covid” realizzata da FPA, società del gruppo Digital360, presentata oggi in apertura di “FORUM PA 2020 Restart Italia”, l’evento streaming sul tema della ripartenza del Paese dopo l’emergenza, in programma dal 2 al 6 novembre. La ricerca è stata realizzata attraverso un’indagine demoscopica condotta in collaborazione con l’Istituto Piepoli su un campione di 1000 persone rappresentativo della popolazione italiana e una seconda indagine su oltre 2000 persone che compongono il PanelPA della community di FPA, così da mettere a confronto le opinioni di utenti e dipendenti pubblici sul ruolo della Pubblica Amministrazione nell’emergenza e nella ripresa.

Secondo il 57% degli intervistati, la PA diventata “più digitale” nel periodo dell’emergenza Covid19 rappresenta un fattore positivo, grazie alla possibilità di accedere ai servizi in maniera più facile e veloce, mentre soltanto il 21% vive questa trasformazione come un fatto negativo (non ha competenze o strumenti per usare questi servizi), il 6% ininfluente; da rilevare che solo il 9% degli intervistati non vede una PA più digitale.  Positivo è anche il giudizio della maggioranza del campione (53%) sullo smart working, visto come un’opportunità per un’amministrazione più efficiente e moderna, quota ben superiore al 29% che lo considera un rischio per l’assenteismo e comportamenti opportunistici (il 13% lo ritiene ininfluente). Ma perché la PA possa gestire in modo efficiente le risorse europee, secondo i cittadini servono soprattutto nuove assunzioni e profili professionali, per il 35%, e formazione del personale interno, per il 30%, poi anche una radicale semplificazione normativa e una maggiore partnership pubblico-privato. Tanto che, secondo gli intervistati, i profili di cui ha più bisogno in questo momento la PA sono quelli di esperti di gestione dei fondi europei (40%), di gestione dei progetti (29%) e di trasformazione digitale (28%).

Opinioni sulla stessa lunghezza d’onda arrivano dal panel dedicato ai dipendenti pubblici: secondo i lavoratori della PA, le azioni più urgenti per rendere l’amministrazione adeguata a gestire questa ingente mole di risorse sono nuove assunzioni (per il 36,1% degli intervistati) e una radicale semplificazione normativa (31,9%), poi formazione del personale interno (18,3%). La maggioranza dei dipendenti esprime una valutazione positiva sullo Smart Working, anche se con il lavoro a distanza c’è una maggiore necessità di una condivisione costante ed efficace di obiettivi e strategie.  Piuttosto, secondo i dipendenti pubblici le maggiori opportunità di cambiamento vengono dalla standardizzazione della modulistica per istanze, dichiarazioni e segnalazioni (per la quasi totalità, pari al 94,8% degli intervistati), la valorizzazione e interoperabilità dati pubblici (90.8%), il rafforzamento degli strumenti di cittadinanza digitale (86,9%), la semplificazione del procedimento amministrativo (84,8%).

“Nonostante le polemiche alimentate da chi mette in evidenza solo i ritardi, c’è un paese che sta reagendo e vede gran parte dei dipendenti pubblici in prima fila per la ripartenza – commenta Gianni Dominici, direttore generale di FPA -. Nell’emergenza, le pubbliche amministrazioni hanno dovuto reagire velocemente per garantire continuità dei servizi e rispondere alle necessità della pandemia, che ha però rappresentato anche un elemento di accelerazione della trasformazione tecnologica e organizzativa. Ora la PA è chiamata a diventare uno dei pilastri della ripartenza, anche grazie all’uso di ingenti risorse messe a disposizione dall’Europa con gli strumenti di finanziamento del Recovery Fund”.

“Durante l’emergenza è emersa ancor più chiaramente a tutti l’importanza del digitale per garantire i servizi pubblici ai cittadini, ma la digitalizzazione della PA rappresenta molto di più: un elemento di efficienza per il settore e di rilancio dell’intero paese – dice Andrea Rangone, Presidente di Digital360 -. La ricerca evidenzia una nuova importante crescita di consapevolezza tra gli italiani, che chiedono una PA più digitale, e tra gli stessi dipendenti pubblici, che sostengono l’innovazione dell’amministrazione. Un segnale positivo, perché la trasformazione digitale della PA, insieme a quelle delle imprese, è cruciale per la ripartenza”.

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