l’EVENTO

AI sovrana, supercalcolo e networking smart: la scommessa di HPE Italy



Indirizzo copiato

Claudio Bassoli, Mauro Colombo e Paolo Delgrosso raccontano il percorso della tech company texana verso un ecosistema di intelligenza artificiale sovrana: supercomputer HPC e data center sul territorio, scaleup specializzate, networking di nuova generazione e un canale chiamato a far evolvere modelli, competenze e servizi

Pubblicato il 10 dic 2025



image

L’AI sovrana è diventata una parola chiave dell’evoluzione digitale italiana: un concetto che va ben oltre la semplice localizzazione dei dati, la capacità di calcolo e gli algoritmi per abbracciare le infrastrutture, la governance nazionale e la conformità normativa. Claudio Bassoli, Presidente e Amministratore Delegato di HPE Italy, che abbiamo incontrato durante il recente HPE Discover di Barcellona, sintetizza così la strategia della tech company texana: «Stiamo costruendo un ecosistema italiano dell’intelligenza artificiale sovrana, con infrastrutture dispiegate e gestite in Italia da realtà italiane, a disposizione di imprese, PA e scaleup». L’obiettivo è fare della AI sovrana non uno slogan, ma il fondamento di un ecosistema per la competitività del paese a livello globale.  

Negli ultimi dodici mesi HPE è stata protagonista dei progetti di AI sovrana e supercalcolo più rilevanti sul mercato. Dalla piattaforma HPC6 di Eni «potenziata da 70 a 600 Petaflop e ormai utilizzata al 100% della sua capacità, ai sistemi per l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, fino al supercomputer Leonardo installato nella sede Cineca di Bologna, ai nodi universitari della Federico II di Napoli e dell’Università degli Studi di Palermo. In molti casi, parliamo della prima capacità al mondo in ambito industriale e di una delle top ten globali. Non un semplice successo tecnologico ma un vero e proprio cambio di paradigma che fa capire come l’infrastruttura AI enterprise in Italia possa competere con quella dei migliori player mondiali, a patto di avere visione chiara e capacità di esecuzione rapida. Il tema, quindi, non è più se l’Italia abbia o meno potenza di calcolo, ma come la mette davvero a fattor comune del sistema paese», sottolinea l’AD.

Claudio Bassoli, Presidente e Amministratore Delegato di HPE Italy  

L’ecosistema italiano per l’IA sovereignty: Eni, Cineca e università

Il concetto di AI sovrana, per HPE, passa prima di tutto da infrastrutture fisicamente situate in Italia, con dati e capacità di calcolo gestiti da soggetti italiani o europei sulla base di regole chiare di controllo e compliance. Su queste fondamenta si innestano iniziative che aprono le risorse di supercalcolo a soggetti che altrimenti non potrebbero permettersele.

Con la HPC Call4Innovators ad esempio, Eni, Cineca, AMD e HPE hanno deciso di «mettere a disposizione capacità di calcolo gratuita a startup e scaleup che portano progetti legati alla transizione energetica, all’abbattimento della CO2 e alla riduzione dell’impronta carbonica dei processi di produzione energetica. Le candidature sono state molto superiori alle attese, con decine di realtà italiane ed europee selezionate su un tema molto specifico», racconta Bassoli.

Fabbrica Italia: università, centri di ricerca, grandi aziende e CDP 

Il secondo tassello dell’ecosistema di AI sovrana targata HPE è Fabbrica Italia, il programma presentato un anno e mezzo fa che aggrega centri di ricerca, università, grandi clienti e Cassa Depositi e Prestiti.

L’iniziativa prevede il coinvolgimento di società di gestione del risparmio (SGR) focalizzate sull’AI e nasce con l’obiettivo di creare un vero e proprio ecosistema Made in Italy interamente dedicato all’intelligenza artificiale, accelerandone l’adozione presso le realtà del territorio.

L’intento è duplice: da un lato aprire l’accesso alle infrastrutture di supercalcolo sovrane alle realtà innovative italiane che non hanno la capacità economica per dotarsene autonomamente; dall’altro costruire un canale di competenze verticali che i partner tradizionali faticano a sviluppare.

«Vogliamo un ecosistema totalmente italiano, con scaleup che hanno già superato la fase di startup, hanno clienti propri e soluzioni già pronte, e che scelgono infrastrutture sovrane invece del cloud pubblico generalista – spiega Mauro Colombo, Technology & Innovation Sales Director -. Già oggi abbiamo una decina di scaleup già a bordo e in pipeline, da qualificare, ce n’è una ventina. Il nostro ruolo è accelerare il loro gotomarket in Italia e, se serve, anche sui mercati internazionali».

 

Mauro Colombo, Technology & Innovation Sales Director 

Architetture AIready: performance, energia e velocità

Per sostenere un ecosistema di AI sovrana servono infrastrutture progettate ad hoc, perché l’estensione di sistemi pensati per workload tradizionali non è sufficiente. Colombo illustra le due scelte possibili a livello architetturale: «Da un lato, la logica Lego, in cui componiamo le macchine in base alle esigenze, dall’altro le soluzioni chiavi in mano ottimizzate per specifiche applicazioni, dall’AI generativa agli use case industriali». In entrambi i casi, l’architettura per l’IA Sovereignty deve combinare potenza di calcolo, storage, rete e capacità di orchestrazione in un insieme coerente.

Tre sono i driver chiave che spingono il mercato dei sistemi ottimizzati per l’AI: «Riduzione drastica dei consumi energetici, grazie anche al raffreddamento a liquido; massima potenza computazionale e capacità di mettere a terra i sistemi in tempi che ogni volta sono un record», osserva Colombo.

La velocità è un fattore competitivo determinante: «Ogni anno la capacità per HPC e AI si moltiplica, quindi se si arriva sul mercato pochi mesi dopo il previsto o dopo la concorrenza, parti già penalizzato», avverte Colombo. L’AI sovrana, in altre parole, non è solo una scelta di policy, ma una questione di timing industriale.

Il modello As-a-Service per democratizzare l’AI 

Una delle barriere principali all’adozione dell’intelligenza artificiale nelle aziende (in particolare medie e piccole) italiane è l’investimento iniziale richiesto. HPE abbatte queste barriere con GreenLake, un modello di infrastruttura cloud a supporto dell’AI as-a-service che consente a startup e scale-up di accedere a infrastrutture di classe enterprise con costi certi e scalabilità garantita, elemento fondamentale per pianificare la crescita. 

L’ecosistema promosso da HPE per assicurare la sovranità dell’intelligenza artificiale non si limita infatti ai soli grandi poli di calcolo, ma vive anche di scaleup che portano sul mercato verticale competenze e casi d’uso concreti. Colombo cita il caso di una società italiana che applica l’AI al riconoscimento di immagini «in diversi campi d’azione, cresciuta a velocità esponenziale, prima in Italia e ora all’estero. Queste scaleup hanno bisogno di girare su infrastrutture potenti, su reti intelligenti, di fare PoC (Proof-of-Concept – ndr) rapidi e di presentarsi dal cliente con persone che uniscono entrambe le competenze, quella tecnologica e quella di business».

L’impatto sul mercato è profondo: «Non si tratta solo di aumentare la produttività, ma di cambiare i modelli di business o crearne di nuovi», osserva Bassoli. E porta esempi globali. «Nel pharma, AI e supercalcolo permettono di ridurre da dieci a due anni lo sviluppo di un farmaco e da due anni a pochi mesi la produzione della documentazione regolatoria. Nell’automotive, si passa da cinque anni a meno di due per portare un nuovo modello su strada. Anche in settori tradizionali, come l’agricoltura, l’AI consente incrementi di produttività nell’ordine del 5090% sullo stesso campo, a parità di risorse». Tutti casi che mostrano come l’AI sovrana possa essere leva di competitività e non solo di conformità.

Reti progettate con l’AI per l’AI: il banco di prova delle olimpiadi invernali Milano Cortina 2026

La visione di AI sovrana richiede il dispiegamento di reti evolute. L’integrazione di Juniper all’interno di HPE va proprio in questa direzione. «Juniper viene totalmente inclusa all’interno della nostra azienda, sotto il cappello HPE Networking che oggi ha due brand commerciali, Aruba e Juniper», spiega Bassoli. I team sono già integrati e l’obiettivo è convergere verso «un’unica piattaforma da cui erogare tutte le funzionalità di networking delle due realtà», garantendo così la base per una sovranità dell’intelligenza artificiale fortemente automatizzata, che possa contare su connettività ad alte prestazioni.

La vetrina simbolo sarà Milano Cortina 2026: per le olimpiadi invernali, HPE e Juniper forniranno infrastrutture di rete su 3.000 chilometri quadrati, con tutti i dati, le immagini e i flussi video – in 4K e 8K – che attraverseranno le reti proprietarie e due livelli di sicurezza dedicati. «Sarà la rete più evoluta mai vista su un campo sportivo di queste dimensioni», sottolinea Bassoli. Qui si concretizza il concetto di “AI per le reti e reti per l’AI” che rappresenta il mantra strategico di HPE: man mano che l’intelligenza artificiale diventa pervasiva, “le reti installate fino a oggi saranno tutte superate, sia in potenza sia, soprattutto, in automazione, e andranno ripensate come telaio fondamentale della IA sovrana».  

Il ruolo del canale nell’era dell’AI sovrana

In questo scenario, il canale italiano non è un semplice veicolo commerciale, ma un attore chiamato a interpretare la transizione verso l’AI sovrana. Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, OEM & SP Sales Director Manager di HPE Italy, descrive un ecosistema «abbastanza fidelizzato, ma non per questo garantito», che va convinto a «investire più velocemente in formazione e nuove competenze, perché il time to market si è ridotto. Un trend tecnologico non dura più cinque anni, ma tre, e bisogna prendere il treno mentre passa». Il canale, quindi, deve saper portare sul cliente non solo hardware, ma soluzioni integrate di AI sovrana, infrastruttura, networking e sicurezza.

Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, OEM & SP Sales Director Manager di HPE Italy 

Accanto ai partner tradizionali, Bassoli vede in molte scaleup un vero e proprio nuovo canale di contatto con le aziende, capace di unire competenza tecnologica e conoscenza dei processi di business. HPE supporta questa evoluzione con HPE Partner Ready Vantage – un programma di canale unificato pensato per favorire la specializzazione dei partner – e garantendo percorsi di formazione intensivi e modelli finanziari flessibili: dal Capex classico alle formule As a Service basate del cloud ibrido HPE GreenLake, che permettono di partire, ad esempio, «con il 60% di infrastruttura oggi e accendere un altro 20% l’anno prossimo». La sfida, in definitiva, è costruire un canale che diventi codesigner dei progetti di AI sovrana per le imprese italiane, accompagnandole dalla visione all’esecuzione.

guest
0 Commenti
Più recenti Più votati
Inline Feedback
Vedi tutti i commenti

Articoli correlati