Identity management

In Europa aumentano gli investimenti per la gestione di identità e accessi

Un recente sondaggio condotto dalla società Pierre Audoin Consultants ha rivelato che la maggior parte dei responsabili della sicurezza IT europei prevede di mantenere o aumentare la spesa per l’Identity and Access Management

Pubblicato il 10 Giu 2016

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Un sondaggio – condotto durante lo scorso mese di marzo tra 200 dirigenti del settore IT di tutta Europa dalla compagnia di indagini di mercato Pierre Audoin Consultants, in collaborazione con la società di analisi KuppingerCole – ha mostrato una significativa consapevolezza tra i responsabili del settore in merito alla necessità di dotare le organizzazioni di sistemi IAM che funzionino in modo sicuro per soddisfare le sfide e cogliere le opportunità della trasformazione digitale.

Il 93% ha dichiarato di voler mantenere o addirittura aumentare, nei prossimi tre anni,  la spesa destinata alla gestione di identità e accessi.

Non si va da nessuna parte senza sicurezza

«È stato sorprendente – ha spiegato Paul Fisher, direttore di ricerca presso Pierre Audoin Consultants – vedere quanti dirigenti impiegati nella sicurezza IT abbiano compreso fino in fondo il concetto della trasformazione digitale. Lo studio ha rivelato che questa categoria di professionisti IT oggi è molto più illuminata di quanto si pensasse».

L’analisi ha messo in luce come I CIO, i CISO e i responsabili della sicurezza IT europei vogliano concentrarsi sulle identità dei consumatori e abbiano come obiettivi il miglioramento dell’esperienza del cliente e l’ottimizzazione dell’efficienza operativa, ma ritengano che la trasformazione digitale possa raggiungere i suoi benefici solo attraverso il miglioramento dei livelli di sicurezza.

Aumentare la consapevolezza dei dipendenti

In merito agli obiettivi primari delle loro strategie di trasformazione digitale, il 48% degli intervistati ha dichiarato di avere come priorità la mitigation di minacce e violazioni. Questo aspetto si è posizionato appena sopra alla volontà di migliorare l’esperienza del cliente, alla diminuzione dei costi e all’ottimizzazione dell’’efficienza operativa. L’analisi ha rilevato che la mancanza di consapevolezza in merito alle questioni di sicurezza tra i dipendenti potrebbe rivelarsi un grave rischio via via che l’Internet delle cose, con le sue infinite possibilità,  si farà largo nelle aziende. Nell’era digitale, secondo gli esperti, le minacce interne devono essere gestite in maniera sempre più sicura: il 46% degli intervistati ha indicato la mancanza di formazione o di comprensione delle politiche e dei processi IAM come la causa principale delle  violazione correlate.

Nel frattempo, lo “shadow IT” sta emergendo come una seria minaccia per la creazione di un sistema IAM sicuro nella fase di trasformazione digitale delle aziende: il 43% degli intervistati ritiene questo aspetto difficile,  il 22% molto impegnativo.

Identità e digital transformation

Lo studio – sponsorizzato da KPMG, Computacenter, SailPoint, CyberArk e VMware – ha anche rilevato che il 65% degli intervistati ritiene le identità e le applicazioni dei consumatori un fattore importante da considerare per i prossimi investimenti in ambito IAM. Il 57% dei dirigenti ascoltati sta prendendo in considerazione un managed security service provider (MSSP) e il 77% ha dichiarato che la propria organizzazione sta già attraversando la fase di trasformazione digitale.

«Il nostro studio – ha sottolineato Fisher –  ha rivelato che i responsabili della sicurezza sono profondamente consapevoli del fatto che le responsabilità delle soluzioni IAM aumenteranno molto quando dovranno essere gestite in modo sicuro le nuove identità dei consumatori o addirittura degli oggetti e dei sensori. Identità e gestione degli accessi, nell’era della trasformazione digitale, si sposteranno al centro della scena come principale strumento di difesa contro i cyber-attacchi».

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