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Gli USA puntano il loro CHIPS Act sui loro Digital Twins



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Con 285 milioni di dollari di investimento, la Casa Bianca mostra di credere nei gemelli digitali, anche quando si tratta di semiconduttori. Presa a maggio, questa decisione potrebbe imprimere una svolta nel settore. O nell’esito elettorale. 

Pubblicato il 5 giu 2024

Marta Abba'

Giornalista



chip

Sempre meno fiducia nei fornitori stranieri. Soprattutto in un settore come quello dei seminconduttori, gli Stati Uniti non mostrano alcuna apertura, anzi, si blindano sempre di più nei propri confini, convinti di poter contare sulle proprie forze. E di essere i migliori.

Lo dimostra la loro ultima scommessa interna, quella con cui a maggio hanno deciso di puntare una parte dei fondi del CHIPS Act sulla propria capacità di generare gemelli digitali di semiconduttori.

Appello interno: cercasi generatori di gemelli

Per la precisione si tratta di 285 milioni di dollari: la Casa Bianca ha deciso di investirli per incrementare la produzione nazionale di materiali e tecnologie di nuova generazione affidando la parte di sviluppo a un istituto creato da poco, dal nome chiaro e patriottico: il Manufacturing USA.

Dalla fotonica ai polimeri, dalla robotica alla biofabbricazione: tante sono le tecnologie e le scienze che riguardano la realizzazione del digital twin. Tutte le aziende, le università, le organizzazioni non profit che se ne occupano o se ne vorranno occupare, hanno ampia scelta delle strade da imboccare. L’importante è che provino a candidarsi, attirate dalla gustosa fetta di sovvenzioni del CHIPS Act, per cercare di nazionalizzare questa fase innovativa che potrebbe aiutare i semiconduttori americani a farsi valere, nel mercato interno ed esterno.

Per “vincere” capitali dovranno creare o contribuire alla creazione di vere e proprie rappresentazioni virtuali conservate nel cloud che permettano ai team di collaborare alla progettazione, ai test e all’analisi di questi componenti. Quando si parla di digital twin, infatti, è qui che si vuole andare a parare, provando a imitare la struttura, il contesto e il comportamento di una controparte fisica, per evitare di perturbarla senza certezza di successo.

Un Manufacturing USA tuttofare

Il nuovo istituto che dovrà poi accompagnare le realtà che si aggiudicheranno i fondi si occuperà non solo dello sviluppo dei gemelli 2.0 ma anche della loro convalida e del loro utilizzo, dell’imballaggio avanzato, dell’assemblaggio e dei test. Un compito consistente per un neonato centro che muove i primi passi e deve farlo velocemente. MGli USA non vedono infatti l’ora di progettare, controllare, mettere a punto, prototipare, ottimizzare e produrre i chip migliori del mondo, tutti made in USA, appunto.

Manufacturing USA, come se non bastasse, dovrà anche occuparsi della formazione della futura generazione di lavoratori e ricercatori destinati a utilizzare i gemelli digitali in chiave R&S o di produzione di chip”. Un altro compito ambizioso che definisce chiaramente l’ampia responsabilità affidatagli, da dividere tra 18 membri: il CHIPS Manufacturing Institute e altri 17. Alcuni come il Cybersecurity Manufacturing Innovation Institute o Power America, hanno orientamento verso l’industria tecnologica, altri come il BioFabUSA, suonano più immaginifici e visionari. Tutti hanno comunque la stessa mission: accelerare la produzione avanzata di chip degli Stati Uniti

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