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MyFoody: Proximity marketing nella distribuzione alimentare

Soluzione di proximity marketing basata sull’economia circolare che mira a ridurre gli sprechi alimentari, informando in tempo reale i clienti della presenza nei supermercati di prodotti a rischio spreco, oggetto di promozioni e sconti.

Pubblicato il 05 Dic 2016

Secondo i dati della Fondazione Bcfn (Barilla Center for Food & Nutrition), ogni anno vengono generati in Ue circa 90 milioni di tonnellate di cibo sprecato, di cui, per un 5%, risulta direttamente responsabile il settore distributivo. Gli sprechi alimentari recuperabili impattano in media il 3% del fatturato annuale di un singolo supermercato, il che comporta una perdita di valore venduto di circa 72.000 euro all’anno per un punto vendita di 400 mq..

Ad oggi, i supermercati riescono a recuperare per fini solidali solo una piccola parte delle loro eccedenze e, oltre al mancato recupero del costo dei prodotti, devono dunque farsi carico anche delle spese relative allo smaltimento.

My Foody nasce per dare una risposta a questa catena viziosa, evidentemente deleteria sia sul piano economico che etico: “Si tratta di una piattaforma di proximity marketing pensata per la distribuzione alimentare che consente di creare un rapporto tra punto vendita e consumatore sulla base di un tema in particolare, quello del non-spreco – spiega Francesco Giberti, Ceo, Anagramma Startup Innovativa – Grazie alla nostra soluzione, i supermercati hanno l’opportunità di segnalare la presenza di offerte relativamente a prodotti che rischiano di dover essere buttati presenti all’interno dei punti vendita, e quindi raggiungere migliaia di utenti sul territorio”. In che modo? Si sfruttano appunto le funzionalità dell’applicazione My Foody (disponibile sia in versione app mobile che web app responsive da smartphone, tablet e pc), dove le insegne della distribuzione alimentare possono pubblicare le offerte relative ai prodotti a “rischio spreco” presenti nei diversi punti vendita e i consumatori possono visualizzare in tempo reale queste promozioni e decidere di recarsi laddove vi sia una offerta di loro interesse [Figura 1]. Le promozioni sono geolocalizzate e My Foody consente dunque – in una logica di proximity marketing e di “drive to store” – di attrarre il consumatore al punto vendita, influenzando di fatto la scelta del supermercato in cui andrà a fare la spesa (è infatti verosimile che il consumatore non si limiti a comprare solo i prodotti a rischio spreco). “Va sottolineato che l’applicazione può dunque rappresentare un elemento attrattivo verso un certo punto vendita anche per un consumatore che non è un cliente abituale di quel dato supermercato”, dice Giberti.

Figura 1 – My Foody: risolvere il problema degli sprechi e cogliere un’opportunità di business

L’aggiornamento delle quantità dei prodotti disponibili all’interno del punto vendita può essere giornaliero (in questo caso è molto basso l’impatto dal punto di vista implementativo della soluzione, ma comunque è assicurata una buona affidabilità del sistema offerte) oppure in tempo reale (attraverso una più sofisticata integrazione tra My Foody e i sistemi del supermercato). Oltre alle applicazioni web e mobile completa la soluzione il software di proprietà Anagramma, sviluppato e installato sui Pda (Personal Digital Assistant) forniti ai punti vendita, tecnologie necessarie a questi ultimi per il caricamento delle offerte online.

Meno costi, più clienti e la possibilità di fare green marketing

Il primo vantaggio che My Foody offre all’azienda è dunque quello evidente di abbattere gli sprechi e i costi connessi e attrarre nuovi clienti che, richiamati da una promozione di interesse, saranno poi portati, una volta all’interno del punto vendita, a effettuare ulteriori acquisti. Sempre più insegne della distribuzione alimentare già prevedono politiche di taglio prezzo sui prodotti “a rischio spreco” perché prossimi alla scadenza, ma queste offerte risultano visibili solo all’interno dei punti vendita, oltretutto senza che vi sia un’adeguata comunicazione che enfatizzi il valore etico e sociale dell’acquisto di un prodotto destinato a essere altrimenti buttato. My Foody colma questa lacuna dando all’utente uno strumento per orientare eticamente, oltre che economicamente, le proprie scelte di consumo. Questo lato “green” proprio di My Foody non è affatto da sottovalutare: “Il tema dello spreco, che si lega a quello più ampio della sostenibilità, è molto sentito; sta crescendo la sensibilità sia da parte dei media sia da parte dei consumatori finali – dice Giberti – Per l’insegna che aderisce al progetto pubblicizzare questa scelta ai clienti finali è dunque anche un’azione strategica sul piano del marketing”.

Francesco Giberti, Ceo, Anagramma

Ha aderito all’iniziativa anche Expo natura Srl, (punto vendita di prodotti biologici di Garbagnate-MI, appartenente alla catena Biobottega) dove, per dare risalto al progetto, identificata e caricata sulla piattaforma la merce in scadenza, è stata individuata una porzione di scaffale definita “area anti-spreco”, e lì sono stati posti fisicamente i prodotti. Questi spazi, in una logica di “green” marketing, sono stati allestiti con elementi e messaggi in grado di comunicare con forza l’impegno del punto vendita sul tema sprechi e sostenibilità.

Per i supermercati basso impatto logistico per forti elementi di richiamo

Caratteristiche proprie di My Foody sono la possibilità, come descritto, di digitalizzare le offerte del punto vendita per i prodotti alimentari a rischio spreco e pubblicizzarle anche all’esterno del punto vendita stesso (ad oggi generalmente non viene prodotto dai supermercati alcun materiale di comunicazione specifico per questa particolare tipologia di offerte). A differenza dei competitor, la piattaforma è ideata per generare il minimo impatto logistico anche per insegne della grande distribuzione molto strutturate, come testimoniano i brevi tempi di implementazione (possono bastare anche due settimane) e non si limita a pubblicizzare soltanto i prodotti a rischio spreco ma mira alla sensibilizzazione della clientela perché comprenda il valore aggiunto delle realtà impegnate su questo fronte della sostenibilità. Non è un caso che, proprio per dare un ulteriore valore etico a My Foody, Anagramma voglia in prospettiva includere nell’applicazione una funzionalità per dare all’utenza la possibilità di scegliere se donare alle onlus parte dell’invenduto.

Presentato da Anagramma

Implementato presso Expo natura Srl

Per vedere tutti i dettagli del progetto vai sul sito Digital360 Awards

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