I ricercatori della Nasa stanno sperimentando una soluzione
RFId per il controllo degli habitat gonfiabili destinati alle
missioni spaziali dei propri astronauti. Il Johnson Space
Center (Jsc) dell’agenzia spaziale statunitense e la
National Science Foundation (Nsf), in collaborazione con Ilc
Dover, costruttore dei moduli lunari Apollo, stanno testando in
Antartide un modulo gonfiabile per comprendere se possa
rappresentare una soluzione adeguata per la confortevole
permanenza umana in Artide ed Antartide così come sulla Luna o
su Marte.
L’obiettivo è quello di predisporre tutto quanto per il
2020, quando la Nasa dovrebbe riprendere l’esplorazione
lunare, mettendo a punto un habitat gonfiabile che sia leggero
e facilmente trasportabile, ma allo stesso tempo in grado di
sopportare le condizioni ambientali più varie ed estreme. Il
modulo è stato gonfiato ed installato a inizio anno ed i
ricercatori hanno poi provveduto ad inserire un sistema
sensoristico di rilevazione dei dati di temperatura e
pressione, diossido di carbonio, umidità, consumo elettrico e
delle condizioni atmosferiche.
Per quanto riguarda la rilevazione dei dati di temperatura e
pressione atmosferica sono in corso di sperimentazione due
sistemi RFId. Il primo impiega 40 tag attivi basati sul
protocollo wireless RuBee e connessi a sensori che
monitorano a temperatura interna dell’habitat. Ogni
15 minuti i tag inviano i dati all’antenna disposta a
circuito all’interno della struttura abitativa e da
questa al reader connesso al laptop presente nell’habitat
che li trasmette via satellite negli Stati Uniti.
La seconda soluzione impiega invece 8 tag passivi a 434 MHz
inseriti nei “muri” (intercapedini piene di aria)
del modulo e collegati a sensori di temperatura e pressione
all’interno dei muri stessi. Un’antenna dedicata
interroga poi i singoli tag ed invia i dati ad un multiplexer
interfacciato con il laptop, cui ogni 5 minuti invia i dati
ricevuti dai tag.