I programmi BYOD (Bring Your Own Device) continuano a diffondersi nelle aziende, ed evidentemente il fenomeno è destinato a continuare: proprio oggi Gartner ha diffuso un report secondo il quale entro il 2016 il 38% delle imprese non fornirà più dispositivi di proprietà aziendale ai dipendenti, ed entro l’anno dopo questo succederà addirittura in un’azienda su due.
Per chi non avesse ancora un’idea precisa del fenomeno, Gartner definisce il BYOD come una strategia che permette a dipendenti, partner e altri di usare un dispositivo client scelto e comprato personalmente – smartphone, tablet o PC – per svolgere il loro lavoro accedendo a dati e applicazioni dell’azienda.
Secondo la società di ricerca, si tratta del cambiamento più radicale nelle strategie di client computing delle aziende negli ultimi decenni: tra i suoi benefici ci sono l’abilitazione di nuove opportunità di lavoro in mobilità, la soddisfazione dei dipendenti e la riduzione dei costi. Inoltre il BYOD è una naturale fonte di innovazione perché aumenta il numero di utenti aziendali di Mobile Application come e-mail, communication, ma anche time sheet, checkin, note spese e altre soluzioni HR self-service.
Incentivi, l’azienda rimborserà il piano dati
Tuttavia l’analisi costi/benefici di un’iniziativa del genere va ben valutata, cosa che solo il 22% dei CIO dice di aver già fatto. Spesso i progetti in campo Mobile sono solo sperimentali, e non hanno un obiettivo ben definito e misurabile. Per coglierne appieno i benefici invece occorre saperli misurare per dimostrarli a tutta l’azienda.
Secondo Gartner, l’attivazione di programmi BYOD prevale nelle medie e grandi organizzazioni tra 500 milioni e 5 miliardi di fatturato, e tra 2500 e 5000 dipendenti. Ma anche nelle piccole aziende un programma del genere permette di implementare una strategia Mobile senza grandi investimenti in dispositivi e servizi. La diffusione del BYOD è molto diversa nelle varie parti del mondo. Quella negli USA è doppia rispetto a quella in Europa, che è il continente in cui il BYOD è meno diffuso: sensibilmente meno che in Paesi come Cina, India e Brasile.
Le modalità con cui un programma BYOD incentiva l’uso di un device personale sono estremamente critiche, e possono decidere il successo o il fallimento del programma. Oggi circa metà dei programmi prevede un parziale rimborso, e nel tempo i rimborsi totali diventeranno rari.
Gartner prevede che il concorrere di fattori come l’adozione di massa dei dispositivi mobili e il declino delle tariffe di connessione provocherà questo trend di graduale diminuzione degli incentivi delle aziende al BYOD. Secondo la società di ricerca, l’azienda dovrebbe rimborsare solo il piano dati: è l’approccio più semplice, per cui il dipendente possiede il device, e l’azienda lo aiuta a coprire i costi di utilizzo.
Sicurezza: c’è più ottimismo
Per quanto riguarda gli ostacoli, non è una sorpresa che la sicurezza sia la maggior preoccupazione dei CIO riguardo al BYOD. Il rischio di violazione e sottrazione di dati aziendali su piattaforme mobili è particolarmente alto. Alcuni dispositivi mobili sono progettati per condividere dati nella cloud, e non hanno un file system ‘general purpose’, cosa che aumenta il rischio di duplicazione dei dati tra applicazioni, o tra un’applicazione e la cloud.
Rispetto a qualche mese fa comunque l’IT sta adottando le necessarie contromisure, e nell’indagine Gartner oltre la metà dei CIO intervistati definisce alto il livello di sicurezza dei dati corporate che possono essere trattati su dispositivi mobili. Questa maggiore fiducia nel BYOD è dovuta alla disponibilità di strumenti e best practice di processo ormai maturi, che riescono a rispondere a una vasta gamma di esigenze di sicurezza.
Finalmente, scrive Gartner, l’IT aziendale ha accettato una tendenza inarrestabile, per cui i dipendenti non solo usano dispositivi aziendali per attività non lavorative, ma anche dispositivi personali per lavorare. Una volta compreso e accettato questo concetto, è chiaro che i dati vanno protetti con modalità diverse dal semplice blocco dell’intero dispositivo. Inoltre è essenziale che l’IT specifichi chiaramente quali piattaforme saranno supportate e come, quali livelli di servizio garantirà, quali sono le responsabilità e i rischi per l’utente finale, e quali sono le linee guida per l’acquisto di dispositivi personali che verranno utilizzati anche per il lavoro: per esempio i requisiti minimi di sistema operativo.