Il cambiamento che l’avvento di nuove tecnologie e di nuove soluzioni possono portare alle aziende rappresenta
A distanza di quasi vent’anni Larry Downes e Paul F. Nunes hanno approfondito il discorso, pubblicando nel 2014 un saggio intitolato Big Bang Disruption, in cui si spiega come la diffusione di smartphone e tablet, il consolidamento della banda larga e del cloud così come di tutto l’ecosistema di interazioni creato dalle app (che avvicinano in tanti modi diversi gli utenti ai brand), stiano dando origine a modelli di business altermativi, a costi estremamente competitivi.
Digital disruption
self disruptionÈ indubbio come la Internet of things da un lato e i social media dall’altro stiano sensorizzando e collegando il mondo secondo nuove logiche di fruizione e di servizio. A ben guardare, infatti, lo smartphone è stato solo il primo strumento che ha palesato al mondo la IoT, rendendo evidente come il mondo degli oggetti connessi e comunicanti sia in grado di trasformare rapidamente e notevolmente i nostri bisogni e le nostre abitudini in senso positivo.
Chi cerca di immaginare nuovi business deve partire da questa nuova visione della tecnologia e del mondo in cui viviamo. Il tutto considerando una velocità, una facilità e un’intelligenza inedite, rispetto al passato. A essere smart, infatti, non sono gli oggetti ma le applicazioni che cortocircuitano le informazioni, modulando servizi in chiave digitale (e analogica). Tutto questo grazie a una nuova dimensione collaborativa della programmazione legata all’uso delle API (Application Programming Interface) e alla metodologia Agile, in una combinazione che ha inaugurato una nuova era dello sviluppo chiamato DevOps.
Prosegui la lettura del servizio completo Self-disruption significa usare la digital transformation per creare business innovativi