Industry 4.0, al CeBIT la partnership fa la forza

Alla fiera di Hannover più che nuove soluzioni per l’IOT dedicato allo smart manufacturing si sono viste alleanze strategiche per la creazione di framework di respiro globale. Fraunhofer Society ha lanciato Industrial Data Space, a cui hanno già aderito big dell’automotive, della farmaceutica e della meccanica pesante

Pubblicato il 22 Mar 2016

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Cebit welcome

Quando si pensa all’Industry 4.0 e alle applicazioni di smart manufacturing si tende a immaginare tecnologie futuristiche e robotica d’avanguardia. Naturalmente ci sono e ci saranno anche questi aspetti. Ma il cuore della questione, in realtà, sta nella capacità di raccogliere e convogliare i dati prodotti da sensori e macchinari durante il loro funzionamento per permettere all’industria, ai suoi input e a i suoi output di funzionare come un organismo in armonia col proprio ecosistema. In altre parole, servono standard e piattaforme aperte perché tutte le soluzioni hardware e software dialoghino tra loro regolandosi in funzione delle esigenze dell’uomo.

È questo il messaggio più forte che vendor e sviluppatori di soluzioni IoT per la grande impresa hanno lanciato al CeBIT 2016. Anzi, considerato il fatto che la Germania è la patria del progetto Industrie 4.0 (scritto col suo nome originale, in lingua tedesca), il monito che arriva dai principali player di questo settore nascente acquista ancora più importanza.

L’ha ribadito anche Gunther Oettinger, commissario europeo per l’Economia e la Società digitali, ospite d’onore della fiera B2B. “Il mercato unico digitale è un priorità per l’Unione: sono apprezzabili gli sforzi fatti in settori come quello automobilistico o alimentare, ma 28 silos e altrettante strategie differenti non hanno alcun senso”.

Fa industry

Quasi in risposta al monito di Oettinger, una delle iniziative di maggiore rilevanza al CeBIT è stata il lancio ufficiale di Industrial Data Space, una piattaforma per la condivisione di dati realizzata dalla Fraunhofer Society in collaborazione con Allianz, Bayer, Thyssen-Krupp e Volkswagen e con 12 dei 67 istituti europei che fanno capo all’associazione. L’obiettivo dichiarato del programma è fornire un framework per l’interscambio sicuro e veloce di informazioni atte a controllare le macchine da remoto, condividere ricerche in ambito farmaceutico e tracciare gli spostamenti logistici. Reimund Neugebauer, presidente della Fraunhofer Society, ha dichiarato che a differenza di altre soluzioni di data storage di livello enterprise, la piattaforma non avrà un centro unico di comando e controllo. “Sarà una sorta di federazione decentralizzata”, ha detto, sottolineando che se già diverse società tedesche – come Deutsche Telekom, SAP e Bosch –  hanno sviluppato infrastrutture avanzate per la conservazione e lo scambio di dati in ambito smart manufacturing,  l’Industrial Data Space ha l’ambizione di estendere l’invito alla collaborazione anche al di fuori del Vecchio continente, coinvolgendo partner negli Stati Uniti e in Asia.

IoT al Cebit

Del resto è proprio al CeBIT che si sono rafforzate diverse partnership a cavallo tra Atlantico e Pacifico. Come raccontato più dettagliatamente qui nell’articolo CeBIT 2016, sull’IOT il dato è tratto, Huawei da una parte ha presentato un progetto congiunto di ricerca e sviluppo con Kuka, specialista nelle soluzioni di robotica per l’industria, dall’altra, dopo aver dato il via al roll out commerciale di Open Telekom Cloud insieme a Deutsche Telekom, ha inaugurato con il sostegno di SAP e Intel il suo primo Openlab europeo – con sede a Monaco di Baviera – specificamente dedicato ai temi dello smart energy, della connettività per l’automotive e dello smart manufacturing. SAP, a propria volta, si è alleata con Vodafone per la messa a punto  di un ambiente interoperabile e certificato dove le comunicazioni M2M della telco sfrutteranno le capacità analitiche di HANA e consentiranno ai clienti comuni di avviare strumenti di predictive maintenance e di ottimizzare le risorse investite in progetti IOT.

La coopetition globale tra nuovi e vecchi player

Oltre ai già citati SAP e Huawei, l’arena globale, in cui competizione e collaborazione si alterneranno dando vita a nuovi equilibri di mercato, è terreno di confronto anche per gli altri giganti dell’IT, a partire da IBM e Lenovo per arrivare ad HP e Oracle. Ma si assiste anche all’ingresso di player che, pur avendo una grande esperienza nei campi dell’automazione industriale, sono relativamente nuovi rispetti ai temi della digitalizzazione. Il caso più emblematico è ancora una volta un colosso tedesco, Siemens, che all’edizione 2015 del CeBIT aveva presentato il progetto MindSphere – Cloud for Industry. Sempre ad Hannover, Siegfried Russwur, CTO di Siemens AG, ha dichiarato la scorsa settimana che il mercato dovrebbe crescere del 15% l’anno, mentre l’incremento per Siemens su questo nuovo fronte sarà del 9%. “Nuovi obiettivi richiedono nuovi approcci. Il framework va costruito qui e ora. Per questo, come azienda internazionale stiamo collaborando non solo per integrare tutti gli standard tedeschi, ma anche quelli globali, incluse le cornici regolatorie. È necessario sedersi tutti a un tavolo e mettere sul piatto gli obiettivi comuni”.

Le premiere presentate al CeBIT

In questo contesto di giochi strategici e di crescita globale non bisogna dimenticare chi ad Hannover ha portato soluzioni inedite pensate per indirizzare problemi specifici a cavallo dei vari settori industriali. L’indiana SenseGiz ha presentato una nuova offerta end-to-end che comprende una gamma di sensori per le applicazioni IoT sia in ambito industriale che in chiave smart office. I costi contenuti, la connessione al Cloud via Wi-Fi o GPRS e l’apertura della piattaforma a prodotti di terze parti e installazioni pre-esistenti la rendono ideale per la piccola e media impresa. Drehteile On line, della tedesca Rapidfacture, promette di rivoluzionare il modo di gestire gli ordini dei clienti, fornendo preventivi sulle referenze in tempo reale, in base all’indice di rotazione delle parti presenti in magazzino e agli effettivi ritmi produttivi. AirID micro è la terza generazione di una serie di soluzioni per la connettività M2M che è andata via via miniaturizzandosi. Design versatile e sicurezza nella trasmissione dei dati ne fanno il prodotto giusto per ambienti che hanno bisogno di un elevato tasso di personalizzazione. I dispositivi connessi possono poi essere monitorati tramite AirID Enterprise Manager (altra primizia del CeBIT), un server capace di gestire i vari firmware in uso all’interno del network. NetVox ha infine presentato una piattaforma simile, declinata però non solo sul piano dell’Industry 4.0, ma anche su quello dello smart agricolture. Sfruttando lo standard ZigBee, NetVox è in grado di costruire diversi livelli di rete, in modo che le macchine dell’intera filiera produttiva possano collegarsi a layer specifici dell’architettura IT e massimizzare l’efficienza del sistema.

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