scenari

In Italia corsa testa a testa per il 4G. Primi test per le videochiamate HD

TIM e Vodafone lottano per il primato tecnologico sul 4G e sull’LTE Advanced, in tre direzioni: crescita della copertura, sviluppo dello standard (e quindi delle prestazioni), e lancio di servizi abilitati, tra cui il Voice over Lte (VoLTE). Intanto è in consultazione pubblica il piano banda ultra larga governativo… e il prossimo anno si aprirà anche il fronte dei prezzi

Pubblicato il 05 Dic 2014

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In Italia è una corsa testa a testa tra TIM e Vodafone per il primato tecnologico sul 4G, in tre direzioni: crescita della copertura, sviluppo dello standard (e quindi delle prestazioni), e lancio di servizi aggiuntivi.

È anche una battaglia mediatica, come dimostra il braccio di ferro di comunicati stampa che c’è stato nei giorni scorsi. Vodafone ha fatto una conferenza per presentare l’avvio del 4G+, cioè l’LTE Advanced, in 80 città, che diventeranno 100 a marzo. TIM aveva già presentato il 4G+ qualche giorno prima, su 60 città. Ma nel giorno stesso della conferenza Vodafone, a poche ore di distanza, ha voluto subito rilanciare con un altro comunicato: per annunciare che ora le città coperte sono 120. Uguali sono le velocità dichiarate: 225 Mbps, che sono da condividere tra tutti gli utenti connessi nella cella (mentre nel precedente comunicato Telecom diceva di dare fino a 180 Mbps). Idem per le coperture del normale LTE: 74 per cento della popolazione.

La tempistica dei due comunicati non è una coincidenza, ovviamente, e rivela quanto sia importante questa tecnologia per i due operatori. Del resto ci stanno scommettendo molti soldi: «I servizi TIM basati sulla tecnologia LTE – si legge nel comunicato – sono il risultato degli importanti investimenti di Telecom Italia per l’innovazione tecnologica, pari a oltre 3,4 miliardi di euro nel triennio 2014-16, a conferma della volontà dell’azienda di mettere a disposizione infrastrutture sempre più moderne e in grado di offrire nuovi servizi tecnologicamente evoluti che rispondano alla crescente quantità di traffico generata da smartphone, tablet e chiavette». Nel suo comunicato, Vodafone risponde che «con il Piano Spring sta investendo in Italia 3,6 miliardi di euro per lo sviluppo di reti di ultima generazione in fibra e 4G».

Dichiarazioni promozionali a parte, l’LTE Advanced promette davvero di fare la differenza, come si legge anche nel piano banda ultra larga governativo ora in consultazione pubblica. Forse potrebbe essere la prima tecnologia a banda ultra larga effettiva, dato che il normale LTE non riesce a dare i 30 Megabit per utente. Non è detto però che l’LTE Advanced sia in grado di dare subito queste prestazioni. Non è sufficiente infatti che con il nuovo standard aumentino le velocità di picco della cella; è necessario anche che gli operatori ne riducano il tasso di congestione grazie a una maggiore concentrazione di antenne e a sistemi di off load su Wi-Fi (si legge nel piano). Di fatto l’LTE Advanced è la prima tecnologia mobile a sfruttare la carrier aggregation, cioè l’aggregazione di diverse frequenze (800, 1800 e 2600 MHz) per dare più velocità all’utente finale. È un vantaggio pratico che raddoppia le prestazioni medie reali degli utenti. A patto di avere uno smartphone compatibile non solo con l’Lte ma anche con la versione Advanced: per ora lo sono il Samsung Galaxy Note 4 e il Galaxy Alpha.

Un altro fronte di competizione sono i servizi abilitati dall’LTE. Vodafone ha annunciato, nel contempo, la prima sperimentazione di rete con VoLTE (Voice over LTE), a Roma, Milano e Ivrea. Per ora non è aperta agli utenti: dovremo aspettare circa metà 2015 per sfruttare questa funzionalità, che equivale a poter fare chiamate su rete LTE. Non solo normali telefonate, beninteso: ma anche videochiamate HD a qualità garantita, scambio di immagini, video, posizione GPS e musica durante la conversazione.

Dal canto suo, Telecom dice che lancerà Vo nel 2015. E che il 4G+ «consente di fruire in mobilità di servizi e contenuti multimediali ad alta definizione con una qualità di immagini fino a 4K, come ad esempio vedere in streaming i film in HD, anche da TIMvision, la tv on demand di Telecom Italia.

Inoltre i clienti Business potranno sfruttare al massimo i servizi Cloud di Nuvola Store, tra i quali la videoconferenza in HD o la fruizione da smartphone e tablet di mobile app ospitate nel cloud di Telecom Italia». I nuovi standard promettono di aprire la porta a futuri fonti di ricavi, da servizi a valore aggiunto, per gli operatori. Basterebbe questo motivo a spiegare perché dell’impegno nel comunicare i progressi tecnologici.

E non è finita. Perché sta per manifestarsi appieno un altro fronte di concorrenza: quello dei prezzi del 4G. Finora è rimasto in sordina perché gli altri due operatori, di solito più aggressivi commercialmente, hanno una copertura LTE molto inferiore: 36 per cento per 3 Italia (40 per cento a fine 2014, dice l’operatore al nostro sito) e 25 per cento per Wind.

«Per il prossimo triennio abbiamo predisposto un piano di sviluppo ambizioso per arrivare a coprire con il 4G-LTE la quasi totalità della popolazione italiana. Già il prossimo anno 3 Italia quadruplicherà il numero dei siti in tecnologia 4G-LTE rispetto a quanto fatto nel 2014. LTE Advanced è in roadmap, prevediamo di partire nel 2015», aggiungono da 3 Italia.

TIM e Vodafone mirano a coprire il 90 per cento della popolazione entro due anni, con l’LTE. La battaglia delle coperture e delle prestazioni è quasi scontata. Ma la vera incognita è se gli operatori saranno capaci di migliorare ricavi e profitti grazie a nuovi servizi, in aggiunta alla semplice vendita dell’accesso.

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