Telemedicina

Il ruolo del digitale a supporto della Connected Care durante il Covid-19

L’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità ha indagato il ruolo che il digitale ha giocato e può ancora giocare nella gestione dell’emergenza sanitaria non solo per valorizzare i benefici in termini di contenimento del contagio, riduzione delle ospedalizzazioni, gestione dei pazienti sul territorio, ma anche per ridisegnare i modelli di cura accelerando la transizione verso un modello di Sanità del futuro, più connesso, sostenibile e resiliente

Pubblicato il 14 Giu 2020

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In crescita già nel 2019, con l’incombere dell’emergenza Covid-19, la Telemedicina ha riscosso un vero e proprio boom di interesse tra gli operatori sanitari italiani. I Medici di Medicina Generale (MMG) sono i più convinti: uno su tre già utilizzava almeno una soluzione di Telemedicina prima dell’emergenza, il 62% di quelli che non la applicavano lo farà in futuro e solo il 5% è contrario. Per tre Specialisti su quattro è stata decisiva di fronte all’improvviso carico di lavoro verificatosi nella fase acuta della diffusione del Coronavirus, ma ancora il 30% è contrario, il 34% già la utilizzava e il 36% si è convinto dei benefici e intende applicarli in futuro. Tele-Consulto, Tele-Assistenza e Tele-Cooperazione, i servizi che attirano di più di questa nuova modalità di supporto sanitario, più indicata, sia per i medici di medicina generale che per gli specialisti, nella cura di pazienti cronici. E i cittadini sembrano pronti, visto che uno su tre vorrebbe sperimentare una Tele-Visita con il proprio medico generale.

Sono queste le evidenze più interessanti per il nostro canale ricavate dalla ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano che, giunto al suo tredicesimo anno di attività, ha censito più di 200 iniziative nazionali e internazionali e intervistato 68 strutture sanitarie (CIO e Direzioni Strategiche), 740 Medici di Medicina Generale, 1652 Medici Specialisti e 1000 cittadini per indagare il ruolo che ha svolto il digitale durante l’emergenza sanitaria a supporto di quel sistema che mette il cittadino-paziente al centro creando modelli organizzativi che favoriscano l’integrazione delle cure tra ospedale e territorio e abilitino l’empowerment del paziente. La Connected Care.

La pandemia innescata dal Coronavirus ha imposto di velocizzare la trasformazione digitale del sistema sanitario che, sottoposto a forte pressione, ha bisogno del digitale per aumentare la resilienza. Comprendere il ruolo che il digitale sta giocando e che può ancora giocare nella gestione dell’emergenza sanitaria è fondamentale non solo “per valorizzare al massimo i possibili benefici in termini di contenimento del contagio, riduzione delle ospedalizzazioni, capacità di gestire i pazienti sul territorio, ma anche per ridisegnare i modelli di cura accelerando la transizione verso un modello di Sanità del futuro, più connesso, sostenibile e resiliente” afferma Mariano Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità. 

L’impronta del digitale sulla Connected Care

Le tecnologie digitali possono fare la differenza in tutte le fasi del percorso di prevenzione, accesso, cura e assistenza del cittadino/paziente a supporto di tutti gli attori del sistema sanitario (medici, strutture sanitarie, ecc.) da un lato aiutando il personale nelle decisioni cliniche e le strutture nella continuità di cura e nell’operatività, dall’altro interconnettendo i pazienti e tutti gli attori coinvolti nell’intero percorso di cura. 

E’ la Connected Careun ripensamento forte in termini di innovazione organizzativa e digitale che permea l’erogazione di servizi sanitari e socio-sanitari mettendo al centro l’esperienza digitale del cittadino. L’interoperabilità è un aspetto importante, ma ancora di più lo sono i punti di contatto tra cittadino e operatori del sistema che devono essere riorganizzati e resi coerenti garantendo un servizio di qualità sicuro ed efficiente e coerenti rispetto a quattro fasi fondamentali: stili di vita e prevenzione; accesso al Sistema Sanitario; terapia e cura; follow up.

Ma nel concreto in che modo il digitale ha permesso di ristrutturare queste fasi in una logica di supporto all’emergenza sanitaria da Covid-19?

Stili di vita e prevenzione

In questo caso, c’è stata la necessità di informare in modo tempestivo e consapevole sull’emergenza, in particolare sugli stili di vita da condurre e sulle misure igienico-sanitarie da adottare per contenere e prevenire il contagio, garantendo al contempo uno stato psico-fisico di benessere.

In questo senso, sono state utili app, siti web e chatbot basati sull’Intelligenza Artificiale che riconoscono e analizzano il linguaggio naturale e rispondono di conseguenza fornendo informazioni sul Covid-19 (sintomi, contagio, prevenzione, ecc.). Come vantaggi immediati si è avuto un decongestionamento delle linee telefoniche per la richiesta di informazioni da parte dei cittadini e la diffusione di informazioni veritiere e attendibili basate su fonti autorevoli come Ministero, OMS ecc. 

Oltre a misure operative, si è trattato di erogare servizi legati al supporto psicologico non solo per chi è stato colpito dal virus ma anche per chi si è visto stravolgere completamente la quotidianità con contatti avvenuti per lo più tramite videochiamate. 

Accesso

In questo caso, fondamentale si è rivelato l’utilizzo di chatbot per l’autovalutazione dei sintomi da Covid-19 che hanno democratizzato l’accesso al Sistema Sanitario in particolare ai servizi di screening e analisi con un servizio personalizzato usufruibile in ogni momento e luogo. In base ad alcune domande standard del cittadino, hanno fornito indicazioni sulle precauzioni da prendere e sulle azioni da mettere in atto nel caso compaiano sintomi associabili al Covid-19. Ciò ha permesso di decongestionare le linee telefoniche per la richiesta di informazioni da parte dei cittadini e di aumentare l’empowerment del paziente con una rilevazione precoce e “autonoma” di sintomi sospetti. 

Poi, ovviamente, non sono mancate le interazioni con il medico di base tramite app che abilitano la video-chiamata per garantire la continuità sulla comunicazione dei sintomi e dello stato di salute. 

Cura

A questo punto, troviamo i servizi di tele-visita per garantire la continuità di cura ai pazienti cronici che dovevano accedere a prestazioni ambulatoriali. Poi l’importanza dell’AI nel supportare l’analisi delle immagini e velocizzare la diagnosi del Covid-19. Ed infine, il tele-consulto per mantenere la connessione dei nodi del Sistema Sanitario, consentendo ai medici di comunicare e confrontarsi rispetto a specifici casi clinici. 

Follow up

App interessanti sono quelle di tele-monitoraggio a domicilio dei pazienti cronici per la rilevazione di parametri rilevanti per la cura; tele-visita e tele-monitoraggio dei parametri vitali per i pazienti positivi al Covid-19 gestiti a domicilio o isolati presso le strutture alberghiere o dimessi; tele-riabilitazione, con l’utilizzo anche di serious games a scopi riabilitativi, combinando un fine di intrattenimento ad elementi educativi. 

Esempi italiani di Connected Care

Progetti per l’assistenza medica online avevano visto la luce anche prima dell’emergenza sanitaria, tuttavia è durante questa grave situazione imprevista che la Telemedicina ha registrato un vero e proprio boom di interesse fra gli operatori del settore, anche nell’ottica di offrire prestazioni da remoto ai pazienti non malati di Covid-19.

“I medici hanno compreso come la Telemedicina possa rappresentare un alleato importante per mantenere un contatto più costante e appropriato con i pazienti, in questa fase di emergenza, ma anche nel futuro” afferma Cristina Masella, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità.

Presso l’Istituto Neurologico Carlo Besta sono stati utilizzati strumenti di collaboration (es. Skype) già presenti per uso interno per offrire un servizio di tele-visita ai pazienti assistiti per diverse specialità neurologiche (es. sclerosi multipla, parkinson, neurologia infantile ecc.) per effettuare visite di controllo per pazienti già noti. 

L’Ospedale San Raffaele ha attivato una piattaforma che permette ai cittadini di prenotare e svolgere una tele-visita tramite chat o video e scambiare immagini cliniche con il medico di tutte le specialità per cui il servizio è disponibile. 

Il Policlinico Gemelli ha attivato un servizio di visita a distanza a cui possono accedere i pazienti dimessi o in follow-up. Tramite l’applicazione è possibile prenotare la visita, effettuarla, e ricevere il referto. 

L’ASST di Lodi ha utilizzato una piattaforma web di tele-sorveglianza per monitorare i pazienti positivi al Covid-19 non ospedalizzati, grazie ai parametri inseriti sul sistema dai pazienti o dalla centrale operativa. 

Infine, la cooperativa COSM ha implementato un’iniziativa di tele-monitoraggio per pazienti cronici e fragili attraverso una piattaforma digitale, il supporto di un centro di servizi e di case manager attivi sul territorio. 

Immagine fornita da Shutterstock.

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