Con il DCIM Schneider Electric porta le logiche IoT nella gestione dei Data Center

La piattaforma DCIM (Data Center Infrastructure Management) di Schneider Electric come vera e propria soluzione di business analytics, in grado di unire gli strumenti dell’Internet of Things all’analisi dei dati per agire direttamente sul business

Pubblicato il 07 Mar 2017

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Roberto Rumi, Sales Software Engineer soluzioni DCIM Schneider Electric

La crescente diffusione dell’IoT porta con sé, come inevitabile conseguenza, la crescita esponenziale dei dati, utili certo, per tutte le attività legate ai Big Data e agli Analytics, ma che nel contempo mettono sotto pressione l’intera l’infrastruttura Data Center.

È uno scenario che rende evidente l’importanza di disporre di soluzioni di Data Center Infrastructure Management che consentono un approccio olistico al problema della progettazione, gestione e ottimizzazione dei Data Center.

Ce lo spiega Roberto Rumi, che in Schneider Electric ricopre il ruolo di Sales Software Engineer proprio per le soluzioni DCIM: «Parliamo di soluzioni relativamente poco conosciute sul mercato e che richiedono di essere correttamente comprese e posizionate”. Per questo è importante fissare bene il tema DCIM per valutarne appieno le potenzialità, non tanto dal punto di vista tecnologico quanto in termini di quale impatto sul business possono avere».

Il DCIM rappresenta una concreta opportunità per legare sempre di più il data Center al Business per le imprese. Suggeriamo su questo tema il webinar gratuito organizzato da Internet4Things. Per saperne di più vai all’articolo
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Il Data Center, in buona sostanza, deve essere preso in considerazione per tutti e tre i domini tecnologici che lo caratterizzano:

  • Elettrico, sia in termini di controllo della potenza sia in termini di gestione della distribuzione dell’energia
  • Cooling, tutte le tecnologie e gli strumenti necessari a controllare efficacemente la temperatura delle sale
  • IT, tutte le infrastrutture e i dispositivi presenti nel cosiddetto “white space” necessarie per erogare la potenza computazionale richiesta.

«Storicamente – prosegue Rumi – sono mondi disgiunti, distanti indirizzati da tecnologie, vendor e soluzioni differenti. Ma nella logica dell’IoT e dell’Industria 4.0 chi prende decisioni sul Data Center non può non tenere conto di tutti gli elementi e degli effetti a catena che inevitabilmente vanno a crearsi».

Non si può, per esempio, pensare di collocare un server in una determinata posizione all’interno di un Data Center non tenendo conto delle implicazioni che inevitabilmente avrà sul raffreddamento, sull’erogazione di potenza, sulla distribuzione elettrica. Chi gestisce e opera in un Data Center deve avere una visione olistica coordinata, aggiornata e dettagliata di questi mondi disgiunti”.

I dispositivi smart cambiano la gestione del Data Center

Nella visione di Schneider Electric, la risposta viene dall’adozione di dispositivi intelligenti. Si parla di interruttori smart, di sistemi di raffreddamento e di erogazione della potenza smart: si passa cioè da un dominio elettrico e meccanico a un dominio digitale.
Non si gestisce solo il dispositivo, bensì il dato che proviene da esso.
L’intelligenza è in capo al software, che deve essere in grado di raccogliere, elaborare, normalizzare e correlare enormi quantità di dati e scoprire i cosiddetti pattern (correlazioni complesse tra variabili) così da essere in grado di fare previsioni sul futuro: guardare al passato per avere indicazioni strategiche su comportamenti futuri di sistemi complessi.

«Dalla piattaforma di Data Center Infrastructure Management, è possibile capire come far evolvere il Data Center a partire dai dati disponibili. Per questo bisogna superare l’idea che si tratti di una mera semplice piattaforma di monitoraggio e controllo dell’infrastruttura. Parliamo viceversa di una piattaforma di supporto per la gestione strategica del Data Center».

In Schneider Electric, dunque, il DCIM da piattaforma operativa diventa anche piattaforma di Business Analytics e di Risk Management. Partendo da migliaia di dati real time non correlati si ottengono pochi significativi KPI utili a monitorare e ottimizzare le performance generali e il ROI del Data Center.

«Il Data Center è solitamente un sistema estremamente energivoro che può costare migliaia di euro al giorno in termini di soli consumi elettrici. Poter programmare interventi e ottimizzare le operazioni in modo da consentire un risparmio del 5-10% sui consumi vuol dire avere un impatto diretto, misurabile e concreto sul conto economico».

Processi e regole per migliorare l’affidabilità del Data Center

C’è poi un tema ulteriore sul quale le soluzioni DCIM giocano un ruolo chiave.
Con l’introduzione di processi, di regole, di automatismi, di metodologie si riduce la possibilità di errore nella gestione del Data Center che come si è detto è un sistema estremamente complesso e delicato. Il DCIM diventa così lo strumento su cui nuovi processi aziendali, regole e metodi di conduzione e gestione del Data Center vanno ad appoggiarsi nell’ottica del monitoraggio e riduzione del rischio globale.
«Efficienza energetica – osserva Rumi – , affidabilità e resilienza, ad esempio, potrebbero non andare di pari passo. Per questo è importante capire quale di questi aspetti interessa maggiormente e definire di conseguenza il processo, la metodologia operativa per ottenerlo e per mantenerlo durante l’evoluzione naturale del Data Center lungo tutto il suo ciclo di vita».

La logica IoT nel DCIM di Schneider Electric

Così come concepito da Schneider Electric, il DCIM sposa in pieno tutte le logiche dell’Internet of Things e dell’Industria 4.0.

Il sistema raccoglie i dati dal campo da ogni sensore intelligente presente: dati provenienti da apparati prettamente IT, dati fisici quali temperatura e umidità, dati elettrici e di consumo e determina, per esempio, la collocazione migliore di un nuovo server all’interno della sala minimizzando i rischi, garantendo le ridondanze, massimizzando l’efficienza energetica.
Il DCIM si configura in questo modo come una soluzione che indirizza perfettamente il mondo bancario (come strumento per esempio di Risk Management e di controllo dei costi) così come il mercato dei colocator (come strumento di supporto alla definizione di nuovi modelli di business).

«I colocator – precisa Rumi – sanno bene che l’utilizzo e la pianificazione efficace delle risorse e della capacità del Data Center (potenza, raffreddamento e spazio) rappresenta una delle principali leve per la massimizzazione del loro profitto».

Il DCIM consente loro di gestire e ottimizzare gli spazi, controllare e ridurre i costi energetici, pianificare gli investimenti infrastrutturali, gestire gli asset lungo tutto il ciclo di vita il tutto integrandosi e dialogando con eventuali altre piattaforme IT presenti”

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