La transizione dal modello tradizionale on-premise a quello Software as a Service (SaaS) non è solo una questione tecnologica, ma tocca i temi strategici della sovranità digitale e della tutela dei dati aziendali. Lo ha spiegato Michele Zunino, CEO di Netalia, durante la Case Study Presentation Session 2025 organizzata dall’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, presentando con Vincenzo Maione, Partner di Atlas Reply Roma, il progetto che ha portato il framework Cassiopea a diventare un servizio erogato su cloud nazionale.
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Il mercato italiano del cloud e lo spazio per i provider nazionali
Secondo i dati dell’Osservatorio, il mercato cloud italiano vale circa 7 miliardi di euro, con una crescita annua superiore al 20%. Di questa cifra, circa la metà è rappresentata dai servizi SaaS, prevalentemente forniti dai grandi hyperscaler internazionali. La quota dei Cloud Service Provider italiani resta invece molto contenuta, inferiore al 5%.
Una dinamica che evidenzia il bisogno di accelerazione. “Il tema della sovranità digitale è sempre più sentito dalle aziende, e l’on-premise non è più sufficiente per giustificare l’evoluzione dei sistemi”, ha spiegato Zunino, sottolineando la necessità di un’offerta che sappia garantire alle imprese italiane piattaforme sicure e conformi al quadro normativo nazionale.
Dal data center al SaaS: la trasformazione di Cassiopea
Il progetto presentato nasce dalla collaborazione tra Netalia e Atlas Reply. Cassiopea, framework di gestione applicativa sviluppato da Reply, è stato trasformato in un servizio SaaS erogato sul cloud Netalia. L’obiettivo non era soltanto tecnico, ma strategico: passare da un modello di prodotto installato nei data center aziendali a un servizio scalabile, accessibile e fatturato a consumo.
“Il modello che abbiamo voluto portare è quello di un ecosistema di imprese che collaborano anziché competere, valorizzando i rispettivi core business”, ha spiegato Zunino. La piattaforma di Netalia, con architettura multi-region e data center in Italia, ha permesso di implementare un servizio che si fonda sulla centralità del dato e sulla sua protezione.
Compliance e cloud sovrano
Uno dei nodi centrali del progetto è stato il tema della compliance. Settori regolamentati come difesa, sanità, trasporti ed energia richiedono che i dati non solo siano ospitati su infrastrutture localizzate in Italia, ma che l’intera catena di gestione ricada sotto lo stesso perimetro giuridico.
Zunino ha chiarito che il vero differenziale rispetto agli hyperscaler globali non è solo nella residenza fisica del dato, ma nella sua residenza giuridica, assicurata da un ecosistema di fornitori che operano all’interno delle stesse regole normative.
Vincenzo Maione ha confermato come questo aspetto sia stato determinante, soprattutto per i clienti del settore bancario e manifatturiero. “I nostri interlocutori chiedevano non solo data center in Italia, ma anche che i modelli di intelligenza artificiale fine-tuned per i loro processi risiedessero sul territorio nazionale”, ha raccontato Maione, evidenziando la necessità di un approccio di cloud sovrano anche per gli strumenti di AI.
I vantaggi del modello SaaS
Dal punto di vista del cliente, il passaggio da applicativi in licenza tradizionale a un modello SaaS comporta diversi benefici. Zunino ha sottolineato la facilità di onboarding, resa possibile dall’assenza di costi upfront e dall’immediatezza dell’attivazione. “Banalizzando, si tratta di creare una user ID e una password”, ha spiegato, ricordando che questa semplicità è accompagnata da garanzie di segregazione dei dati tra clienti e tra diverse aree interne alla stessa azienda.
Il modello pay-per-use riduce i vincoli e consente alle aziende di scalare i servizi in base alle esigenze reali. Tuttavia, come ha raccontato Maione, resta necessario bilanciare il tema dei costi operativi. “Forse la parte più difficile è stata far comprendere che un certo livello di spesa OPEX rimaneva, e trovare l’equilibrio tra valore del servizio e prezzo da applicare è stato il vero pain point”.
Un ecosistema collaborativo per la data economy
Al di là degli aspetti tecnologici e di business, entrambi gli interlocutori hanno posto l’accento sul valore dell’ecosistema. Per Zunino, il cloud sovrano non può prescindere dalla collaborazione tra imprese nazionali che condividono lo stesso quadro normativo e lo stesso interesse a sviluppare una data economy sostenibile.