La seconda vita di Roberto Masiero

Il presidente di Idc International lascia la società per nuove attività, tra cui una fondazione che vuol riunire ‘le migliori intelligenze digitali del Paese’

Pubblicato il 10 Nov 2009

Roberto Masiero, già President di Idc International, ha lasciato la società (ma i rapporti restano “ottimi da tutti i punti di vista”) senza però abbandonare la scena dell’Ict nazionale e internazionale. Al contrario, per lanciarsi con il solito entusiasmo in una serie di nuovi progetti e attività.
Tra queste attività, quella in cui sembra credere maggiormente riguarda la Fondazione 3IT, che, come ci spiega, “si occuperà di sviluppare ricerca non profit sulle modalità con cui le tecnologie digitali facilitano lo sviluppo economico e umano, e stimolare lo  sviluppo di progetti pilota in diverse aree”.
Il think-tank al cuore della Fondazione è costituito da quelli che Masiero (nella foto in alto) definisce come alcune ‘beautiful minds’ ovvero “alcuni dei migliori intellettuali digitali” italiani, che hanno già collaborato con lui in altre precedenti iniziative, come il professor Giacomo Vaciago. “Nel nostro paese esiste un’élite di intellettuali digitali di notevole spessore e che ha un grande ruolo da svolgere, mentre oggi opera in modo scoordinato e scollegato rispetto ai responsabili del governo economico del Paese”.
La Fondazione di cui parla Masiero si ispira alle esperienze già attive negli Usa, dove think-tank di questo tipo fanno da supporto ai legislatori responsabili dello sviluppo delle politiche riguardanti reti e tecnologie digitali (sviluppo del broadband, infrastrutture e nuovi servizi  ecc.); sono luoghi di dibattito e di sensibilizzazione su questi temi per l’intero Paese, e che operano nella assoluta indipendenza da qualsiasi schieramento politico.
“Questi think tank sono una realtà caratteristica della tradizione e della cultura americane mentre in Europa sono sconosciute; bene noi ora ce l’abbiamo, con uffici che saranno operativi dai primi di dicembre nel centro di Milano”.
La Fondazione avrà però un respiro più che nazionale, anche perché nella dimensione internazionale Masiero intende valorizzare quell’ imponente patrimonio di rapporti, relazioni e collaborazioni intessute con mezzo mondo nella sua ‘vita precedente’.
“L’ultimo anno – racconta – l’ho passato tra Brasile, India e Cina e dovunque ho ascoltato racconti e conosciuto esperienze che in vario modo mostrano le innumerevoli possibilità e potenzialità delle tecnologie digitali”.
La voglia di valorizzare queste esperienze e mettere a frutto competenze e intelligenze al servizio del ‘sistema Paese‘ è tanta. Unica incognita potrebbe stare nella ricettività del mondo politico nostrano su cui Masiero, nelle esperienze dei quattro Forum sull’Innovazione organizzati negli scorsi anni, non sembra aver maturato una grande opinione.
Sentite cosa pensa dei tanti ministri, sottosegretari e politici locali – rigorosamente bipartizan – che hanno fatto passerella nel corso dei quattro Forum sull’Innovazione. “La politica si è mostrata impreparata oltre che insensibile rispetto al ruolo strategico che potrebbero giocare le tecnologie digitali per la produttività e la competitività del paese nel nuovo scenario dell’innovation economy.”

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