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Sovranità dei dati: è necessario un migliore controllo della complessità e dei costi



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Il 41% delle aziende europee dichiara che la conformità e la sicurezza dei dati sono i principali ostacoli al raggiungimento del valore atteso del cloud. Una ricerca di Accenture rivela che circa il 55% delle aziende non è sempre in grado di tracciare i dati dalla loro origine al punto di utilizzo

Pubblicato il 15 feb 2024

Luca Olivari

WW Database Sales Leader di Nutanix



sovranità dei dati
La sovranità del cloud è un "work in progress" per la maggior parte dei settori, guidati da energia e servizi di pubblica utilità, assicurazioni, sanità e altri

Il recente annuncio di AWS di voler creare un servizio cloud europeo per soddisfare le esigenze di sovranità dei dati dei clienti dell’UE, è indicativo della situazione attuale. Come afferma Accenture nel suo recente report Sovereign cloud comes of age in Europe la sovranità dei dati è diventata “virale”. Le aziende riconoscono la necessità di affrontarla e il 41% di esse dichiara che la conformità e la sicurezza dei dati sono i principali ostacoli al raggiungimento del valore atteso del cloud. È comprensibile che le aziende cerchino la flessibilità e la scalabilità del cloud, ma hanno anche bisogno che sia economicamente vantaggioso. Se i problemi di gestione dei dati compromettono il valore, è chiaro che qualcosa non funziona.

Sovranità dei dati, cos’è e perché è importante

Innanzitutto, la sovranità dei dati è un’ottima cosa. Proteggere i dati assicurando che siano archiviati nel Paese di origine aiuta certamente a garantire la privacy e le misure di sicurezza. Nessuno può realmente mettere in discussione le misure adottate per contribuire alla protezione dei dati e questo ha dato origine a una serie di servizi cloud localizzati all’interno dell’UE. Sebbene gli hyperscaler, come AWS e Oracle, abbiano risposto con servizi cloud basati nell’UE, è facile capire come le aziende si trovino di fronte a scelte difficili. Il cloud pubblico presenta notevoli vantaggi, ma quante aziende si sentono davvero a loro agio nell’archiviare i propri dati critici in un ambiente di cloud pubblico basato su una specifica zona geografica?

La necessità di governare la proliferazione dei dati e di creare applicazioni data-driven ha provocato negli ultimi anni un’importante variazione nel numero di database che le aziende si sono trovate a gestire. Laddove la maggior parte delle aziende disponeva di un unico database, ora, dati i molteplici ambienti workload, ne esistono diversi. A questo si aggiunge il crescente passaggio ai database open source e la necessità degli sviluppatori di accedere ai database per i test. Non è raro vedere aziende che hanno a che fare con una varietà di engine: Oracle, SQL Server, MongoDB, PostgreSQL e così via. Tutto ciò deve essere gestito e in genere richiede un compromesso tra convenienza e controllo, in quanto gli amministratori di database, in particolare, sono sottopressione.

Il problema è ulteriormente amplificato dalla conformità alla sovranità dei dati. Come fanno i team IT a garantire la conformità di un’ampia gamma di sistemi di database che operano su diversi cloud e data center on-premise? È interessante notare che una ricerca di Accenture rivela che circa il 55% delle aziende non è sempre in grado di tracciare i dati dalla loro origine al punto di utilizzo. Inoltre, secondo il report, vi è una diffusa mancanza di fiducia nella governance dei dati, con appena il 9% che dichiara di fornire realmente più opzioni di interfaccia sicura agli utenti per il consumo dei dati.

Una nuova situazione: il Database-as-a-Service (DBaaS)

Per le aziende che devono rispettare non solo la conformità alla sovranità dei dati, ma anche le norme sulla privacy, tenere sotto controllo più database richiede un approccio diverso, che utilizzi l’automazione e consenta una capacità di unificazione. Ciò ha portato alla nascita del Database-as-a-Service (DBaaS), che mira a semplificare le attività quotidiane di gestione dei database che richiedono molto tempo. Il DBaaS consente inoltre di implementare più rapidamente i progetti di sviluppo software, garantendo servizi migliori e tempi di commercializzazione ridotti in tutta I’azienda.

Inoltre, il DBaaS ibrido multi-cloud offre un modello operativo cloud, pur consentendo ai clienti di mantenere il pieno controllo dei loro dati grazie a funzionalità di gestione simili a quelle del cloud, e semplifica i processi necessari per rendere disponibili le informazioni. Inoltre, consente di combinare in un unico sistema i database di più reparti e sedi. Un’unica visione di tutti i database di un’azienda si traduce in un’infrastruttura più gestibile e in una maggiore capacità di gestione dei dati.

Il cloud sovrano scelto dalla metà delle aziende europee

Come emerge dallo studio di Accenture, la metà delle aziende europee sta già considerando il cloud sovrano come un’opzione – il 50% dei CXO europei considera la sovranità dei dati come uno dei principali problemi nella scelta dei fornitori. Inoltre, più di un terzo delle aziende intervistate vede un’opportunità nello spostare tra il 25% e il 75% dei dati, dei carichi di lavoro o degli asset nel cloud sovrano.

Cloud sovrano è un termine che abbraccia una serie di soluzioni che consentono alle aziende di assumere il controllo della ubicazione, dell’accesso e dell’elaborazione dei propri dati: on premise, nell’edge, in una struttura di co-location o in un cloud pubblico ad hoc. Il DBaaS consente alle aziende di fare queste scelte in modo in modo informato e razionale e considerare le potenziali implicazioni in termini di costi e complessità, non può che essere un bene.

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