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Cloudera: progetti AI di successo? Ecco perché serve una piattaforma dati ibrida



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A Evolve25, la conferenza su dati e intelligenza artificiale organizzata in ottobre a Londra, la società ha mostrato a partner e clienti perché solo un data fabric unificato (in grado di gestire al meglio i dati su cloud pubblici, data center on-prem e infrastruttura edge) consente di sfruttare appieno il potenziale della AI 

Pubblicato il 20 ott 2025

Giorgio Fusari

Giornalista



Cloudera Evolve25
Charles Sansbury, amministratore delegato di Cloudera, sul palco di Evolve25 

Senza una piattaforma dati ibrida oggi è difficile cogliere l’opportunità dell’intelligenza artificiale per innovare la propria azienda: il rischio è partire col piede sbagliato, creando progetti che falliscono nella capacità di integrare e applicare efficacemente la AI in tutta l’organizzazione. Progetti che non riescono a sfruttare a fondo il valore dei dati, distribuiti nel data center on-premise, nel cloud o nell’infrastruttura edge.

Per affrontare la sfida, nella prospettiva di Cloudera, le imprese sono alla ricerca di strumenti e funzionalità che le aiutino a semplificare la gestione dei dati sull’intero patrimonio informativo, a erogare le loro applicazioni AI-based, a gestire i progetti, collaudarli, valutarli e poi a portare i modelli in produzione.

Questo è quanto emerge parlando con migliaia di clienti e partner in tutto il mondo, spiega a Londra dal palco di Evolve25 l’amministratore delegato Charles Sansbury. L’evento globale che riunisce i protagonisti del settore per discutere su futuro dell’intelligenza artificiale, gestione dei dati e strategie cloud, ha dato occasione al CEO di sottolineare come Cloudera stia lavorando sulla tecnologia per allinearla alle necessità delle aziende utenti, e per fornire il valore che serve a potenziare le loro iniziative sulla AI.

Una strategia, si potrebbe dire, quantomai cruciale in questa delicata fase di maturazione delle applicazioni AI, costellata di fallimenti. Nonostante gli investimenti nella AI generativa, indica un rapporto del MIT (Massachusetts Institute of Technology) pubblicato a luglio 2025, il 95% delle organizzazioni non sta ottenendo alcun ritorno. Il motivo? Strumenti come ChatGPT sono ampiamente utilizzati, ma le soluzioni personalizzate sono in fase di stallo a causa della complessità di integrazione e della mancanza di adattamento ai flussi di lavoro esistenti.

Cloudera Evolve25
Charles Sansbury, amministratore delegato di Cloudera, sul palco di Evolve25 

Molte sfide da affrontare

Una piattaforma dati oggi deve saper gestire una complessità crescente e problemi a diversi livelli. Ci sono i problemi di integrazione, ma anche le sfide di governance, compliance, sicurezza e privacy, di fronte alla dilagante espansione della shadow IT, o, volendo meglio attualizzare il fenomeno, della shadow AI. Quest’ultima si crea quando i dipendenti di un’organizzazione utilizzano tool o applicazioni AI senza previa autorizzazione del reparto IT.

«Abbiamo visto un cambiamento nella modalità di consumo della tecnologia da parte degli utenti» dice Sansbury, ricordando la tensione esistente tra i business user, che si muovono rapidamente e desiderano usare subito una tecnologia per risolvere un dato problema aziendale, e i team IT, che lottano quotidianamente con le sfide di accesso e governance per dati e applicazioni.

Un altro aspetto chiave da osservare, rileva il CEO, è la tendenza delle grandi organizzazioni a implementare ambienti IT ibridi e multicloud. Due anni fa, se si fosse chiesto a queste organizzazioni quale percentuale dei loro carichi di lavoro avrebbero eseguito in un’infrastruttura cloud-based, la risposta sarebbe stata “la stragrande maggioranza”. Ma oggi, facendo la stessa domanda, la risposta sarebbe diversa, chiarisce Sansbury: il 40% dei workload vengono gestiti on-premise, e il 60% in un cloud privato. Numeri a parte, l’approccio ibrido è ormai riconosciuto dalle più grandi aziende nel mondo come l’architettura definitiva di riferimento.

Costruire una sola piattaforma: gli investimenti in R&D e le nuove acquisizioni

La risposta di Cloudera alle complesse necessità delle organizzazioni è fornire un data fabric unificato dispiegabile ovunque, una piattaforma dati ibrida, in grado di utilizzare, indipendentemente dalla loro posizione nell’ambiente IT, tutti i dati disponibili per alimentare e addestrare i modelli AI. Ma anche una piattaforma capace di rendere l’esperienza utente maggiormente “cloud-like” on-prem o in qualunque ambiente, nascondendo il più possibile la complessità sottostante.

A tal fine, Cloudera, ha sottolineato Sansbury, ha «speso più di 300 milioni di dollari in ricerca e sviluppo», compiendo anche varie acquisizioni societarie. Nel 2024 Cloudera ha acquisito Octopai, fornitrice di una piattaforma di data lineage, data discovery e data catalog in grado di estrarre metadati dall’intero ambiente dati di un’organizzazione. Poi, ad agosto di quest’anno, c’è stata l’acquisizione di Taikun, fornitore di piattaforme per la gestione di Kubernetes e dell’infrastruttura cloud in ambienti ibridi e multicloud.

Verso la AI privata e il rafforzamento della sovranità digitale, gli annunci chiave

Nell’ottica di creare una sola piattaforma capace di offrire una “cloud experience” coerente per i dati ovunque risiedano, e di potenziare l’intelligenza artificiale in ogni ambiente, si inseriscono anche gli annunci più recenti, richiamati a Evolve25, come i Cloudera Data Services 1.5.5. Si tratta di una suite di applicazioni containerizzate per data engineering, data warehousing ed AI, che un’organizzazione può far girare in maniera sicura all’interno del proprio data center. La release 1.5.5, dichiara Cloudera, segna un significativo passo in avanti, e amplia le basi per liberare tutto il potenziale della AI privata all’interno di un’azienda.

Un aspetto nodale nella versione 1.5.5 è l’introduzione del supporto on-premise per Cloudera AI Inference service, accelerato da Nvidia, e Cloudera AI Studios. In precedenza, queste offerte erano disponibili solo nel cloud.

L’ulteriore evoluzione di questo paradigma si ha poi con i Cloudera Data Services 2.0, che traghettano la “anywhere cloud platform”, in quella che, nel mondo dei big data, Cloudera chiama “l’era della convergenza”: quella in cui i servizi dati portano la cloud experience nel data center, attraverso un’interfaccia utente capace di fondere la comodità e la semplicità d’uso sperimentabile nel cloud con i benefici di governance e le funzionalità di controllo e sicurezza dell’IT on-premise.

Un passo importante verso il consolidamento della sovranità digitale viene compiuto con l’annuncio, nel corso di Evolve25, della collaborazione di Cloudera con Amazon Web Services (AWS) per il lancio del nuovo European Sovereign Cloud di AWS. Nella partnership, Cloudera ha sviluppato una piattaforma dati e AI sovrana, specificamente progettata per il cloud sovrano dell’hyperscaler. La piattaforma si propone di fornire i più elevati livelli di controllo dei dati, governance e conformità normativa, mantenendo i dati delle aziende utenti all’interno dell’Unione europea. L’obiettivo è anche accelerare l’innovazione implementando applicazioni e agenti AI in modo sicuro, nonché beneficiare di un’infrastruttura cloud fisicamente separata, e gestita in modo indipendente da personale AWS residente nell’UE.

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