Al Microsoft Ignite 2025, Microsoft ha tracciato una linea netta: il futuro del lavoro e il futuro dell’intelligenza artificiale non sono più due percorsi paralleli, ma un’unica traiettoria evolutiva.
Dal palco di San Francisco, davanti a 20.000 partecipanti in presenza e 200.000 collegati online, Judson Althoff, CEO di Microsoft Commercial Business, ha presentato oltre settanta annunci destinati a guidare la prossima fase della trasformazione digitale. Il messaggio è netto: per diventare “Frontier Firm”, le aziende devono considerare l’AI non come un accessorio, ma come una vera infrastruttura del lavoro.
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Un unico percorso per AI e Future of Work
Fin dall’apertura, Althoff ha voluto sottolineare un concetto chiave: «Il futuro del lavoro e il futuro dell’AI sono inseparabili». Le aziende che stanno accelerando su questo fronte lo dimostrano: secondo Althoff, oltre il 90% delle Fortune 500 utilizza già Copilot nel proprio percorso verso un modello di lavoro più intelligente e autonomo.
Per Microsoft, Copilot è diventato l’elemento centrale di un nuovo modo di lavorare. «Copilot sta diventando essenziale per come il lavoro viene svolto», ha ricordato Althoff.
Tre le ragioni alla base di questa affermazione: la nuova intelligenza di Work IQ, l’integrazione nativa nelle applicazioni Microsoft 365 e la capacità di Copilot di fungere da porta d’accesso all’universo degli agenti AI.
Work IQ: la chiave per comprendere lavoro, persone e contesto
Tra gli annunci fatti, Work IQ è probabilmente il più fondativo nella visione di Microsoft. Althoff lo descrive come l’intelligenza che permette a Copilot di «conoscere te, il tuo ruolo e la tua azienda». Ma è molto più di questo: Work IQ è il livello che cattura la logica del lavoro quotidiano, traducendola in conoscenza attivabile dagli agenti.
Work IQ si fonda su tre elementi chiave:
- Data. Tutto il patrimonio informativo dell’azienda: email, documenti, sistemi line-of-business, database, meeting. È un materiale ricchissimo ma spesso frammentato. «Molti di questi dati restano inutilizzati, bloccati in sistemi e file separati», commenta Althoff. Work IQ li collega, li disambigua e li rende navigabili dagli agenti.
- Memory. Il sistema impara dalle abitudini delle persone, dai flussi di lavoro, dallo stile di comunicazione, dalle preferenze. Riconosce pattern e relazioni. «Comprende i workflow, riconosce come persone, attività e strumenti si collegano fra loro».
- Inferenza. È il motore predittivo, che usa dati e memoria per formulare connessioni, suggerire la “next best action” e persino individuare il prossimo agente più adatto per un determinato compito.
Il risultato è una comprensione contestuale che permette a Copilot e agli agenti di non limitarsi a rispondere ai comandi, ma di agire in coerenza con la cultura organizzativa, le priorità e i processi reali. In altre parole: Work IQ dà all’AI un “senso del lavoro”.

Il modello a tre livelli: Work IQ, Fabric IQ, Foundry IQ
Work IQ è il primo elemento del nuovo “intelligence layer” introdotto da Microsoft. Accanto a esso, Althoff presenta un modello a tre livelli progettato per colmare ciò che definisce un “gap di intelligenza” presente in tutte le aziende. «Esistono due oceani di dati: quello strutturato e quello non strutturato. E tra questi mondi c’è un gap di intelligenza».
I tre livelli operano in questo modo:
- Work IQ: comprensione personalizzata di lavoro, persone e relazioni.
- Fabric IQ: rappresentazione semantica e operativa della logica aziendale.
- Foundry IQ: capacità degli agenti di ragionare in contesti complessi, in grado di collegare gli agenti AI a diverse fonti, come Work IQ, Fabric IQ, applicazioni personalizzate e il web
Questa architettura consente agli agenti non solo di accedere ai dati, ma di comprenderne significato, relazioni e implicazioni operative, colmando quel gap di intelligenza di cui parla Althoff.
Fabric IQ: integrare dati, logiche e operazioni
Fabric IQ estende i 20 milioni di semantic model presenti in Power BI, arricchendoli con la logica operativa dell’organizzazione. In pratica, la conoscenza aziendale non resta confinata nelle dashboard, ma entra nei processi reali.
L’obiettivo è creare un linguaggio comune tra esseri umani e agenti: una rappresentazione coerente del business che includa dati analitici, temporali, operativi e di contesto.
Althoff lo definisce come un ponte tra la dimensione analitica e quella decisionale: grazie a Fabric IQ, ogni decisione può essere presa sulla base di una comprensione unificata del funzionamento dell’azienda.
Le demo sul retail ne mostrano il valore: un agente che deve identificare nuovi siti per un punto vendita non riesce a interpretare concetti complessi se questi non vengono collegati a una logica di business definita. Fabric IQ, quindi, non si limita a integrare le fonti informative: ne ricostruisce il significato, offrendo ad agenti e persone un quadro operativo coerente e aggiornato.
Microsoft Foundry: l’infrastruttura per flussi multi-agente su scala
Se il modello a tre livelli, fornisce l’intelligenza, è Microsoft Foundry a occuparsi dell’orchestrazione. Foundry consente infatti di orchestrare flussi di lavoro automatizzati e multi-agente, in cui più agenti condividono informazioni, ragionano insieme e agiscono in real time. Althoff descrive questi scenari come «completamente automatici, in tempo reale, end-to-end».
La sua vera forza sta nell’apertura: «Qualsiasi modello, qualsiasi framework, qualsiasi tool” può essere integrato».
Sostanzialmente, Foundry unisce:
- flotte di agenti,
- agenti ospitati in modo sicuro,
- conoscenza live dell’azienda,
- integrazione diretta con Work IQ, Fabric IQ e Foundry IQ.
È la piattaforma operativa che rende concreta l’idea di agenti intelligenti e collaborativi.
Microsoft Agent Factory: democratizzare la creazione degli agenti AI
Agent Factory, una piattaforma che riunisce tutte le capacità di Work IQ, Fabric IQ e Foundry IQ in un unico modello di consumo. «È un modo per sfruttare tutta la potenza di Work IQ, Foundry IQ e Fabric IQ tramite un unico meter» spiega Althoff
L’obiettivo di Microsoft è rendere gli agenti non solo più potenti, ma anche più facilmente costruibili, abbassando drasticamente la soglia di ingresso. Significa poter iniziare a sviluppare agenti senza dover acquistare licenze preliminari, senza provisioning complesso e senza dover essere esperti di machine learning.
In base a quanto comunicato, Agent Factory consente infatti di:
- creare agenti basati sull’intero stack IQ con un unico piano a consumo;
- applicarli a processi complessi;
- misurare immediatamente il ritorno dell’investimento (ROI della soluzione e ROI dell’AI);
- accelerare l’adozione grazie al supporto degli AI Forward Deployed Engineers, dei partner e ai percorsi di skilling dedicati.
«Siamo ispirati da come possiamo abilitare nuovi livelli di creatività… dai citizen developer, agli esperti di dominio, agli sviluppatori professionisti», commenta Althoff
Agent Factory diventa così la risposta pratica alla domanda: “Come facciamo a realizzare tutto questo dentro la nostra azienda?”. In sitesi, Microsoft vuole consentire a ciascuna organizzazione di costruire i propri agenti con rapidità, governance integrata e soprattutto accessibilità.
Copilot Studio e App Builder: dal software “per le persone” al software “delle persone”
L’idea è che il software non debba più essere solo “sviluppato per gli utenti”, ma “sviluppato dagli utenti”. Da qui nasce App Builder, che «consente a chiunque di creare un’app in pochi minuti, direttamente dentro Microsoft 365 Copilot», afferma Althoff.
Concettualmente, il funzionamento è il seguente:
- si parte dai dati già disponibili (documenti, file, note, email, grafici), il tutto alimentato da Work IQ;
- si descrive l’app in linguaggio naturale;
- Copilot genera interfaccia, logiche e dashboard interattive;
- l’app può essere condivisa «come se fosse un documento» con i colleghi.
La demo sul retail del keynote lo mostra bene: un responsabile di negozio chiede a Copilot di costruire un’app per gestire i turni del personale. In pochi secondi ottiene:
- una dashboard grafica con visualizzazioni dei turni;
- una vista manageriale;
- una tabella dei dipendenti;
- integrazione diretta con tutti i documenti esistenti, compresi Excel, note ed email «che usa ogni giorno».
Ma l’evoluzione non si ferma all’app: è qui che entra in gioco Copilot Studio, definito «l’unico low-code agent builder che capisce la tua azienda out of the box».
Grazie a Work IQ, agli strumenti di sicurezza e identità, ai flussi e ai dati aziendali, Copilot Studio:
- crea agenti completamente funzionanti, non prototipi;
- permette di modellare trigger (“quando una mail dice che un dipendente è malato…”);
- consente interazioni complesse come dialoghi, conferme di disponibilità, aggiornamento dati, gestione eccezioni;
- integra direttamente Microsoft Graph, SharePoint e tutto l’universo dei dati aziendali
Althoff sottolinea che «l’innovazione non si ferma al singolo builder. Alcune idee richiedono più competenze, più dati e connessioni più profonde nel business». Ed è qui che Copilot Studio completa App Builder, permettendo di passare da una creatività individuale a una innovazione coordinata, scalabile a livello organizzativo.
A dimostrazione della diffusione di questo modello, Althoff aggiunge un dato: «Oggi più di 230.000 organizzazioni usano Copilot Studio, incluse il 90% delle Fortune 500. È l’inizio di qualcosa di nuovo: il software che evolve dall’essere fatto per le persone all’essere fatto dalle persone»
Microsoft Agent365: governare un futuro popolato da miliardi di agenti
Microsoft ha poi presentato Agent365, un piano di controllo pensato per osservare, gestire e mettere in sicurezza agenti creati con qualsiasi piattaforma (Microsoft, open-source o terze parti).
Secondo IDC, infatti, entro il 2028, le aziende utilizzeranno fino a 1,3 miliardi di agenti AI. Se non governati, questo ecosistema rischia di diventare una nuova forma di shadow IT. La chiave è l’identità: ogni agente riceve una identità aziendale tramite Entra ID, che permette di applicare policy, autorizzazioni, audit e monitoraggio allo stesso livello degli utenti umani. In questo modo, Agent365 estende la sicurezza aziendale anche agli agenti autonomi, garantendo che innovazione e governance possano procedere insieme.











