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Make IT, vent’anni di sviluppo software su misura: dalla modularità all’AI



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La software house bolognese festeggia i 20 anni di attività all’insegna di un approccio di sviluppo tailor-made, capace di mettere al centro i processi distintivi di un’impresa. Alessandro Ciani: “Non ci limitiamo a scrivere codice: mettiamo in relazione strumenti, ruoli, ambienti e processi”. Il racconto di questo percorso di innovazione

Pubblicato il 9 ott 2025


Make IT Point of View

software su misura

Scegliere uno sviluppo software personalizzato significa valorizzare i processi interni che costituiscono il DNA operativo e competitivo di ogni azienda. È proprio questa attenzione sartoriale che caratterizza Make IT, software house bolognese che quest’anno celebra vent’anni di attività nello sviluppo di soluzioni su misura.

«Fin dall’inizio abbiamo scelto di adottare un metodo capace di dare ordine alla complessità, senza rinunciare alla flessibilità richiesta dai progetti su misura – racconta Alessandro Ciani, CEO e fondatore di Make IT –. Non ci limitiamo a scrivere codice: mettiamo in relazione strumenti, ruoli, ambienti e processi per garantire soluzioni solide, coerenti e sostenibili. È questa comprensione profonda dell’intero contesto che rende i nostri interventi funzionali ed efficaci nel tempo».

Dalle prime soluzioni personalizzate alla nascita di JBrick

Nata nel 2005, Make IT sceglie da subito un approccio allo sviluppo software fondato su principi tecnici e operativi rigorosi. L’obiettivo? Garantire coerenza architetturale, qualità del codice e continuità evolutiva, anche nei contesti tecnologicamente più eterogenei e frammentati.

«Quando abbiamo iniziato, mancavano strumenti davvero adatti per fare le cose come volevamo noi: serviva ordine, riuso, controllo – aggiunge Ciani –. Volevamo lavorare in modo ingegneristico, senza dover reinventare tutto da capo ogni volta. Dal bisogno di costruire su basi solide e replicabili, senza sacrificare la flessibilità progettuale, abbiamo creato JBrick».

Lanciato nel 2006, JBrick è un framework progettato per armonizzare gli stack, favorire il riuso dei componenti e guidare i team nello sviluppo di soluzioni robuste, manutenibili e scalabili. Un’iniziativa pionieristica, che anticipava le logiche della Service-Oriented Architecture (SOA), introducendo un’impostazione modulare quando ancora non era mainstream neanche nello sviluppo enterprise. Negli anni a seguire, l’approccio di JBrick si consolida in un vero e proprio metodo di sviluppo.

Evoluzione continua e metodo ingegneristico, così si costruisce la qualità

Potendo contare sin dall’inizio su competenze solide nella digitalizzazione dei processi aziendali, Make IT amplia progressivamente il proprio portafoglio di tecnologie e servizi, mantenendo saldo il principio di uno sviluppo software su misura. L’azienda potenzia la crescita dei suoi team, formando una squadra di sviluppatori, analisti e sistemisti capace di affrontare progetti complessi, anche in ambienti legacy.

Nel 2009, l’azienda bolognese adotta il paradigma delle Single Page Application, architetture web che migliorano la fluidità della user experience riducendo i tempi di risposta. In anticipo sui tempi, introduce i microservizi, lo standard tecnologico che si rivelerà decisivo e che rafforza ulteriormente la modularità e la scalabilità delle applicazioni. A partire dal 2020, Make IT implementa pratiche di Continuous Integration e Continuous Delivery (CI/CD) per rendere i rilasci più sicuri e frequenti, affiancandole a sistemi di test automatici per monitorare costantemente la qualità del codice e intercettare tempestivamente eventuali anomalie.

«In un mercato dove la velocità spesso prevale sulla robustezza, abbiamo fatto una scelta precisa: costruire software che duri nel tempo – sottolinea Roberto Flamigni, socio fondatore e Presidente di Make IT –. La qualità non è mai un effetto collaterale: è il risultato di un metodo rigoroso, condiviso da tutte le persone che lavorano con noi. La stessa attenzione è stata rivolta alla documentazione, alla manutenzione del codice e alla leggibilità delle soluzioni, per permettere a qualsiasi sviluppatore di intervenire anche a distanza di anni senza compromettere la stabilità del sistema. È questa cura progettuale che ci ha permesso di posizionarci come un partner affidabile anche per i progetti più strutturati e mission-critical».

Zefiro, la piattaforma low-code per digitalizzare i processi aziendali

In questo percorso evolutivo, prende forma anche Zefiro, piattaforma low-code lanciata nel 2021 e pensata per digitalizzare i processi aziendali in tempi rapidi, facilitare la gestione dei flussi documentali e abilitare progetti verticali di innovazione.

«Ci eravamo resi conto che i clienti avevano bisogno di una piattaforma low-code che permettesse di modellare processi documentali e workflow in tempi rapidi – precisa Ciani –, ma che allo stesso tempo consentisse un alto livello di personalizzazione, senza compromettere l’integrabilità nei sistemi esistenti. Zefiro nasce da questa esigenza: offrire uno strumento flessibile e potente, capace di accelerare lo sviluppo e rendere più autonoma la gestione dei flussi applicativi anche in contesti complessi».

Dallo sviluppo al supporto: il valore della governance post-rilascio

In questi ultimi anni, è con l’introduzione di un presidio organizzato sulla business continuity, che Make IT estende in modo significativo la propria offerta. Accanto allo sviluppo, viene definito un modello di IT Service Management che garantisce supporto post-rilascio, monitoraggio proattivo, manutenzione evolutiva e help desk tecnico avanzato. Grazie a questa struttura organizzativa, Make IT assicura interventi puntuali e professionali anche in contesti regolamentati, complessi e ad alta criticità operativa.

«La fiducia dei clienti non si conquista solo con un buon progetto: si costruisce nel tempo, garantendo presenza, affidabilità e capacità di intervento nei momenti che contano – sottolinea Andrea Maietti, Head of Business Continuity di Make IT –. Il nostro approccio alla continuità operativa parte dalla comprensione dei processi, non dal ticketing. Interveniamo dove serve, quando serve, con persone che conoscono davvero i sistemi e le specificità del cliente».

Vent’anni di innovazione con lo sguardo rivolto al futuro

Grazie alla progressiva evoluzione metodologica e tecnologica, Make IT negli anni ha ampliato il proprio raggio d’azione, evolvendo da software house a partner strategico, in grado di presidiare l’intero ciclo di vita delle applicazioni: dalla progettazione all’assistenza, dall’analisi al monitoraggio. Un percorso reso possibile da un modello operativo capace di crescere insieme ai clienti, combinando continuità, personalizzazione e visione a lungo termine.

«Nel corso di questi vent’anni, abbiamo portato a termine oltre 200 progetti custom di sviluppo e refresh tecnologico, supportando più di 100 clienti attivi nei loro percorsi di trasformazione digitale – racconta Antonio Spiezia, CTO di Make IT –. Il team, cresciuto costantemente nel tempo, conta oggi oltre 50 professionisti tra sviluppatori, analisti, sistemisti e tecnici del supporto, capaci di affrontare sfide complesse in ambito enterprise, pubblico e manifatturiero».

AI generativa e automazione intelligente: il nuovo orizzonte dell’innovazione

Nel 2024, l’azienda avvia un percorso di integrazione di tecnologie AI-assisted, con l’obiettivo di supportare il reverse engineering delle applicazioni legacy, mappare le interdipendenze tra sistemi e abilitare l’innovazione in modo graduale, controllato e sicuro. Una strategia che consente di valorizzare l’esistente, proteggere il know-how aziendale e al tempo stesso aprire la strada all’evoluzione continua.

«La nostra vocazione all’innovazione non si è mai fermata – conclude Spiezia –. Oggi stiamo esplorando le nuove frontiere dell’AI generativa e dell’automazione intelligente, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la nostra capacità di presidiare in modo evolutivo sistemi e processi. Stiamo investendo nello sviluppo di strumenti proprietari per il monitoraggio predittivo, il miglioramento continuo dei flussi applicativi e la creazione di knowledge base dinamiche, a supporto di un help desk sempre più proattivo e contestuale. Vent’anni di storia rappresentano un punto di partenza, non di arrivo: Make IT continua a innovare con competenza e visione, costruendo ogni giorno il software di domani». 

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