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Smart mobility: più italiani in bici dopo il Covid

Nel post lockdown, in Italia come in tutto il mondo è crollato l’utilizzo del trasporto pubblico e dei servizi di sharing o flessibili, mentre è cresciuto l’uso dell’auto privata come mezzo principale, ma si è anche diffusa l’abitudine di spostarsi in bicicletta, monopattino o a piedi

Pubblicato il 08 Set 2020

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Dopo il lockdown, il 37% degli italiani utilizzerà molto meno di prima i trasporti pubblici e i servizi di mobilità condivisa (ride hailing, taxi, car, bike ed e-scooter sharing), prediligendo piuttosto la propria auto, la bicicletta, il monopattino o le camminate. Gli italiani sono secondi (dopo i cinesi) per utilizzo della macchina privata come mezzo principale e terzi (dopo cinesi e statunitensi) per interesse nell’acquisto di un’auto.

Nel medio termine, il mezzo che vince è la bicicletta: nei prossimi 12-18 mesi, complici anche i recenti incentivi all’acquisto, un quarto dei connazionali userà le due ruote per spostarsi in città (al primo posto insieme a Paesi come la Germania). E comunque, i consumatori rimangono fedeli alla tipologia di mobilità che erano abituati ad utilizzare più di dieci volte alla settimana prima del Covid-19.

Sono queste le nuove priorità in materia di mobilità urbana emerse con la pandemia da Coronavirus. Le ha messe in evidenza dal Boston Consulting Group nell’indagine “How COVID-19 Will Shape Urban Mobility” (il report completo è scaricabile a questo link), che ha coinvolto 5.000 abitanti delle principali città negli Stati Uniti, Cina ed Europa occidentale (Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito).

Uno nuovo assetto per la smart mobility

Durante la fase più acuta del lockdown, l’utilizzo di quasi tutti i mezzi di trasporto è crollato del 60% in Europa, USA e Cina. Le bici private e lo spostamento a piedi sono state le modalità preferite dai cittadini di tutto il mondo, con un passaggio dal 21 al 59%. Anche il bike sharing è stato molto usato soprattutto negli States e in Cina, grazie all’offerta di bici igienizzate e a prezzi più bassi, in Europa invece la domanda è calata.

Dopo la riapertura, l’attenzione alla distanza sociale e alla pulizia, ha portato una quota tra il 40% e il 60% in tutti i Paesi del mondo ad utilizzare meno i trasporti pubblici o molto meno frequentemente, preferendo le camminate, la bici o la propria auto. Lo stesso vale per le altre modalità di mobilità condivisa, come il ride hailing e il car sharing, usate meno spesso ma senza cali bruschi come nel caso dei trasporti pubblici.

Immagine fornita da Shutterstock.

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