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La robotica industriale oltre l’umanoide: il futuro secondo Gartner



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Il futuro della robotica industriale punta su soluzioni polifunzionali, intelligenti e rapidamente integrabili, anziché su robot umanoidi. Grazie all’intelligenza artificiale generativa, questi sistemi saranno in grado di adattarsi a contesti diversi e operare fin da subito, riducendo tempi e costi di implementazione

Pubblicato il 22 ago 2025



robotica industriale

Il futuro della robotica industriale non passerà dai robot umanoidi, ma da soluzioni più concrete, versatili e intelligenti. Questo è il pensiero di Bill Ray, Distinguished VP Analyst e Chief of Research di Gartner, nel podcast ThinkCast dedicato alle tecnologie emergenti che ridefiniranno il business nei prossimi anni.

Secondo Ray, i robot umanoidi, oggi molto popolari nella comunicazione delle aziende tech, non rappresentano una reale innovazione funzionale. Al contrario, la vera trasformazione industriale arriverà dai robot polifunzionali, progettati per essere adattabili, rapidi da integrare e capaci di generare valore sin dal primo impiego, grazie all’integrazione con intelligenza artificiale generativa (GenAI).

I limiti dei robot umanoidi

L’interesse crescente verso i robot umanoidi, osserva Ray, è spesso motivato più da dinamiche finanziarie che da reali esigenze operative. Secondo il VP di Gartner, la loro diffusione attira l’attenzione dei media e degli investitori, contribuendo ad accrescere la visibilità e la capitalizzazione di aziende come Tesla o Nvidia.

Tuttavia, da un punto di vista ingegneristico, la forma umana presenta diversi limiti: la nostra struttura corporea non è pensata per l’efficienza robotica — basti pensare all’articolazione delle gambe, alla complessità del volto o alla posizione degli occhi, che non sempre corrisponde alle esigenze di manipolazione e interazione con gli oggetti. In sintesi, replicare fedelmente il corpo umano può risultare poco funzionale rispetto ai requisiti di precisione, accessibilità e velocità richiesti dalla robotica industriale.

Ray sottolinea che le aziende che impiegano sistemi robotici su larga scala — come Amazon — prediligono soluzioni progettate specificamente per il contesto operativo, piuttosto che forme antropomorfe. Anche la disposizione dei sensori, come quelli visivi, segue questa logica: posizionarli, ad esempio, sulla punta delle dita anziché su una “testa” lontana dall’oggetto da afferrare risulta spesso molto più efficace.

Versatilità e GenAI: il modello polifunzionale

Gartner punta invece su un altro approccio: quello dei robot polifunzionali. A differenza dei robot monoscopo, progettati per compiti ripetitivi e specifici, questi sistemi sono capaci di essere riutilizzati in contesti diversi, anche in modi non previsti inizialmente dal produttore.

Il vero cambio di passo arriva con l’integrazione della GenAI, che permette di programmare il robot in tempo reale, anche tramite comandi vocali o interfacce intuitive. “Il robot arriva, gli dite cosa fare, e lui comincia a lavorare”, sintetizza Ray, sottolineando come questa caratteristica consenta di eliminare lunghi cicli di sviluppo software e ridurre sensibilmente il tempo tra installazione e utilizzo operativo.

Questa flessibilità si traduce in un vantaggio concreto per tutte le aziende che operano in ambito produttivo, logistico o di servizio. Nella robotica industriale, poter riconfigurare rapidamente un sistema per adattarlo a nuove esigenze rappresenta un fattore chiave per mantenere competitività.

Un nuovo parametro di efficienza: il costo di dispiegamento

Secondo Gartner, la metrica più rilevante non è più il costo iniziale del robot, ma il costo di implementazione: quanto tempo e quali risorse sono necessarie affinché un robot diventi realmente produttivo.

I robot polifunzionali, grazie alla GenAI, permettono di ridurre drasticamente questa finestra, entrando in funzione quasi immediatamente. Questo consente alle aziende di ottenere un ritorno sull’investimento più rapido, soprattutto quando i robot possono essere adattati a diversi task nel corso del loro ciclo di vita.

Inoltre, la possibilità di standardizzare fattori di forma e funzionalità agevola la produzione su scala, portando a una riduzione dei costi strutturali e facilitando l’integrazione in diversi contesti industriali.

Una robotica fatta per lavorare, non per sembrare umana

L’intervento di Bill Ray non lascia spazio a dubbi: il futuro della robotica industriale si allontana dai modelli umanoidi e si orienta verso soluzioni progettate per fare bene il lavoro, non per imitare l’uomo. L’automazione del prossimo decennio sarà alimentata dalla GenAI, che trasformerà i robot in strumenti intelligenti, flessibili e immediatamente operativi.

Le imprese che vogliono prepararsi a questa transizione devono guardare oltre l’estetica, concentrandosi su tecnologie che offrano versatilità, rapidità di integrazione e ritorno economico misurabile. In questa prospettiva, i robot polifunzionali non sono solo una scelta tecnologica, ma una scelta strategica.

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