Per anni i droni sono stati percepiti come dispositivi ricreativi o strumenti specialistici riservati a poche nicchie. Oggi, l’evoluzione dei droni autonomi li sta portando a occupare uno spazio sempre più centrale nella riorganizzazione di interi settori economici.
Il loro impatto non riguarda più solo l’efficienza tecnica: si estende al modo in cui vengono erogati i servizi, gestite le emergenze e strutturati i mercati. Durante la sessione “7 Disruptions Through 2029 You Might Not See Coming” tenutasi al Gartner IT Symposium/Xpo, Daryl Plummer, Distingushed VP Analyst di Gartner, ha individuato proprio nei droni una delle più concrete e immediate fonti di trasformazione tecnologica, destinata a intensificarsi nei prossimi anni.
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I droni nelle emergenze e nella difesa
Plummer osserva che la percezione comune tende ancora ad associare i droni a dispositivi leggeri e ludici, magari visti sorvolare un parco. Ma la realtà tecnologica li ha già collocati su un altro piano. I droni vengono impiegati oggi per operazioni di salvataggio, per la lotta agli incendi boschivi, per il monitoraggio ambientale e la sorveglianza di grandi aree.
Uno degli esempi citati nel corso della presentazione riguarda la Columbia Britannica, regione duramente colpita dagli incendi nel 2023. Secondo Plummer, gli oltre 4.000 incendi attivi hanno devastato più di quattro milioni di ettari e prodotto un costo superiore al miliardo di dollari. L’utilizzo di flotte di droni si è dimostrato essenziale per localizzare focolai, monitorare la propagazione del fuoco e cercare persone disperse.
Anche la dimensione militare rappresenta un ambito di crescente rilevanza. I droni si stanno imponendo come strumenti per ricognizione, logistica, operazioni tattiche e riduzione del rischio per il personale umano. Plummer afferma chiaramente che stiamo assistendo all’inizio di una trasformazione operativa profonda, che vede i droni diventare parte integrante delle strategie di difesa moderne.
Agricoltura e logistica
L’applicazione dei droni va ben oltre i contesti di emergenza. In agricoltura, ad esempio, vengono già utilizzati per spruzzare pesticidi, raccogliere dati sulle colture e persino per impollinare le piante. Plummer fa riferimento a microdroni ispirati al comportamento delle api, capaci di trasportare polline da una pianta all’altra tramite piccole strisce di velcro. Un’innovazione che risponde anche alla progressiva scomparsa degli insetti impollinatori naturali.
Nel settore logistico, la sperimentazione dei droni per la consegna di carichi leggeri non è più una novità, ma una realtà che inizia a scalare. Plummer cita il caso di Chick-fil-A, catena di ristorazione statunitense, che ha già introdotto veicoli autonomi e droni terrestri per la consegna dei pasti. A sorprendere non è solo la tecnologia, ma la sua progressiva normalizzazione: scene che fino a poco tempo fa sembravano speculative oggi appaiono perfettamente plausibili nella vita quotidiana.
L’esperienza personale raccontata da Plummer durante la keynote è rivelatrice. L’analista descrive di aver visto un drone terrestre fermarsi accanto alla sua auto mentre era al semaforo, trasportando ordinazioni Chick-fil-A. Un esempio concreto di come i droni stiano già penetrando l’ecosistema urbano e domestico, anche al di fuori di contesti tecnologicamente avanzati.
Anche in ambito assicurativo-agricolo, Plummer prevede che i droni sostituiranno presto gli operatori umani in operazioni di controllo, perizie, rilevamento danni o ispezione dei raccolti. Il vantaggio non è solo economico, ma anche in termini di precisione, velocità di risposta e riduzione dei rischi.
Conseguenze inattese: privacy e autonomia
Nonostante gli indubbi benefici, Plummer invita a non sottovalutare gli effetti collaterali. Uno dei temi più delicati riguarda la privacy. L’immagine provocatoria del drone che vola oltre la finestra del bagno è stata usata per sottolineare i rischi di sorveglianza involontaria e raccolta dati non autorizzata. Il problema, osserva Plummer, non è solo tecnologico, ma anche regolatorio e culturale: fino a che punto siamo disposti ad accettare la presenza pervasiva di droni nei nostri spazi personali?
Inoltre, cresce il grado di autonomia decisionale dei droni. Non si tratta più solo di strumenti telecomandati, ma di entità capaci di navigare e reagire in ambienti complessi. Questo solleva questioni su responsabilità, affidabilità e prevedibilità del loro comportamento, soprattutto quando vengono impiegati in ambiti critici come la sicurezza pubblica o la gestione dei disastri.
2024-2029: da estensione a reinvenzione dei mercati
Nel modello interpretativo proposto da Gartner, ogni tech disruption può essere posizionata lungo una scala evolutiva: si parte dall’“Enhance”, ovvero il miglioramento marginale, e si arriva fino al livello più alto, la “Revolutionize”. Secondo questa classificazione, i droni autonomi nel 2024 si collocano nella fase di “estensione” dei mercati: migliorano l’esistente, aumentano l’efficienza, integrano processi già noti.
Tuttavia, afferma Plummer, entro il 2029 saranno capaci di “reinventare” interi settori. Questo significa ridefinire i modelli di servizio, la struttura delle filiere, le modalità operative. Il potenziale dei droni non è tanto nel sostituire l’uomo, ma nell’abilitare forme completamente nuove di interazione tra persone, macchine e ambiente. La sfida, oggi, è riconoscerne per tempo le traiettorie e i punti di rottura.