Il progetto Professioni 2020, Più-Professioni Intellettuali Unite (cui aderiscono numerose associazioni di categoria e che si pone l’obiettivo di creare le condizioni per una collaborazione di successo tra professionisti, imprese, istituzioni e società civile) si è focalizzato sulle nuove competenze digitali che caratterizzeranno i lavori del futuro.
“Il progetto Professioni 2020 si è svolto nel 2018 – ha raccontato Claudio Antonelli, presidente Più e presidente del Comitato Scientifico di Confassociazioni, in occasione dell’incontro organizzato per restituire i principali segnali colti sul mercato in merito alle competenze ICT (e non solo) necessarie per il prossimo futuro – e si è posto l’obiettivo di esaminare l’impatto sul lavoro professionale riconducibile alla trasformazione digitale in atto. Colgo l’occasione per sottolineare che il progetto non si è concluso, ma proseguirà per approfondire queste tematiche fondamentali per affrontare lo sviluppo delle nuove competenze”.

Professioni 2020 consiste in un’indagine e un’analisi qualitativa relativa alle professioni del futuro e alla formazione necessaria per consolidare i processi di digitalizzazione nelle varie aree aziendali. Sono state svolte circa 50 interviste telefoniche e nei mesi scorsi si sono tenuti workshop di confronto tra gli addetti ai lavori (tra questi l’incontro che ha coinvolto Cio ed esperti IT proprio per approfondire le peculiarità relative all’area professionale IT).
“Abbiamo studiato il fenomeno nella sua situazione attuale – ha spiegato Antonelli – con un gruppo di lavoro multidisciplinare. E siamo in grado di riportare tutta una serie di indicazioni relative in particolare alle trasformazioni che stanno avvenendo in 4 aree professionali: oltre a quella ICT e digital, nel marketing, nella supply chain e procurement, nelle risorse umane”.
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Quale rapporto tra uomo e macchina in futuro?
Entro il 2022 intelligenza artificiale e robot creeranno 133 milioni di posti di lavoro, a fronte dei 75 milioni che si andranno a perdere proprio a causa dell’utilizzo di queste nuove tecnologie. Sono dati dell’ultimo rapporto del World Economic Forum dal titolo “The future of job 2018” ai quali si aggiunge il fatto che mentre nel 2018, in media il 71% delle ore lavoro è stato svolto da umani e il 29% dalle macchine, entro i prossimi 4 anni la proporzione si assesterà su 58% – 42%.