LONDRA – “I computer di oggi non sono in grado di reggere il passo dell’innovazione necessario a supportare un mondo globale interconnesso”. Sono le parole scelte da Meg Whitman, Presidente e Ceo di Hewlett Packard Enterprise, all’Hpe Discover di quest’anno, tenutosi ieri a Londra, per annunciare quella che la stessa multinazionale ritiene essere la pietra miliare del The Machine Research Project, il programma di ricerca partito nel 2014 che ha come obiettivo primario ridefinire i modelli architetturali su cui si basa il calcolo computazionale.

Meg Whitman, Presidente e Ceo di Hewlett Packard Enterprise
Dopo due anni di sperimentazioni, sul palco londinese arriva un prototipo di architettura di memory-driven computing che nella visione Hpe rappresenterà il nuovo paradigma computazionale (il cui funzionamento è stato dimostrato nei laboratori di ricerca pochi mesi fa).
A spiegare di cosa si tratta è Kirk Bresniker, Chief Architect of Hewlett Packard Labs Systems Research, che in un’anteprima riservata alla stampa spiega come “il cuore del nuovo design architetturale sia rappresentato dalla memoria e non dal processore, configurazione che permette di superare le attuali barriere in termini di capacità e scalabilità dei sistemi di computing”.