- L’uso di dati, intelligenza artificiale e blockchain può migliorare la visibilità e l’efficienza della supply chain.
- Valuta le debolezze della supply chain, aggravate da rischi globali come instabilità geopolitica e crisi energetiche.
- Esplora le soluzioni tecnologiche per ottimizzare la supply chain.
La pandemia ha determinato il punto di svolta della supply chain mostrando da un lato le criticità di un sistema obsoleto dall’altro il ruolo centrale nell’economia di oggi. A due anni da questa emergenza, la situazione appare ancora più complessa.
Se guardiamo al lungo periodo, l’evolversi di rischi globali vanno ad impattare su un sistema di approvvigionamento ancora troppo fragile ed inadeguato. L’instabilità geopolitica, la crisi della fornitura di energie, i ritardi nella circolazione di materie prime o la carenza di chip fino all’aumento delle minacce ransomware verso la produzione (in Italia gli attacchi al manifatturiero ammontano al 47% degli incidenti registrati secondo l’ultimo X-Force Threat Intelligence Index) sono tutti fattori che generano un rischio elevato e ripercussioni sull’intera catena di approvvigionamento.
La priorità ora, tanto delle imprese quanto di tutti gli attori coinvolti, è “spingere” la supply chain nella direzione giusta, rimuovere gli ostacoli, ragionare in modo predittivo per ridurre al minimo l’esposizione ai rischi di interruzioni e di sicurezza.
In questo scenario, i dati e le tecnologie avanzate a partire da reti di commercio basate su cloud ibrido, sistemi automatizzati e dotati di funzioni di apprendimento automatico e la combinazione con le tecnologie blockchain sono abilitatori della resilienza delle supply chain anche grazie alle possibilità che derivano dal PNRR con un investimento previsto di 14 miliardi per quanto riguarda la transizione digitale.
Per capire meglio dove andare ad agire e come mettere in atto queste opportunità, abbiamo incontrato Matteo Oliveri, Supply Chain Management di IBM Consulting Italy ed Emiliano Pacelli, AI Applications Senior Technical Specialist Manager di IBM Technology Italy.
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Il ruolo dell’analytics nell’evoluzione della supply chain
Analizzando i dati della supply chain una qualunque organizzazione è in grado di agire più rapidamente e prevedere meglio la domanda futura. Questo significa ottenere benefici in termini sia di costo che di processo ma anche intercettare nuove abitudini di consumo. “Per sfruttare l’analisi avanzata – tiene a precisare Matteo Oliveri – occorre partire da una consapevolezza e organizzazione del dato e dalla sua esposizione che, complice un retaggio culturale, in molte realtà imprenditoriali manca”.

L’obiettivo, al contrario, deve mirare a favorire la visibilità globale lungo tutta la filiera attraverso la condivisione di dati in tempo reale sia interni come inventario, ordini o malfunzionamenti, che esterni, come le condizioni climatiche o di traffico, le informazioni sui fornitori. L’intelligenza artificiale può leggere, comprendere e correlare i dati strutturati e non strutturati, quindi provenienti da fonti differenti, per reagire ai cambiamenti e avere subito le possibili alternative.
Ecco, quindi, che la tecnologia avanzata diventa centrale nella gestione del dato. Quella proposta da IBM spiega Emiliano Pacelli può essere definita “una torre di controllo cognitiva in grado di guidare le azioni lungo tutta la catena”. L’obiettivo, spiega, è anche quello di ottimizzare in modo dinamico i processi aziendali rispetto alle variazioni delle condizioni di mercato in modo meno standardizzato, ma sempre più personalizzato.
Le aziende sono chiamate alla responsabilità
Il 17% delle imprese manifatturiere italiane ha rallentato la produzione nonostante un incremento della domanda. Questo a causa di strozzature nella supply chain elettronica e delle materie prime. Il Fondo Monetario Internazionale ha abbassato le previsioni per il PIL italiano dello 0,4% ed evidenziato il rischio per l’Italia di perdere il vantaggio guadagnato in Europa, dopo un recupero produttivo del 12,4% secondo dati Istat.
Un sistema di rinnovamento della supply chain attraverso standard digitali e protocolli aperti, di conseguenza, diventa essenziale anche perché permette di rafforzare l’intero comparto globale, accrescere la collaborazione complessiva fino ad incrementare le competenze. La mancanza di skill adeguate come spiegano gli esperti IBM, è un ulteriore punto debole dell’intera sistema. In sostanza, occorre un cambiamento collettivo più che di singoli settori. Un segnale univoco di responsabilità.
“La trasformazione digitale sta cambiando molti settori” prosegue Emiliano Pacelli. “Pensiamo, ad esempio, agli sforzi fatti durante la distribuzione dei vaccini contro il coronavirus per mantenere la temperatura”. L’industria farmaceutica deve affrontare una serie di sfide, molte delle quali riconducono alla mancanza di visibilità in una catena di approvvigionamento globale così complessa.

Fornendo trasparenza, la tecnologia blockchain può essere di aiuto nel tracciare i medicinali e difendersi dai falsi. L’analytics dei dati può migliorare le operazioni di consegne, nel food delivery o nell’intera filiera alimentare fino a toccare il settore industriale per la riduzione del tempo di risposta medio alle interruzioni della supply chain e, infine, quello energetico.
Identificare le opportunità di efficienza e valutare il rischio di sostenibilità
Secondo IBM, la valutazione del rischio di sostenibilità e l’identificazione di una maggiore efficienza attraverso l’analisi e la gestione dei dati rappresenta un’opportunità decisiva per affrontare questioni sociali e ambientali e ottimizzare i processi.
L’azienda sta investendo molto nello sviluppo di soluzioni che possono aiutare le imprese a rendere i business più sostenibili lungo tutta la catena di approvvigionamento. L’ultima azione, conclusa l’11 gennaio 2022, è stata l’acquisizione del software di Envizi per la raccolta e il consolidamento di oltre 500 tipi di dati e supportare, così, i principali framework di reporting di sostenibilità come ha spiegato Matteo Oliveri.
La scelta di Envizi è in linea con i crescenti investimenti di IBM nei software basati sull’intelligenza artificiale e con l’utilizzo in chiave etica e responsabile dei dati, per certificare il rispetto di standard ambientali e sociali. In questo contesto, poi, le tecnologie come la blockchain hanno un potenziale enorme: garantiscono agli attori coinvolti nella catena di approvvigionamento il rispetto di modelli di produzione e certificazioni dei dati di origine delle materie prime, informazioni sui luoghi di elaborazione dei prodotti, di policy aziendali in materia ambientale e occupazionale e allo stesso tempo, rendono trasparente ed effettiva la sostenibilità di un’azienda.