Il Dynamic Cube di Fujitsu

Fujitsu ha annunciato in contemporanea a Tokyo, Monaco e Londra, Primergy BX900, sistema di server blade di nuova generazione, ribattezzato “cubo dinamico” che si caratterizza per il miglioramento delle prestazioni grazie alla virtualizzazione dinamica; elevato uptime attraverso un’alta disponibilità; un nuovo concetto di alimentazione e raffreddamento per ridurre i costi energetici

Pubblicato il 08 Lug 2009

LONDRA – Ritorno al futuro di Fujitsu, la cui proposta di data center riscopre, almeno logicamente, il mainframe. Se virtualizzare un server fisico significa abilitarlo a ospitare più server logici (o macchine virtuali), “virtualizzare un data center” significa in sostanza costituire un insieme di server fisici virtualizzati e in più capaci di supportare la inter-mobilità delle macchine virtuali (con relative applicazioni e dati). Il data center ritorna così al modello del buon vecchio mainframe, il cui sistema virtuale è datato anni ‘70. Evidenti i vantaggi di disponibilità, bilanciamento del carico, disaster recovery, memoria periferica comune, tempestività di approvvigionamento di nuove applicazioni e di riconfigurazione di risorse, storage (San) o rete: è l’infrastruttura ideale per l’agilità del business. Questo lo scrivevamo già in occasione dell’annuncio dell’Unified data center di Cisco (ZeroUno Aprile). Nello scorso maggio, Fujitsu ha annunciato in contemporanea a Tokyo, Monaco e Londra, Primergy BX900, sistema di server blade di nuova generazione che il suo marketing ha ribattezzato “il Cubo Dinamico” e con cui punta dichiaratamente ad ”aumentare la sua share nei server x86, con un obbiettivo worldwide di 500.000 unità entro il 2010”.
Perché e che cos’è il Cubo Dinamico? Jelle Vervaeke (nella foto), Senior Product Marketing Manager di Primergy BX900, spiega che Fujitsu Technology Solutions (dal 1° Aprile erede di Fujitsu Siemens Computers, vedi il numero di giugno di ZeroUno) ha semplificato alla radice il problema dei blade fisici capaci di condividere dinamicamente le macchine virtuali tra loro, “mettendoli tutti in un’unica scatola”. Il Dynamic Cube è così presentato come passo logico finale in cerca di un’infrastruttura altamente adattativa e di minor costo, un percorso obbligato per un’It impegnata, a budget magari decrescente, a inseguire un business sempre più dinamico. Vervaeke ne ricorda le tappe: anzitutto consolidare i server e virtualizzare i server fisici restanti (meno server per lo stesso carico di lavoro). Quindi mettere in comune (pooling) e virtualizzare la rete locale (Lan e San), con uno strato di virtualizzazione I/O. Terzo passo, alle macchine virtuali (con applicazioni e servizi) che girano su questa infrastruttura di risorse condivise (e in continua riconfigurazione nel corso del loro ciclo di vita) serve un altro strato, il fulcro dell’annuncio del Dynamic Cube: il Resource Coordinator Virtual Edition (Rcve) che garantisce il “Dynamic Resourcing”, l’allocazione dinamica delle risorse hardware alle applicazioni e ai servizi richiedenti. L’uovo di Colombo per realizzare questa infrastruttura adattativa ed economica? La risposta di Vervaeke e il cuore dell’offerta Fujitsu per il data center è: mettere “tutto” in un unico box, la linea Primergy BX900.
Problemi di scalabilità? Praticamente risolti: fino a 4 Dynamic Cube sono in grado di far condividere, sempre dinamicamente, le risorse fra le loro macchine virtuali. Performance: Jelle Vorvaeke descrive un disegno componibile di alta densità creato in collaborazione con Intel: la serie Primergy BX920 mette in campo i processori Nehalem, serie Xeon 5500, architettura Quickpath (throughput che da 4 diventa di 9,5 Gbit/sec), capaci di adeguare le performance alle necessità applicative con l’on-chip memory controller dedicato. Un disegno che, nello chassis standard, offre rispetto ad altri vendor due unità in più: 18 contro 16 blade, un 12,5% di performance comunque. Ma c’è un valore “dinamico” anche dal punto di vista energetico (Power and Cooling): Primergy ha un sistema di raffreddamento diretto tra le file (row based cooling), per cui Fujitsu vanta un “Tco inferiore del 25% rispetto ad un paragonabile sistema Hp”. E di disponibilità (High Availability): Primergy è disegnato per una piena ridondanza, con “hardware failover” gestiti dal software e ogni componente attivo scambiabile a caldo (hot-swappable).

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