WORKSHOP 2 – La “trust machine” nella Network Society : Blockchain System

Pubblica Amministrazione, Agrifood, mondo bancario ed assicurativo sono stati i protagonisti di questo workshop che attraverso la suddivisione in quattro gruppi di lavoro ha cercato di esplorare, anche mediante l’analisi di casi e progetti concreti, le possibilità di utilizzo della tecnologia Blockchain e la discontinuità che può offrire nel ripensamento di processi e servizi in differenti settori merceologici

Pubblicato il 24 Ott 2016

Temi più rilevanti affrontati durante il dibattito

  • Significato ed origine della Blockchain, dall’applicazione della bitcoin (scritto minuscolo indica la cripto valuta) ai principi di funzionamento dell’architettura tecnologica di riferimento (Bitcoin, con la maiuscola indica la tecnologia)
  • Analisi dettagliata del funzionamento della Bitcoin e navigazione sui siti web dove è possibile usufruire dei servizi correlati (bitcoin exchange, bitcoin wallet, monitoraggio delle transazioni)
  • Il settore Finance: panoramica dei progetti di Blockchain privata attualmente in via di esplorazione e sperimentazione, anche mediante casi studio sui possibili impieghi, nei settori bancario ed assicurativo
  • Il rapporto fra gli attuali servizi della PA e le opportunità che offrono le Blockchain nel ridisegno dei servizi
  • Panoramica sui nuovi player specializzati nei servizi correlati alla Blockchain

Punti di forza e debolezza

I coordinatori del workshop, da sinistra: Roberto Burlo, Cio di Generali Business Solutions, Emilio Frezza, Direttore Ufficio per il Coordinamento Informatico Dipartimentale (Ucid) del MEF-Dipartimento del Tesoro e Massimo Milanta, Group Cio & Ciso di UniCredit

Partendo dalla prima Blockchain apparsa nel mondo mediante l’emissione di bitcoin, i gruppi di lavoro di questo workshop hanno identificato numerosi punti di forza di questa nuova tecnologia che, a detta dei partecipanti, potrebbe favorire una nuova ondata ‘disruptive’ al pari dell’arrivo di Internet nei primi anni ’90. Servizi peer-to-peer, certezza dei dati trasferiti, trasparenza dei dati che sono sempre presenti nella rete, software open source, le principali ‘caratteristiche favorevoli’ prese in esame dai partecipanti al workshop; in dettaglio i seguenti punti di forza:

  • possibilità di scambiare denaro, beni, servizi e informazioni, senza ricorrere ad intermediari, in modalità peer-to-peer, utilizzando Internet e nodi di elaborazione (che possono essere singoli Pc di utenti);
  • non occorre registrarsi e comunicare dati personali;
  • ogni transizione è irreversibile (che per alcuni potrebbe essere un limite);
  • tutte le transazioni avvenute costituiscono un database che è presente nella rete e la cui copia viene distribuita su tutti i nodi di elaborazione;
  • guardando in questo momento solo alla Bitcoin, il valore della moneta è liberamente contrattato sul mercato, è possibile trasferire qualsiasi quantità di bitcoin a chiunque nel mondo a prezzi nell’ordine del centesimo di euro e l’emissione di nuova cripto valuta è stabilita dall’algoritmo del programma.

La tecnologia sembra avere, di contro, pochi punti critici anche se il fatto che sia applicabile ai soli servizi erogabili via Internet, rappresenta certamente una sorta di ‘punto di debolezza’ (anche se i partecipanti al workshop si sono chiesti se, nell’economia digitale, abbia senso considerare o meno questo aspetto come un limite). Dal punto di vista tecnologico, invece, restano ancora aperte molte domande sul fronte della scalabilità, anche se si ritiene possa essere un problema presto superabile, mano a mano che la tecnologia maturerà.

Proposte concrete di attuazione

Per identificare l’applicabilità della tecnologia Blockchain ed esplorarne le potenzialità all’interno di casi concreti, i partecipanti a questo workshop si sono suddivisi in 4 gruppi di lavoro, lavorando ciascuno alle proposte concrete di attuazione, come nella tradizione di Finaki. Di seguito riportiamo quando emerso da ciascun gruppo:

  1. Pubblica Amministrazione: è necessario diffondere la consapevolezza che la tecnologia Blockchain rappresenta un’importante discontinuità che consente di realizzare servizi di primaria rilevanza. In particolare, può essere utilizzata per la gestione dell’identità negli eventi che caratterizzano la vita dei cittadini. Tali eventi possono essere trattati come Smart Contract in una public Blockchain garantendo la protezione dei dati. La nascita può essere il primo evento Smart Contract che viene inserito nella Blockchain dall’ufficio dell’anagrafe. Gradualmente, istruzione, sanità, giustizia, fiscalità, ecc. saranno servizi erogati dalla Blockchain creando i presupposti di un nuovo concetto di interoperabilità nel quale gli enti responsabili accedono ai dati di competenza dalla Blockchain e procedono alle relative integrazioni.
  2. Smart Contract: introdurre una Blockchain privata in grado di gestire Smart Contract. Federare banche, aziende ed eventualmente altri attori (come per esempio le società di shipment attraverso l’introduzione di componenti IoT per l‘integrazione della logistica nel processo esteso di Blockchain legando eventi finanziari a eventi fisici). La Blockchain diventerebbe quindi l’architettura tecnologica di riferimento per la notarizzazione dei documenti, la digitalizzazione dei flussi tra banche e aziende (seller & buyer).
  3. IoT: connected car insurance Smart Contract: creare un contratto dinamico modulabile rispetto al comportamento/scelte dell’autista per rendere più elastico e continuo il rapporto fra la società di assicurazioni ed il cliente sfruttando la possibilità che i dati forniti dal consumatore abbattano i rischi ‘tecnici’ della polizza ed i costi della stessa all’utente ‘smart’. Diversi i punti su cui si dovrebbe/potrebbe intervenire: generazione di Smart Contract in Blockchain con definizione dei parametri di adeguamento contrattuale; rilevazione del dato di cambiamento su base ‘sensor telematic’; trasferimento del dato all’algoritmo che regola lo Smart Contract ed eventuale rimodulazione del contratto anche in modo automatizzato; eventuale connessione con il sistema di pagamento/provvigionale.
  4. Agrifood: uso delle tecnologie Blockchain per il tracciamento e la valorizzazione dell’agroalimentare. L’idea è costruire un sistema ‘trusted’ per certificare attraverso Distributed Ledger e Smart Contract (ossia mediante una rete peer-to-peer all’interno della quale tutti possono accedere, verificare e controllare le informazioni e gli accordi contrattuali in essa circolanti instaurando quindi un meccanismo di trasparenza per la fiducia reciproca): produttore (inteso in questo caso come colui che nella catena offre informazioni utili al pubblico finale che utilizzerà il prodotto tracciato dalla Blockchain, per esempio fornendo ricette culinarie basate sul prodotto trattato con la Blockchain), geolocalizzazione, time-stamping delle fasi, utilizzo del prodotto nelle varie fasi di trasformazione, identità dei ‘manipolatori’ (da colui che ‘coltiva’ un prodotto a colui che lo raccoglie, lo lavora, lo distribuisce…), messa in vendita, diritti collegati (condivisione, di ricette o altro, uso sui media in generale…), remunerazione dei ‘nodi’ utile alla sostenibilità (all’interno della Blockchain il meccanismo di fiducia e trasparenza va incentivato e premiato offrendo ai ‘nodi’ – cioè ai cosiddetti miners che hanno funzione di controllo/certificazione – una sorta di remunerazione per il buon lavoro svolto che può anche essere il regalo di una fornitura di prodotto o un tour enogastronomico e via dicendo). Tutto si basa su autenticazione, certificazione e tracciamento (controllo materie prime, trasformazione, packaging e logistica, vendita), elementi che potrebbero aiutare a de-monopolizzare le filiere di produzione favorendo il guadagno di scala ed eliminando la frammentazione delle attività dei consorzi territoriali.

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