Quali i ritorni della Digital Transformation, li misura Coleman Parkes

Chi avvia percorsi di trasformazione digitale ha dei ritorni diretti sull’aumento dei ricavi, sulla velocità di go-to-market, sul miglioramento delle relazioni con i clienti e sull’efficienza dell’operatività interna. Lo confermano i numeri emersi da una recente ricerca condotta da Coleman Parkes Research, presentata a Londra da Ca Technologies

Pubblicato il 17 Ott 2016

LONDRA – Che l’avvio di percorsi di trasformazione digitale fosse di importanza vitale per le aziende e assuma rilevanza anche sul piano del miglioramento dell’efficienza interna sembra ormai assodato dopo anni di evangelizzazione su questi temi, ma ora ci sono i numeri a confermarlo. Sono quelli dello studio “Keeping score: why digital transformation matters”, condotto da Coleman Parkes Research su un campione mondiale di 1770 responsabili delle linee di business e dell’It in 21 Paesi nel mondo (di cui 9 in Emea, compresa l’Italia) per conto di Ca Technologies.

Dello stesso evento fa parte anche il seguente articolo:
L'INTERVISTA – Comastri, Ca Technologies: “ È un’ Italia che avanza”
Duncan Bradford, Vice President Presales Emea di Ca Technologies

A presentare in anteprima alla stampa i dati emersi da questa ricerca è Duncan Bradford, Vice President Presales Emea di Ca Technologies, che evidenzia in prima battuta i risultati generali della regione Emea: “I dati ci dicono che le aziende che effettuano investimenti in tecnologie e modelli metodologici (Agile e DevOps su tutti) per trasformare il proprio business (o una parte di esso, per esempio guardando all’efficienza operativa o alla customer care), raggiungono risultati concreti sul fronte dei ricavi provenienti da nuove attività (+35% di media delle aziende monitorate in Emea), nella velocità di go-to-market (+44%) e nel miglioramento della customer experience (+69%)”.

14 Kpi per un indice di business

I risultati dello studio si basano su un vero e proprio indice di trasformazione, il Business Impact Scorecard (Bis) messo a punto da Coleman Parkes; si tratta di una scheda di valutazione che analizza 14 Kpi (ai soggetti intervistati sono state rivolte alcune domande specifiche con l’obiettivo di valutare le loro organizzazioni sulla base dei 14 indicatori) mediante i quali si può misurare l’impatto della trasformazione digitale su agilità del business, crescita del giro d’affari, attenzione al cliente ed efficienza operativa (figura 1).

Un’Italia che corre… in salita

Figura 1: Gli indicatori dai quali si ricava il Business Impact Scorecard per valutare i percorsi di trasformazione digitale delle imprese

(fonte: Ca Technologies da studio Coleman Parkes Research)

Facendo un confronto tra Italia ed altre nazioni in Emea, nel nostro paese sembra esserci un incremento della copertura digitale grazie all’ausilio delle nuove offerte e tecnologie (il 73% delle aziende, in linea con la media Emea, dichiara di avere un buon livello di digitalizzazione) ma se poi si analizza il Bis in termini di ricavi provenienti da nuove attività (abilitate da investimenti in digitalizzazione), a fronte di un +35% della media Emea la crescita registrata dalle aziende italiane si ferma al 30% con un gap significativo rispetto ai paesi in testa alla classifica (Olanda e Svezia registrano percentuali di crescita del 43 e 41%).
Mentre sul piano della customer experience i risultati dell’Italia sono pressoché in linea con quelli degli altri paesi (incremento di fidelizzazione e customer satisfaction del 35% e del 31% a fronte delle iniziative digitali intraprese), è in termini di efficienza operativa che l’Italia sembra aver raggiunto i risultati maggiori, con un aumento del 35% dell’efficienza dei processi, che si associa ad un incremento della produttività del 36% (a fronte di una media del 34%).

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