Micro Focus e Attachmate, fusione in corso

Intervistato da ZeroUno, Giuseppe Gigante, Regional Marketing Manager di Micro Focus, fornisce un aggiornamento sull’operazione di merging, con uno sguardo su novità e prospettive

Pubblicato il 15 Feb 2016

“Dopo 38 anni di militanza indipendente e di acquisizioni, Micro Focus ha completato il merge con The Attachmate Group (settembre 2014), compiendo un ulteriore passo in avanti in termini di fatturato annuo, che oggi raggiunge il valore di 1,4 miliardi di dollari”.

Esordisce così Giuseppe Gigante, Regional Marketing Manager di Micro Focus, raccontando i cambiamenti in atto all’interno della società britannica, oggi posizionata, secondo le dichiarazioni interne, come dodicesimo software vendor mondiale per revenue.

Giuseppe Gigante, Regional Marketing Manager di Micro Focus

Le ragioni della fusione, come spiega Gigante, sono da ricondurre al timing: “Era il momento giusto per integrare nuove soluzioni nel nostro portafoglio, che oggi si arricchisce di marchi come Attachmate (emulazione di terminali e file transfer gestito, ndr), NetIQ (soluzioni di identità, accesso e per data center in ambienti fisici e virtuali), Novell (tecnologie per la produttività e gli ambienti di lavoro), Suse (offerta Linux e open source). Questo ci ha permesso di fare evolvere l’offerta secondo le richieste provenienti dal mercato”.

Sotto i riflettori, il manager infatti mette i prodotti NetIQ: in sistemi It aziendali sempre più borderless, sicurezza e privacy delle applicazioni diventano un punto focale, così come tutti i temi legati alla gestione dei dispositivi mobili e degli end-point, a cui si indirizza la proposizione di Novell. “Tutto concorre a completare il nostro raggio di azione – sottolinea Gigante – con l’obiettivo di porci alle aziende come partner tecnologico completo. Aggiungere sicurezza alle applicazioni che già fornivamo era un passo fondamentale, soprattutto in ottica di compliance per aiutare i clienti a soddisfare i nuovi requisiti normativi”.

E’ qui che risiede, secondo il manager, la lungimiranza di Micro Focus: “Abbiamo la capacità di collegare il nuovo con il vecchio, permettendo alle aziende contemporaneamente di preservare gli investimenti It fatti in precedenza e di evolvere le soluzioni aziendali verso le nuove tendenze. Questo approccio ci caratterizza da sempre: lo abbiamo dimostrato ad esempio con Visual Cobol per modernizzare le applicazioni mainframe oppure con l’acquisizione della linea Borland di strumenti per la qualità del software. La messa in sicurezza delle applicazioni e degli end-point oggi era un dovere”.

“In Italia – racconta Gigante – le due società sono già state allineate: la sede principale, così come il board aziendale e le Hr, rimane quella di Micro Focus che detiene il 60% del Gruppo. La funzione marketing si è arricchita con una nuova figura, destinata a seguire la regione Middle-East che si è estesa con l’aggiunta del Nord Africa”.

Con la costituzione di Micro Focus International Group, composta dalle Business Unit Micro Focus e Suse come due entità autonome e completamente indipendenti fra di loro, la guida di Micro Focus Italia è stata affidata a Filippo Giannelli, mentre il country manager della Business Unit Suse è Gianni Sambiasi.

Guardando al futuro, il manager individua tra le aree di punta l’application modernization, la software quality, l’identity access management e Suse Linux, con un ruolo importante delle soluzioni Novell di end-point management che “aggiungono la componente infrastrutturale nel contesto applicativo”. Anche la parte di Os Connectivity, già attiva con Rumba, si arricchisce con le funzionalità delle soluzioni Attachmate. “La fusione – conclude Gigante – ci ha permesso di rivitalizzare anche la parte di servizi professionali, che va ad assumere un ruolo di rilievo”.

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